Oristano 31 maggio 2022
Cari amici,
Voglio chiudere i post del mese di maggio con una riflessione sul tema del "Riciclo", più noto come "3 ERRE, Ridurre, Riciclare, Riutilizzare". Non basta dire “consumiamo
di meno”! Pur sapendo che le risorse del pianeta sono limitate, se vogliamo
davvero passare dall’economia dello spreco a quella del recupero,
tutti dobbiamo impegnarci a farlo, a partire dalla accorta gestione delle cose
che possediamo. Il sistema economico che viviamo è un sistema complesso, fatto
di risorse e di equilibri che devono essere garantiti e salvaguardati, per
evitare che in un anno, per esempio, consumiamo più di quello che ciclicamente
la natura è in grado di ricreare. Solo in questo modo il futuro delle nuove
generazioni sarà garantito. La corretta “Regola
delle 3 R”: Ridurre, Riciclare e Riutilizzare,
va applicata scrupolosamente da ciascuno di noi, nessuno escluso!
Ridurre, Riciclare e Riutilizzare
sono termini importati: con il termine Ridurre, si intende la
diminuzione del consumo di energia e di beni, come chiudere i rubinetti quando
non si usano, o la luce quando non serve; Riciclare vuol dire separare i
rifiuti con l’idea che possano essere sottoposti a un processo di
trasformazione o di recupero; Riutilizzare, invece, significa usare
nuovamente un apparecchio, uno strumento o un oggetto, in quanto ancora ritenuto
utile per svolgere magari un altro servizio (come per esempio si fa con i
sacchetti del supermercato).
In casa, amici, la “Regola
delle 3 R” la possiamo applicare in mille modi diversi. Oggi voglio portare il
Vostro pensiero e la Vostra attenzione su un settore particolarmente
importante: quello dell’abbigliamento e del corredo, presente in abbondanza
in ogni casa. Tutti, ad ogni nuovo cambio di stagione, dobbiamo mettere mano al
nostro armadio; fare pulizia, togliere abiti e biancheria che ormai hanno fatto
il loro tempo o semplicemente vestiti che non indossiamo più, di norma riponendogli
altrove. Ebbene, quello che riteniamo non sia più di nostra utilità o
gradimento non credete che possiamo ri-utilizzarlo in modo sostenibile? Come possiamo
evitare di buttare via ciò che è ancora utile e in buone condizioni? Vediamo
come.
Se i capi che decidiamo
di non usare più sono ancora in buone condizioni un’idea interessante e sostenibile
è quella di metterli in vendita su app dedicate agli oggetti di seconda mano o
presso i mercatini dell’usato. Possiamo usare diverse soluzioni: nei circuiti “mercatini
dell’usato”, dove ricaviamo di meno ma non occorre nessun tipo di impegno per
vendere; oppure su siti di vendita online, su piattaforme come Vinted, o mediante
l’uso di app o sui social network (es. Marketplace di Facebook), oppure
attraverso le tante applicazioni di settore tipo Svuotaly o Greenchic, entrambe
giovani startup made in Italy. Queste soluzioni ovviamente implicano un impegno
maggiore da parte nostra, come fotografare, pubblicare, gestire le richieste
ecc.
Possiamo anche, volendo,
utilizzare il “canale della solidarietà”, ovvero donando il nostro usato
nei punti di raccolta solidale. Ogni città o Comune dispone di punti di
raccolta per vestiti ormai dismessi, ma ancora in buono stato; oltre l’abbigliamento
sono ben accette, anche scarpe, biancheria intima e tessili rigorosamente
puliti. Questo materiale sarà poi sanificato e redistribuito a chi ne ha più
bisogno come nel caso dei cassonetti gialli della Caritas oppure rivenduto per
una raccolta fondi, come provvede HUMANA Vintage (o HUMANA Second Hand), dove
il ricavato serve a finanziare progetti umanitari a vantaggio dei Paesi del
Terzo Mondo.
Invece, tutti gli abiti e
la biancheria in cattive condizioni (oltre abbigliamento, coperte, lenzuola,
asciugamani, etc.) possono essere donati ai rifugi per animali. Canili, gattili
o centri di recupero per la fauna selvatica, saranno lieti di avere del materiale
(ne hanno sempre bisogno) per far star bene i nostri amici animali. Se poi
avete tempo e fantasia, potete anche pensare di ricavare voi, dalle parti buone
della vostra biancheria nuovi oggetti (presine per la cucina, centri tavola, anti-spifferi
per porte e finestre e quant’altro.
Cari amici, il problema
dello smaltimento dei tessuti è una questione davvero seria. La moda e la sua
filiera sono la terza industria più inquinante, dopo quella alimentare e quella
delle costruzioni. Si tratta del 10% delle emissioni globali di gas serra, 1,2
miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno, più del trasporto
marittimo e dell’industria aeronautica messi insieme. Imparare a riciclare e
smaltire correttamente i tessuti in chiave ecologica oggi è una necessità
ineludibile, se vogliamo iniziare a limitare danni ambientali ed ecologici a
lungo termine e potenzialmente irreversibili, già di per sé aggravati dagli
effetti del cambiamento climatico.
A domani.
Mario
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