Oristano, 30 dicembre 2012
Cari amici,
non molte ore ci separano dall'alba del primo giorno dell’anno 2013. L'imminente notte di Capodanno sarà certamente ricca di auguri, piena di abbracci, baci e simili manifestazioni affettuose, capaci di darci, almeno apparentemente, la sensazione che ci vogliamo bene. Nelle mie ricorrenti riflessioni, proprio in questi giorni ho ripensato al “valore” odierno dell’amicizia. Anzi, per essere più precisi, mi sono chiesto se l’amicizia vera, quella reale, esiste ancora e se, rispetto al passato, essa abbia ancora un valore rilevante. La domanda forte e chiara che mi sono posto è questa:
esiste ancora in questo mondo globalizzato, quel sentimento speciale e privo di interesse quale è la vera amicizia?
L’amicizia come sappiamo è un sentimento che ha sempre destato l’interesse di studiosi e pensatori, di poeti e filosofi di tutte le culture e religioni. Il termine amicizia corrisponde al termine greco philía e si incontra nella filosofia greca dapprima come concetto fisico in Empedocle, poi come concetto etico che, fino a Platone, veniva ancora non nettamente distinto dall’eros, dall’amore. Cicerone nel suo “De Amicitia” elogia l'amicizia adottando l'ideale ellenico della filantropia, calato però nel contesto della realtà romana, tanto da diventare “legame interessato” fra persone aventi gli stessi ideali politici. La novità dell'impostazione ciceroniana consisteva soprattutto nello sforzo di allargare la base sociale delle amicizie, aggiungendo nuovi valori come “virtus” e “probitas” al precedente e ristretto valore costituito dalla” nobilitas”. Mi sono chiesto: ma da allora ad oggi è mutato il reale significato di amicizia? Cosa si intende oggi per amicizia, considerato il suo vasto e complesso significato?
Nel lessico corrente la parola amicizia viene usata molto spesso in modo improprio. L’amicizia viene spesso equivocata con la conoscenza, con la benevolenza, con la simpatia e l’amichevolezza. Il mondo degli affari attraverso la parvenza dell’amicizia è dominato dall’interesse: dalla posizione nel mercato all'utile economico. Anche la politica, sia nella fase della competizione che nell’esercizio del potere, è alla continua ricerca di “amicizia”. In entrambi i casi, però, c'è ben poco spazio per instaurare “rapporti personali” realmente amichevoli e sinceri. Amicizia fittizia, dunque, amicizia “usa e getta”, solo esteriore, che assume spesso significati interiormente negativi. Amicizia apparente, falsamente disinteressata, veicolo che diventa, invece, strumento di “raccomandazione”, di manipolazione. Mezzo attraverso il quale acquisire un posto di lavoro, poter essere ricoverato in ospedale, avere una casa in affitto, o per ottenere indebite provvidenze. Amicizia necessaria per aggirare le regole, perché seguendo la procedura regolare, burocratica, non si ottiene nulla. Amicizia intesa quindi come un mezzo per passare davanti agli altri, per eludere la norma. Questa "forma" di amicizia, senza bisogno di ulteriori commenti, non è certo vera amicizia.
Questa cattiva interpretazione del valore dell'amicizia ha fatto credere a molti che la vera amicizia sia diventata una cosa obsoleta, solo una sopravvivenza del passato. Qualcosa di arcaico, come la lealtà feudale, oppure la magia o il folklore. Secondo costoro l'amicizia, col passare degli anni, si è persa nel tempo tramutandosi in “formali rapporti impersonali” privi di sentimento. La realtà, però, è diversa, meno tragica. L’amicizia, cari amici, è riuscita a sopravvivere, ma è meno apparente, meno visibile, confinata accuratamente nella sfera dell'intimo, lontana dai riflettori e senza alcuna contaminazione con gli affari, i pubblici uffici e la politica.
Alberoni nel suo libro “L'amicizia” sostiene che nonostante la catastrofica convinzione della scomparsa dell’amicizia, questa, invece, è sopravvissuta ed è viva e vegeta. L'amicizia, secondo Alberoni, continua ad essere una componente essenziale della nostra vita. Solo che è necessario conoscere meglio e più a fondo la complessità dei suoi significati per arrivare a scoprirla. La parola amicizia, come aveva rilevato già duemila anni fa Aristotele, è un termine complesso. E’ necessario saper distinguere, fra i diversi tipi di amicizia, quella «vera», quella superiore, la sola che possa fregiarsi appieno del nobile termine di amicizia. Per Aristotele la distinzione più importante è quella fra amicizia fondata sull'utile e quella fondata sulla virtù, l'unica che merita il nome di vera amicizia (Aristotele, Etica Nicomachea, Laterza, Bari 1979, pag. 195 e segg.).
Alberoni, riprendendo i vecchi concetti, scinde l’amicizia in quattro diverse espressioni, dando alla stessa quattro “diversi” significati. Eccoli.
Primo significato: amicizia intesa come conoscenza. Spesso ci sono delle persone che consideriamo nostre amiche ma che in realtà, sono solo dei conoscenti. Persone di cui sappiamo cosa pensano, come vivono, che problemi hanno; persone che sentiamo vicine, alle quali ci rivolgiamo per un aiuto reciproco e con le quali instauriamo buoni rapporti. Manca però un tassello importante: non abbiamo con loro quella profonda confidenza, quella complicità, che ci consente di confidare loro le nostre ansie più segrete. Queste persone non sono “dentro di noi”, non sono parte di noi; quando, dopo molto tempo, li rivediamo non ci sembra che il tempo non sia trascorso, come succede con gli amici veri. Certo, per noi non sono estranei, ma manca un ingrediente importante: manca la concreta relazione affettiva, quella "tessera" che trasforma la conoscenza in amicizia.
Secondo significato: amicizia intesa come solidarietà collettiva. Occorre sempre separare l’amicizia dalla solidarietà. Intesa questa “solidarietà” come amicizia solidale con quelli che “stanno dalla nostra parte”: in un partito, in una squadra, in un’azienda o in caserma. Da un lato gli amici, dall'altro i nemici. Questo tipo di solidarietà è priva di quell'essenziale "sentimento personale", componente indispensabile dell'amicizia. Colui che porta la mia stessa divisa è un amico, ma di lui non so nulla. Sono questi legami esclusivamente di natura collettiva, non rapporti di interscambio personali.
Terzo significato: amicizia intesa come relazione del ruolo sociale. È questa l’amicizia basata sull’utile, sulla convenienza, messa in atto sia nel campo degli affari che in campo politico. Anche questo tipo di legame ha ben poco di intimo, affettivo, e dura finché dura l'utile da salvaguardare. Amicizia apparente quest'ultima che troviamo in molte relazioni professionali, fra colleghi di lavoro, di sodalizio e fra vicini di casa.
Quarto significato: amicizia intesa come simpatia e amichevolezza. In quest’ultima categoria sono comprese le manifestazioni amichevoli tra persone con cui ci troviamo bene, che ci sono simpatiche, con le quali condividiamo un comune pensiero o che ammiriamo. Anche in questo caso, però, occorre essere prudenti ad usare l'espressione amicizia, che richiede ancora ulteriori passi per consolidare stati d’animo o emotivi spesso labili o superficiali.
“Cosa dobbiamo intendere, allora, per amicizia?”, sostiene Alberoni, che afferma: “Intuitivamente questa parola ci fa venir in mente un sentimento sereno, limpido, fatto di fiducia, di confidenza”. [….] In un libro recente J.M. Reisman, dopo aver esaminato tutta l'immensa letteratura sull'argomento, ha dato la seguente definizione dell'amicizia: «Amico è colui a cui piace e che desidera fare del bene ad un altro e che ritiene che i suoi sentimenti siano ricambiati (John M. Reisman, Anatomy of Friendship, Irvington Publishers, New York 1979.). Con questa definizione Reisman colloca l'amicizia nel mondo dei sentimenti altruistici e sinceri. Non è possibile alcuna confusione con l'interesse, il calcolo ed il potere. Semmai il difetto della definizione di Reisman è di essere troppo generica. Anche una madre desidera fare del bene al suo bambino e ritiene che i suoi sentimenti siano ricambiati. Lo stesso avviene nel rapporto fra innamorati, fra coniugi che si amano, o fra fratelli, se i fratelli si vogliono bene. La definizione di Reisman riguarda, in generale, l'amore. Amare, scriveva San Tommaso d'Aquino, è voler rendere felice l'altro”.
