martedì, settembre 29, 2009

ORISTANO: LA CITTA' RECUPERA UNO DEI SUOI PIU' IMPORTANTI TESORI CUSTODITO NELLA CHIESA DI S. CHIARA.


















COMPLETATO IL RECUPERO DI UN TESORO MEDIOEVALE.


La Chiesa annessa al Monastero S. Chiara è stata sapientemente restaurata in contemporanea al recupero del prezioso affresco medioevale recentemente ritrovato.

La bella giornata di ieri ha fatto da cornice alla presentazione al pubblico dello splendido restauro della Chiesa di Santa Chiara, una delle più antiche di Oristano. A breve, dopo il ripristino dell’Altare Maggiore, sarà riaperta ufficialmente al culto questa antica Chiesa, parte integrante dell’omonimo Monastero delle Clarisse, ubicato in pieno centro storico ad Oristano. Per il completamento dei difficili e costosi lavori di restauro è stato bandito un “concorso di idee progetto” atte a studiare il nuovo altare che dovrà trovare la giusta soluzione e collocazione, dovendo integrarsi con gli splendidi manufatti trecenteschi, riportati all’antico splendore.
Il Convento di Santa Chiara (con l’annessa Chiesa) in Oristano, secondo alcuni storici, è il più antico monastero di Clarisse sorto in Sardegna e risalirebbe a circa dieci anni dopo la morte di Santa Chiara. La presenza delle Clarisse ad Oristano risalirebbe alla seconda metà del 1200, anche se non ci sono documenti che possano provarlo con certezza. Certa è invece la data di "rifondazione": 22 settembre 1343, come si rileva dalla lettera apostolica inviata dal papa Clemente VI al giudice Pietro III.
Il monastero già nel 1345 era abitato da tredici suore provenienti in parte da Pisa. Dati certi questi, in quanto i nomi delle suore compaiono in lettere papali del 1371 e 1373, ma anche in atto pubblico del giudice Mariano IV del 1368.
Il giudice Pietro III, che donò vita a questo monastero, morì nel 1347 e sua moglie donna Costanza, figlia di Filippo Aleramici marchese di Saluzzo, si ritirò in monastero trascorrendo qui gli ultimi mesi della sua vedovanza e vita. Una lapide ritrovata nel secolo scorso, scritta in caratteri gotici ci ha lasciato la data della sua morte, 18 febbraio 1348. Di donna Costanza di Saluzzo resta pure il testamento col quale donò al monastero di Santa Chiara la Villa di Molins de Rey, in Catalogna, che aveva ricevuto in dono dal marito, e che le suore per la lontananza e la difficoltà di amministrarla, rivendettero alla regina Eleonora d'Aragona, come attestano diverse lettere indirizzate dal pontefice Urbano V ai vescovi di Bosa e di Barcellona ed alla stessa regina d'Aragona per la riuscita della vendita.
Veramente ricco di storia, dunque, questo antico e ancora splendido gioiello architettonico, grande orgoglio della nostra città, e che meritava certamente gli impegnativi lavori eseguiti con grande perizia e maestria.


