martedì, luglio 31, 2018

MUSICA E POESIA DA “LIBRID” A ORISTANO. UN PIACEVOLE MODO PER RENDERE UN PO' PIU' INTERESSANTE L’ESTATE...FINANZIANDO OPERE UMANITARIE.


Oristano 31 Luglio 2018
Cari amici,
È stato un vero peccato che Sabato 28 Luglio alcuni impegni precedentemente presi mi abbiano impedito di presenziare, nel giardino della libreria Librid di Piazza Eleonora ad Oristano, all’interessante evento organizzato e presentato da Georg Büchl, importante manager di livello europeo. Lo spettacolo era stato concepito nell'intento di finanziare nel mondo diverse opere umanitarie, necessarie per dare sostegno ed aiuto alle tristi sorti dei bambini presenti nei Paesi in guerra, come la Siria, l’Afghanistan, solo per citare i Paesi più coinvolti.
Era presente, però, il mio caro amico Gian Piero Pinna, di Sardegna Reporter, che unitamente a tanti altri ha seguito la serata che poi ha ben rendicontato su Sardegna Reporter. Georg Büchl, al termine della serata, ha ricevuto un riconoscimento per il suo impegno nella promozione della poesia e della musica, oltre che per l’affetto che Egli da anni dimostra per la nostra terra. Scusandomi ancora con Voi per la mia assenza, ecco riportato per Vostra conoscenza, miei fedeli lettori, il preciso resoconto della serata fatto dall’amico Gian Piero (pubblicato su Sardegna Reporter del 29 Luglio), che ringrazio di cuore.

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AL LIBRID DI ORISTANO, MUSICA E POESIA
Ieri 28 luglio, gran pienone Con Georg Büchl, per l’organizzazione dell’evento, a cui hanno collaborato le poetesse Maria Giuliana Campanelli e Fulvia Tolu.
La manifestazione, è stata aperta dalle due musiciste Maria Pia Lixi, al flauto e Alessandra Vaccargiu, al pianoforte, che, con le loro armonie, hanno contribuito a dare un fascino particolare alla splendida serata.
Ospiti di Musica e poesia, sono stati un gruppo di poeti, tra cui Tetta Becciu, Maria Teresa Tedde, Piero Marongiu, Bruno Martino Daga, Luciano Corona e Monica Orrù, che alternandosi con gli intermezzi musicali, a turno hanno declamato le loro opere.
In apertura del reading, Giuliana Campanelli, ha recitato alcune sue poesie, alternate a quelle di Fulvia Tolu, che sono state affidate alla voce suadente di Paolo Vanacore.
Ospite della serata, il tenore di Guspini, Alessandro Scanu, che, accompagnato dalla pianista Alessandra Vaccargiu, ha eseguito alcune arie liriche.
Alessandro Scanu, canta fin da quando era adolescente, perfezionandosi in canto lirico con il Soprano Giusi Devinu. Ha fatto parte del Coro del Teatro Lirico di Cagliari dal 1994 e due anni dopo è passato al prestigioso Coro del Teatro dell’Opera di Roma, dove è rimasto sino al 2006, per passare successivamente al Petruzzelli di Bari. Ultimamente esegue concerti di melodie della Sardegna con accompagnamento al pianoforte, ma è anche un affermato concertista di arie liriche, da camera, oltre che di melodie italiane e napoletane.
Gian Piero Pinna
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Amici, un sincero grazie a Gian Piero, agli autori dello spettacolo e agli amici che hanno partecipato, contribuendo in modo sostanziale al nobile scopo che la serata si proponeva. Oristano, con queste serate inizia a perdere un po’ di quel suo “sonnacchioso” modo di vivere, cosa che in passato ha contribuito (…e non a torto) ad affibbiare agli oristanesi la patente di “Oreris”.
A domani.
Mario



lunedì, luglio 30, 2018

IL TONNO, UN ECCELLENTE ALIMENTO BENEFICO PER IL NOSTRO ORGANISMO, SIA FRESCO CHE CONSERVATO.


