Oristano 30 aprile 2024
Cari amici,
Mi piace chiudere i post di aprile con una riflessione riferita al “DOLCE FAR NIENTE”, un rilassamento classico derivato dall'arrivo della primavera! In realtà questo modo di dire è un metodo elegante per indicare l’apatia, che in alcuni soggetti si
traduce nel classico ‘non ho voglia di fare nulla’. Senza arrivare al Messico,
dove lo stare all’ombra coperti da un sombrero gigantesco pare sia un modo
abbastanza diffuso di passare il tempo, anche da noi in Sardegna, in primis la
nostra Oristano, di personaggi “ORERIS” ne ha sempre avuti. Le persone definite “Oreris” sono quelle impegnate per molte ore al giorno a passare
le ore senza far nulla, quasi attendendo il passaggio del tempo.
Questi nostri “trascorritori
di ore“, praticamente degli scansafatiche (le età sono le più diverse, possono andare dai 20 ai 60 anni): non fanno altro che passare il tempo, dalla mattina
alla sera, stravaccati solitamente al bar, a sbevazzare, leggere i giornali sportivi,
chiacchierare di tutto e di niente: calcio, donne, imprese poco veritiere. Questo
modo di vivere le giornate in realtà è prerogativa dei Paesi caldi, complici le
temperature che certamente incidono sulla voglia di essere attivi e lavorare.
Amici a prescindere da chi è "pelandrone" per DNA ricevuto, in realtà la necessità di
“Oziare”, ovvero di avere dei momenti di ‘dolce far niente’, non è prerogativa
solo di chi è afflitto da questo male,
ma anche di chi, pur lavorando regolarmente, ha bisogno ogni tanto di prendersi
una pausa durante il giorno, per rilassarsi, smettendo di lavorare e restando, per il tempo necessario, senza fare assolutamente
nulla; è questa una pausa di necessità, il bisogno di avere un momento per rigenerarsi dalle fatiche e dallo
stress quotidiano, uno spicchio di tempo che viene utilizzato come una sorta di meditazione.
La vita lavorativa, per
le persone alquanto impegnate, è fatta di tanti giorni che sembra non finiscano
mai: il lavoro, la cura dei bambini, la casa, la palestra, magari le riunioni
di club e di condominio prima di cena; poi le
visite degli amici, a cui non ci si può sottrarre, e così via. Ecco, con questi
ritmi, il bisogno di momenti di pausa, di stare proprio “senza far nulla”,
magari con gli occhi socchiusi sognando magari la concretizzazione di quei desideri che non è facile
realizzare! Insomma, è qualcosa che veramente serve a “ricaricare le pile esauste”.
In Olanda, per definire
questi momenti di ristoro, di recupero, viene usato un termine curioso: ”NIKSEN”,
che letteralmente significa proprio “non far niente”. Si tratta, per questo
popolo dei Paesi Bassi, di praticare uno stile di vita nuovo, ispirato ad una filosofia
esistenziale di lungo corso. Il concetto di “NIKSEN” è visto come reazione alla
frenesia e alla sempre più diffusa tendenza a rimanere costantemente connessi nel web,
tramite le nuove tecnologie (tablet, smartphone, social, ecc.). Niksen è considerata “un’arte
di vivere”, concepita nell'intento di trovare il modo di lasciar andare pensieri, problemi e incombenze, per assaporare semplicemente il momento presente.
Amici, a ben vedere, il “NIKSEN”
olandese non ha niente a che vedere con l’ozio di cui parlavo prima con Voi, ovvero
con la nostra pigrizia, che fa rima con apatia e fannulloneria. Quello olandese, infatti, è un
dolce far niente necessario per rilassare la mente e abbandonarsi a digressioni
fantasiose. Un dolce far nulla che, per fare un esempio, può essere utilizzato semplicemente per guardare fuori dalla finestra, oppure per rimanere in contemplazione, ascoltare
della musica in poltrona, o ancora passeggiare in un’area alberata o in giardino. Insomma, un
allontanarsi da tutto ciò che è visto come quotidianità.
Personalmente credo che praticare abitualmente il Niksen anche
da noi aiuterebbe a riconciliarsi con se stessi, a liberarsi dal logorio della
vita moderna. Il Niksen è, indubbiamente, un metodo improntato alla totale disconnessione
dal solito, caotico, mondo staccando la spina, che vuol dire anche dimenticare
per un po’ i social. In pratica significa sospendere ogni attività per un certo
periodo di tempo, magari cominciando con dieci minuti, e poi aggiungendo altro tempo, dedicando quella frazione di
tempo a qualcosa di riposante, capace di rilassare mente e corpo!
Cari amici, il metodo Niksen, considerato che consente un
buon riposo al nostro cervello, può essere utilissimo anche per trovare nuove idee,
perché nella fase di riposo il cervello è sempre molto attivo, ed è proprio in
quella fase che può aiutarci a trovare le giuste soluzioni che cerchiamo. Viva il Niksen!
A domani.
Mario