Unico nel suo genere in Sardegna l’affresco recentemente venuto alla luce: un tesoro di inestimabile valore. Il dipinto, di circa sei metri quadri, è rimasto ignoto per secoli, in quanto ubicato nel “Coretto” a lato alla navata centrale della Chiesa. La casuale recente scoperta, anche se alcuni ben informati sostengono che la prima ad accorgersi dell’esistenza di quel tesoro è stata suor Celina Pau, suora del convento, talmente affezionata alla storia della Sua Chiesa da diventare un’appassionata studiosa di storia dell’arte, ha mobilitato studiosi ed esperti. Difficile il recupero dell’antico affresco, in quanto ubicato in uno spazio più volte modificato: l’ultima destinazione l’adibizione a “ Coretto “, per la cui realizzazione l’affresco venne tagliato a metà per l’inserimento dei travi di sostegno alla scala di accesso; danni, quelli subiti in quei punti, irrecuperabili. Le difficoltà incontrate sono state sapientemente descritte dalla D.ssa OLIVO, funzionario della Sovrintendenza di Cagliari e Oristano, alla quale era stato affidato il progetto di restauro della preziosa opera. Pur con gli irreversibili danni subiti il dipinto è ora in grado di mostrare ai visitatori le grandi capacità pittoriche dei maestri dell’epoca. Roberto Coroneo, docente di Storia medioevale e direttore del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università di Cagliari, affermava all’epoca del ritrovamento:
“…dalle prime indagini che siamo riusciti a svolgere sul posto è possibile intravedere un crocefisso, una figura inginocchiata e degli angeli… ma per avere qualche informazione più precisa è necessario svolgere studi particolari, utilizzando non soltanto metodi tradizionali ma anche scientifici e di diagnostica con strumenti tecnologici. La scoperta, comunque, è importante perché non esistono testimonianze medioevali paragonabili a questa in Sardegna…”.

Il restauro del dipinto ha, dunque, iniziato il suo iter, unitamente al restauro della Chiesa, resosi oltremodo necessario per le numerose infiltrazioni d’acqua provenienti dalla vetusta copertura. Un pool di esperti di valore, gli architetti Rossella Sanna e Federica Pinna, con gli storici dell’arte Andrea Pala e Nicoletta Usai, hanno messo in piedi un sapiente lavoro di recupero e di ricerca storica. Il faticoso lavoro che li ha impegnati è stato raccontato all’attento pubblico presente: ognuno ha elencato le difficoltà incontrate e le soluzioni trovate. Ora, a lavoro praticamente ultimato, la gran bella soddisfazione del risultato: Oristano avrà presto, di nuovo fruibile, la splendida ed antica Chiesa degli Arborea.
Oristano, città pur ricca di storia, ha perso con il tempo non poche testimonianze del proprio glorioso passato: la città, patria di Eleonora D’Arborea, cerca oggi di ritrovare e valorizzare quanto si è salvato dall’incuria del tempo e degli uomini. Questo ritrovamento è per Oristano molto importante, come è stato sostenuto anche ieri durante la presentazione dalla D.ssa Olivo, in quanto pochi sono in Sardegna gli esempi di pittura medioevale ritrovati. Le poche tracce visibili sono a Sant’Andrea Priu a Bonorva, nella cripta di S.Lussorio a Fordongianus e, come arte romanica, a Saccargia, S.Nicola di Trullas, a Semestene e a Galtellì.

Il Rotary Club di Oristano, unitamente agli altri due club di servizio cittadini, Lions e Soroptimist, ha messo a disposizione un proprio contributo per completare l’opera, cosi che la Città possa presto esibire nuovamente uno dei suoi più importanti tesori.

I vividi raggi di sole che ieri pomeriggio illuminavano la navata dell’antica Chiesa sembravano anch’essi felici di far risplendere il ritrovato gioiello.
Dr.Mario Virdis
-Responsabile Comunicazione del Club di Oristano

Allegate foto del dipinto e del complesso ristrutturato.





giovedì, settembre 17, 2009

OBAMA E KENNY, UNA COMUNE VISIONE DEL DOMANI: “IL FUTURO E’ NELLE VOSTRE MANI “.















ORISTANO 17 SETTEMBRE 2009

John Kenny, Presidente del Rotary International 2009/10, nell’assumere il suo mandato si è presentato al mondo rotariano con queste parole:
…" Sono orgoglioso di potervi rappresentare nei prossimi 12 mesi. Voi siete il futuro del Rotary e una speranza per un mondo migliore. Come dice il tema di quest’anno, Il futuro del Rotary è nelle vostre mani ".
In altra parte della sua prima lettera diretta a tutti i rotariani ha ribadito che “…Nel Rotary, tutto ciò che siamo, e tutto ciò a cui aspiriamo, sta nelle mani dei Rotariani nei loro club. Se i nostri club sono un punto di ritrovo piacevole e i nostri incontri ben organizzati, se il nostro servizio è programmato con cura e realizzato con competenza, se i nostri soci sono qualificati, onesti e rispettati nelle loro professioni e comunità, allora tutto il Rotary avrà successo. Ecco perché affermo che Il futuro del Rotary è nelle vostre mani. “