Oristano 30 Luglio 2018
Cari amici,
Il tonno è un alimento davvero speciale: non solo è buono e gustoso ma così ricco di effetti salutari per il nostro organismo, che la richiesta delle sue carni è sempre in aumento. Ciò fa sì che la pesca di questo grosso pesce è non solo contingentata ma ha raggiunto livelli di prezzo particolarmente alti. La modesta quantità disponibile di questo prodotto, sopratutto della qualità del tonno fresco definito “di corsa” (trattasi del tonno rosso pescato nel Mediterraneo, in particolare nelle acque sarde, presso la tonnara di Carloforte), spiega anche perché in Giappone, il Paese che lo consuma di più, il tonno rosso fresco abbia raggiunto livelli di prezzo così pazzeschi, che solo certe classi sociali elevate possono permetterselo a tavola.
Sulla nostra tonnara di Carloforte e sulla famosa festa del “Girotonno” ho già avuto modo di scrivere qui su questo blog (chi è curioso può andare a rivedersi l’articolo pubblicato il 30 Maggio 2014 cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2014/05/carloforte-lisola-del-tonno-rosso.html). Oggi, invece, voglio soffermarmi con Voi sulla grande bontà delle carni di questo grosso pesce, considerate davvero eccellenti e salutari.
Il tonno è un alimento oltre che buono estremamente nutriente; esso è considerato una risorsa importante per il benessere e la sussistenza del nostro organismo. Pietro Migliaccio, Presidente Emerito della SISA (Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione) sostiene che il tonno, “Oltre ad essere parte integrante della dieta mediterranea, consente di ottimizzare tutte le nostre funzioni vitali, anche nella versione in scatola che, grazie alle tecniche di conservazione, mantiene le caratteristiche nutrizionali simili a quelle del tonno fresco”.
Con il nome di tonno in realtà si identificano diverse specie ittiche presenti in quasi tutto il pianeta, dal Mar Mediterraneo all’Oceano Pacifico. Le specie più note sono il tonno pinna gialla originario dell’Atlantico e il tonno rosso del Mediterraneo. I diversi tipi di tonno si distinguono non solo per la conformazione fisica ma anche per il sapore; da questo punto di vista la specie più apprezzata è il tonno rosso del Mediterraneo, che in Sardegna, a Carloforte, viene pescato e lavorato da centinaia di anni.
Questo grosso pesce, diffuso come detto praticamente in tutto il mondo, è utilizzato in tutte le sue parti, praticamente come avviene per il maiale. Nulla viene buttato via, nemmeno le interiora e le frattaglie, o la sacca delle uova, con le quali si prepara la famosa “bottarga di tonno”. 
Il tonno è un’ottima fonte di proteine di elevata qualità e di acidi grassi Omega-3, di cui conosciamo le numerose proprietà benefiche; gli Omega-3 giocano un ruolo importante nell’abbassare il livello di LDL, il colesterolo “cattivo” presente nel sangue, esplicano un'azione antinfiammatoria e aiutano il sistema nervoso a mantenersi in forma, contribuendo a ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.
Il tonno poi è un alimento ricco di sali minerali come ferro, fosforo, iodio e selenio. La presenza di quest’ultimo minerale (all’interno del nostro organismo agisce anche come antiossidante) aiuta a contrastare gli effetti negativi del mercurio, un minerale presente in tracce nei pesci di grossa taglia, tra cui il tonno. Per aiutare il nostro sistema immunitario a difenderci dal mercurio consumiamo il tonno con verdure fresche, ricche di flavonoidi (potenti antiossidanti) e cereali integrali, le cui fibre sono utili per ostacolarne l’assorbimento.
Per le sue virtù organolettiche e la qualità delle sue carni, il tonno è presente in molte ricette della cucina mediterranea. I tagli più pregiati sono la guancia e la ventresca ma quello più consumato è il filetto perché è più magro. Il tonno è un ingrediente dalla straordinaria versatilità in cucina: tagliata, carpaccio e tartare di tonno, per esempio, sono eccellenti secondi piatti, ma questo pesce è impiegato anche in insalate, primi piatti e perfino nella farcitura di panini, torte salate, crostini e in mille altre ricette diverse.
Nella versione in scatola è il piatto di emergenza di chi mangia fuori casa, a partire dagli universitari: due spaghetti o due pennette al tonno, piatto veloce e saporito, salva all’ultimo minuto pranzi e cene. Perciò non stupisce che il tonno in scatola sia consumato in Italia soprattutto dai giovani. Ma a dare la benedizione finale sono anche i nutrizionisti, che ne riconoscono i benefici nutrizionali e anche l’ONU che nel 2016 ha istituito una giornata mondiale per celebrare il valore del tonno sotto tutti i punti di vista: è celebrata il 2 Maggio.
Cari amici, fresco o in scatola, rosso o pinne gialle, il tonno è un alimento davvero eccellente, che regala al nostro organismo non solo nutrimento ma aiuta anche a superare gli acciacchi dell’età. Ecco i suoi vantaggi più importanti: aiuta a mantenere la linea, abbassa il colesterolo, è fonte preziosa di minerali e di vitamine, il suo consumo migliora l’umore, mantiene in salute le ossa, sostiene la massa muscolare, riduce il rischio di malattie degenerative, previene le malattie cardiovascolari, e pure il cancro.
Insomma, amici, questo tonno è proprio un toccasana!
Ciao, a domani.
Mario