Amicizia e Amore, cari amici, sono espressioni dello stesso sentimento, parte di un unico mondo. Il vero problema, però, è come distinguere l’amicizia pura dalle altre forme di amore fra persone. Per esempio, in che cosa differisce l'amicizia disinteressata dall'innamoramento e dall’amore? La differenza, pur visibile, è labile, sottile. Alberoni sgombra subito il campo dichiarando che amicizia e innamoramento sono due fenomeni diversissimi, addirittura opposti. L'innamoramento è un fatto, un accadimento, che ha un inizio definito. Alla sua origine c'è lo stato nascente (Francesco Alberoni, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano 1979), una folgorazione, una rivelazione. L'amicizia, invece, non diventa se stessa con una rivelazione unica iniziale, ma con una serie di incontri e di approfondimenti successivi. L’amicizia si perfeziona con “una filigrana di incontri”.
L'innamoramento è una improvvisa trasformazione dell'essere umano, uno shock che mette in moto forze interiori forti, passionali. In tedesco passione si dice Leidenschaft. Leiden è la sofferenza. Nella passione c'è, infatti, sempre anche un soffrire. L'innamoramento è estasi ma anche tormento. L'amicizia, al contrario, non ama la sofferenza: è gioia, felicità, distensione. L'innamoramento può essere limitato ad una sola parte: ci si può innamorare senza essere corrisposti, mentre l’amicizia esiste solo se reciprocamente condivisa. Come è bello incontrare un amico quando sei solo, quando sei angosciato, quando devi prendere una decisione. Già vederlo mentre ti viene incontro sorridente ti rasserena. Non ci saranno grandi effusioni, solo un abbraccio lieve, che spalanca e conforta l’anima. Con lui potrai essere sincero, dire tutto quello che vuoi, senza timori, senza pudori, sapendo che ti capisce, che sta dalla tua parte e che se ti serve qualcosa lo capirà da solo e agirà senza chiederti nulla. Il tuo amico non ti farà domande che non gradisci, non dirà nulla che ti possa infastidire. Potrai parlare o stare zitto, fermarti o andartene subito. Anche se siete rimasti lontano molto tempo, non ti subisserà di domande per sapere dove sei stato e cosa hai fatto. Nell’amicizia il tempo è come se non esistesse, quando vi incontrate è come se riprendeste il filo della conversazione interrotta, anche dopo vent’anni. Parlerai di ciò che ti sta a cuore e lui ti ascolterà. Non dovrai fare nessuno sforzo. L’amicizia è prima di tutto distensione, riposo. Che differenza con l’amore, con la passione amorosa!
Ebbene, cari amici, in questo ultimo scorcio di anno 2012 a Voi che avete seguito con passione le mie riflessioni voglio fare un augurio, di vero cuore. Auguro che il nuovo anno non solo consolidi le amicizie vere che avete e di cui siete orgogliosi, ma ne aggiunga delle altre. L’amicizia è una perla rara e trovarla e condividerla è come entrare in possesso di un grande tesoro.
Penso di chiudere le mie riflessioni di quest’anno con questo “pezzo” sull’amicizia, certamente un argomento consono a questo periodo natalizio. Mi sarebbe piaciuto continuare il confronto tra l’amicizia e l’amore ma il discorso si farebbe troppo lungo. Spero che il primo argomento del prossimo Gennaio sia dedicato proprio al proseguimento di questo discorso. Magari rispolverando anche uno dei miei “amorosi” ricordi giovanili. Chissà!
Grazie, cari amici, della Vostra " A M I C I Z I A ", con il mio più sincero augurio di Buon Anno.
Vi abbraccio.
Mario