La visione del futuro del mondo, non solo rotariano, di Kenny coincide alla perfezione con quella del Presidente degli Stati Uniti Obama, come recentemente abbiamo potuto constatare dopo la sua recente visita in Europa.
“Il futuro dell’Africa è nelle mani degli africani”, ha detto Barack Obama durante il suo discorso al parlamento di Accra ( 11 c.m. ) sottolineando che gli “Usa continueranno a dare il loro contributo” per lo sviluppo del Continente Nero, perché l’Africa “ non è separata dal contesto internazionale”.
Per il presidente degli Stati Uniti, che dopo il G8 in Italia, si è recato in Ghana è stato un successo politico e di folla. Incontrando il capo dello stato John Atta Mills, Obama ha affermato che “ il Ghana è uno straordinario modello positivo per l’Africa”.
Anche le aree di intervento praticamente coincidono:Acqua, sanità, fame e alfabetizzazione.
“…Le nostre aree di intervento per l'anno venturo saranno Acqua, Salute, Fame e Alfabetizzazione. In quest’anno rotariano, chiedo a tutti i Rotariani, ovunque siano, di continuare ad imparare dalle nostre esperienze e a realizzare le loro opere in base ai nostri successi. Vi chiedo di continuare ad impegnarvi per la salute ed il benessere non solo dei bambini ma delle loro famiglie e delle persone di tutto il mondo. In modo particolare, vi esorto di focalizzare la vostra attenzione su acqua e servizi igienici, poiché la scarsità di acqua potabile sta diventando sempre più un grave problema in molte parti del mondo... “,
sostiene Kenny nel suo primo discorso ai rotariani, mentre cosi parla Obama al popolo africano ad Accra:
"…occorre mettere fine alle pratiche antidemocratiche ed alla corruzione, adottando le regole del buon governo. Negli ultimi anni, enormi progressi sono stati compiuti in alcune parti dell'Africa. Molto persone riescono a convivere con l'HIV/AIDS, e hanno i farmaci di cui hanno bisogno..”. “Ma troppi ancora muoiono", ha detto Obama. Oltre agli aiuti esteri e sanitari, occorre che "i singoli africani facciano scelte responsabili, che impediscano la diffusione delle malattie, promuovendo al tempo stesso la salute pubblica nelle loro comunità e Paesi".

Mi è piaciuta molto questa comune visione del futuro tra il nostro Presidente Kenny ed il Presidente Obama. Uomini certamente diversi ( scozzese l’uno, afro-americano l’altro), ma legati da un’unica grande volontà e determinazione: riuscire a dare un futuro non solo al mondo che governano, il Rotary e gli Stati Uniti, ma all’intero pianeta.
Oggi il mondo è afflitto da una serie di problemi che solo affrontati insieme, senza falsi pregiudizi, possono essere risolti; tutti sono tenuti a fare la loro parte: Paesi ricchi e Paesi poveri. E’ con il concorso di tutti, nessuno escluso, che si può dare vita a quel processo di migliore distribuzione della ricchezza, a partire dalla eliminazione delle maggiori criticità ( Acqua, sanità, fame e alfabetizzazione, in primo luogo ) che sicuramente potranno portare ad una vera, reale, pacifica convivenza tra tutti i popoli della terra.
Questo, certamente, il vero significato del monito del nostro Presidente Kenny:

"Sono le nostre azioni quotidiane, e le nostre decisioni quotidiane, a determinare il corso del Rotary per tutti noi. Il Futuro del Rotary è nelle vostre mani" .

Facciamo si che questo desiderio, questo invito, non resti solo una speranza ma diventi una concreta realtà.
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Mario Virdis, P.P. del Rotary Club di Oristano
Past Assist. Governor del Distretto 2080