domenica, luglio 29, 2018

SERVIZI E AGGREGAZIONE SOCIALE. PRIVARE LE COMUNITÀ DEI SERVIZI SOCIALI ESSENZIALI SIGNIFICA DECRETARNE L’ESTINZIONE. IL CASO ECLATANTE DELLA SARDEGNA.


Oristano 29 Luglio 2018
Cari amici,
Spopolamento è un termine che incute paura. Significa abbandono della Comunità in cui si è vissuti, significa prendere la valigia e andarsene da un luogo dove si è nati, dove ci sono le radici: genitori, nonni, clan familiare. 
In Sardegna questa ‘emorragia’ è in auge fin dalla metà del secolo scorso, con incrementi sempre maggiori, portando alla morte in particolare i piccoli centri dell’interno. Le motivazioni le conosciamo bene. La vita sociale cambiata radicalmente per i ritmi di vita odierni, e la lenta eliminazione dei servizi-base necessari alla Comunità. Questa presenza, all'interno delle Comunità, risulta basilare: in mancanza dei principali servizi, c’è un’unica alternativa, quella di andare via.
Di recente ho messo in luce un fatto che ritengo gravissimo: un paese che non può più contare nemmeno sulla presenza di un medico! Questo succede a Ussassai, piccolo centro costituito praticamente da anzini, proprio quelli che del medico hanno più bisogno.
Si, la ragione fondamentale dello spopolamento, della fuga dai piccoli centri, è la continua cancellazione dei servizi prima in essere, che, uno ad uno, vengono da un giorno all’altro cancellati, portando via il futuro a quelle Comunità in maniera irreversibile. In Sardegna i comuni che hanno registrato cali demografici importanti sono almeno 250. I primi a rivoltarsi, in particolare contro lo Stato, sono stati i Sindaci, che hanno giustamente imputato alle Istituzioni quella mancanza di attenzioni che avrebbero potuto evitare tutto questo: la perdita dei servizi essenziali, senza i quali nessuno è disposto a restare nelle piccole Comunità.
Condannati all’estinzione, questa in realtà la sentenza di morte che grava su centinaia di nostri paesi, una volta non solo ben popolati ma portatori di “saperi e sapori” unici al mondo e che svolgevano sul territorio funzioni indispensabili, come il controllo e la giusta conservazione del territorio e del patrimonio agro pastorale. È un destino triste, quello di molti paesi della Sardegna, che sotto certi aspetti appare già scritto. È una morte lenta, per consunzione, con la lenta ma costante fuga dei residenti giovani, lasciando gli anziani a consumarsi in attesa della morte. E tutto questo nella totale indifferenza da parte dell’autorità centrale dello Stato, che della sopravvivenza e del benessere delle proprie Comunità avrebbe dovuto essere il principale difensore.
I ritmi della vita moderna, allineata ormai ad una globalizzazione che di umano non ha nulla, non hanno più rispetto per le persone, considerate ormai solo numeri, calcolati solo per la loro capacità di spendita finanziaria. Una Comunità, in particolare se è piccola, viene presa in considerazione solo per il possibile “guadagno” che può dare in termini economici, per cui la scure, anzi la mannaia della spending review ha fatto sì che si smontassero, una dietro l’altra, le insegne di banche, poste, scuole, farmacie, caserme, ambulatori, trasformando queste Comunità in Paesi fantasma, popolati ormai solo da anziani pensionati, che faticano anche ad incassare la magra pensione, stante l’assenza di strutture finanziarie in loco.  Una Comunità senza più giovani, non c’è dubbio, è senza più futuro.
In situazioni così drammatiche anche la Regione poco può fare. La giunta regionale ha annunciato un masterplan per le zone interne, ma a cosa può portare se continuano a mancare servizi essenziali, come strade, scuole, assistenza sanitaria, banche, uffici postali e negozi? Le Comunità in questo modo si disintegrano, con i giovani che abbandonano i paesi alla ricerca di un lavoro; essi sono attirati, se va bene, dai centri costieri rimasti più popolati e con qualche possibilità in più di lavoro, oppure, con la valigia in mano, lasciano direttamente la Sardegna.
È un declino irreversibile, cari amici, che in assenza di provvedimenti immediati (difficili anche da prevedere in quanto ritenuti sicuramente molto costosi) appare purtroppo già segnato. I primi due centri condannati a sparire entro 20 anni sono Monteleone Rocca Doria e Sorradile. Lo indica in modo inequivocabile la curva in picchiata dei loro residenti, seguiti a ruota da altri centri. 
Anche se non tutti i centri “a rischio” si rassegnano senza far nulla. Ci sono paesi che in assenza di interventi da parte dello Stato cercano di mettere in piedi quel “fai da te” che a volte ha funzionato. Il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau, per esempio, seguito poi anche da altri amministratori, ha messo in vendita le case disabitate del suo paese a 1 euro, nell’intento di trovare nuovi residenti e mantenere così in vita il suo paese. Chissà, forse a qualcosa servirà.
Certo, sono piccole tecniche di sopravvivenza per evitare che il centro, il cuore della Sardegna diventi una distesa di paesi fantasma con tutte le conseguenze dirette e indirette che sicuramente si aggiungerebbero. Pensate alle campagne spopolate, al mancato controllo del territorio, agli incendi, alle frane, ai disastri che potrebbero succedere senza la costante presenza delle persone, che di quei territori erano parte viva e irrinunciabile. 
Allora siamo sicuri di voler assistere senza muovere un dito alla morte delle nostre piccole Comunità? Sarebbe davvero mostruoso farlo!
Mentre preparavo questo post per riflettere con Voi su questo dramma, cari amici, ho appreso dall’Unione Sarda che, nel settore del credito (ho lavorato una vita intera in banca) in 8 anni sono spariti in Sardegna 99 sportelli bancari, lasciando 26 comuni (su 377) senza agenzia bancaria. Questo non fa che confermare quanto detto prima. Sarà possibile intervenire, fare qualcosa? Difficile dirlo. La Sardegna diventerà deserta, forse, come il Sahara.
Amici, tra qualche giorno cercherò di entrare ancora di più nei dettagli, parlandovi specificatamente dello “spopolamento bancario” nella nostra isola, come prima accennato.
A domani.
Mario