Oristano 22 aprile 2024
Cari amici,
È proprio vero che “Tra
il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Che la RAI sia da anni nell’occhio
del ciclone per la forte ingerenza politica che la connota, con contestazioni
da una parte e dall’altra, in base ai Governi che si alternano al potere, è
cosa ben nota. Si è parlato spesso di indipendenza dalla politica da parte della “Direzione della Rai”, ma per ora nulla è cambiato. Insomma, il problema resta, col risultato di continuare a dare a chi
ascolta un’informazione 'addomesticata', gradita al Governo in carica, estromettendo, di volta
in volta, le voci fuori dal coro. Ovviamente, inutile negarlo, questa informazione non può essere considerata veritiera, come un “SERVIZIO
PUBBLICO D’INFORMAZIONE” dovrebbe essere.
Inoltre, altra pecca da tempo contestata, è che questa informazione agli ascoltatori è fornita a caro prezzo,
ovvero facendo pagare a loro un salato canone, a prescindere dall’ascolto. La realtà è che, purtroppo, oggi la RAI, azienda di servizio pubblico, ha comportamenti simili a quelli di un’azienda privata, legata ad interessi di parte; insomma, è un vero strumento
di potere, che ostacola (e spesso dismette) quegli operatori capaci che non sono in
sintonia con il Governo del momento. Un vero servizio pubblico, invece, dovrebbe
essere assolutamente “super partes”, altrimenti è preferibile cancellarlo,
Essere operatori di
comunicazione in RAI (azienda pubblica deputata a fornire il servizio d’informazione),
in particolare se focalizziamo l’attenzione sui giornalisti, questi non dovrebbero
MAI essere “addomesticati” dal potere politico, costretti, cioè, a raccontare
la verità di parte; il codice deontologico del giornalista, come sappiamo, lo vieta espressamente. Credo che, invece, ciò stia continuando a verificarsi, tant’è
che chi non accetta la sudditanza può seguire 2 vie: o decide di andare via o gli viene, comunque,
aperta la porta per andarsene. È tempo, dunque, di passare dalle parole ai
fatti. Privatizzare la RAI credo che sia diventato assolutamente indispensabile.
Sul mercato televisivo fino a poco tempo fa l’azienda
pubblica RAI aveva un unico gruppo privato concorrente: MEDIASET; di recente, però, si è prepotentemente inserito
un nuovo gruppo. Si tratta di “NOVE”, un colosso editoriale che vuole spezzare
il duopolio fra la RAI e le reti del gruppo Berlusconi. NOVE è un gruppo di
provenienza USA, che fa parte della grande famiglia Warner, gruppo che
comprende HBO (la casa di molte delle più importanti e premiate serie Tv) e CNN.
Un colosso, guidato in Italia dal manager Alessandro Araimo. NOVE in Italia ha
decido di entrare pesantemente in campo, contattando, per acquisirli, gli
uomini di punta della RAI.
L’acquisizione da parte
di NOVE dei Big RAI è avvenuta a colpi di milioni di euro, e ciò sta a dimostrare la
potenza e la capacità economica del Gruppo. Dando uno sguardo ai bilanci di NOVE
si percepisce un'immagine del gruppo decisamente in salute. A fine 2021 i
ricavi sono stati di 259 milioni di euro e l'utile di 21 milioni. Ciò ha reso
possibile l’acquisizione di personaggi come Crozza, poi Fazio e in data molto
recente Amadeus. Disponibilità
finanziarie non indifferenti, quelle possedute, se pensiamo che Crozza è stato ingaggiato per 3
milioni di euro a stagione, Fazio, con un contratto di 4 anni e di 2,5 milioni
di euro a stagione e, udite – udite, Amadeus,
con un contratto miliardario: 100
milioni di euro in 4 anni, quindi 25 a stagione, anche se questo totale
comprende i costi di sviluppo e acquisizione dei programmi di cui si dovrà
occupare l'ex cinque volte re di Sanremo. Comunque, circa il 10 per cento di
questa somma, finirebbe nelle sue tasche!
Cari amici, oggi la RAI è
un ibrido che non è né carne né pesce. Personalmente credo che questa
struttura, oggi ancora pubblica, debba QUANTO PRIMA MODIFICARSI, con una parte di vera informazione e l'altra di carattere commerciale; la prima, vera necessità è quella di una TV di
informazione e di formazione, fatta da giornalisti "super partes", senza addomesticamenti, ovvero totalmente indipendenti dal potere
politico; il secondo filone costituito da una TV di intrattenimento, che possa operare con quel carattere prettamente commerciale dei nostri tempi. Chissà se riusciremo mai ad avere una RAI così
selezionata e di questo spessore!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento