venerdì, luglio 20, 2018

“I GIGANTI DI MONT’E PRAMA”? COME AL SOLITO I SARDI SI SONO SBAGLIATI, SONO SOLO DEGLI EROI! L’INCREDIBILE, PROTERVA IMPOSIZIONE DEL MIBACT SUI SUPER-NOTI “GIGANTI” DI CUI TUTTO IL MONDO PARLA.


Oristano 20 Luglio 2018
Cari amici,
Incredibile ma vero. A volte di fronte a certe prese di posizione c’è da restare proprio esterrefatti! Dopo oltre 43 anni dalla scoperta, dopo un lunghissimo sonno “arbitrario” trascorso nei sotterranei del Museo di Cagliari, ci si è resi conto che le statue dei “Giganti di Mont’e Prama”, erano state battezzate in modo banale, da persone poco istruite! Si, a loro era stato dato, sicuramente per pochezza culturale, la denominazione di “Giganti” (i sardi, forse, lo fecero ad imitazione delle millenarie “Tombe di giganti” che la Sardegna vanta), anziché quella ben più appropriata di “eroi”. E giù, da parte degli eruditi Soloni del MIBACT, uno sciorinare di fior di cultura, da quella greca a quella romana, contestando, in modo forte che i sardi erano stati alunni poco diligenti, poco acculturati, a definire in modo così improprio i “grandi” del loro aureo passato. Dimenticandosi, però, questi Soloni, di un particolare, di non poco conto.
Dalla scoperta di queste grandi statue erano passati come detto prima oltre 40 anni. Com’è che in questo quasi mezzo secolo i soloni di oggi non si erano mai pronunciati? Dov’erano i “dotti” di oggi del Ministero, quando questa straordinaria statuaria veniva definita i “Giganti di Mont’e Prama”? Perché ieri, vista la nostra ignoraanza, non hanno sparato ad altezza d’uomo su Giovanni Lilliu, il primo che definì queste stupende statue “Giganti” e non “Eroi”? Vogliamo forse dare la patente di incompetente anche al più grande archeologo della Sardegna? Mistero.
Curiosamente mi viene da paragonare questo cambio di denominazione al cambio di nome di un bambino. Immaginiamo che, come avveniva in passato, il bimbo fosse stato battezzato col nome di Giuseppe (nome del nonno paterno) e successivamente, magari quando il bambino era già alle elementari, ci si sia resi conto che invece si sarebbe dovuto chiamare Matteo (come il nonno materno). Ve li immaginate i risvolti e i drammi di un eventuale cambio di nome a posteriori? Ecco, credo che per i nostri ‘Giganti’ stia avvenendo la stessa cosa!
Dopo questa presa di posizione Ministeriale, avallata purtroppo dalla Regione Sardegna, c’è stato un sollevamento generale, a partire dal Comune di Cabras e da quelli del circondario, per ribadire che “un cambio di nome” in corso d’opera, che distrugge quanto fatto finora per divulgarne la conoscenza, oltre a tutti i risvolti di natura economica ad essa legati, è a dir poco pazzesco, semplicemente deleterio, sotto certi aspetti una follia. 
Sono già tante le aziende che sul nome “Giganti” hanno investito, a partire dalla Dinamo, perché, dunque, questa necessità di "cambio di nome" che rischia di far ‘buttare a mare’ tutto quanto si è fatto e speso (investito) finora?
A pensar male, dice un proverbio, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Siamo sicuri che i Giganti di Mont’e Prama non diano fastidio a qualcuno? In realtà lo pensano già in tanti. L’ipotesi scientifica formulata (ribadisco ipotesi, quindi non certezza) siamo sicuri che è sufficiente e così importante, tanto da distruggere tutto quello che si è fatto finora per pubblicizzare queste statue e sul ritorno economico possibile? Il marketing, chi lo ignora è meglio che si aggiorni, insegna che “cancellare” un nome entrato già nel gradimento dei consumatori significa distruggere il prodotto di riferimento. È quello che si vuole?
Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Oristano, città capoluogo della zona del ritrovamento (Cabras), ha votato all’unanimità (20 voti a favore) la proposta di ordine del giorno presentata da Andrea Riccio (Consigliere comunale del gruppo Capitale Oristano) per impegnare “la Giunta ad intraprendere tutti gli atti possibili perché, di concerto con il Comune di Cabras nonché degli altri Comuni aderenti all’Unione di Comuni Costa del Sinis Terra dei Giganti, ma anche assieme a tutti gli altri comuni della Provincia e Sardi, come delle altre istituzioni territoriali, agiscano nei confronti del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Sardegna perché il nome utilizzato in qualsiasi mezzo promozionale relativo a Mont’e Prama sia l’originale e consolidato di Giganti e non di Eroi”.
Per ribadire con maggior forza la sua tesi Andrea ha ricordato come la recente campagna promozionale del MIBAC, che sarebbe costata addirittura 273 mila euro, pur avendo il lodevole intento di promuovere e divulgare la conoscenza del sito nuragico di Mont’e Prama, cambiando il nome delle statue, ha già inciso molto negativamente sulla promozione di questo bene culturale, vanificando quanto fatto in precedenza. “Il nome è importante – ha detto Riccio (…) in particolar modo se si vuole promuoverne la conoscenza. La denominazione dei Giganti, frutto della felice intuizione dell’accademico dei lincei Giovanni Lilliu, viene ora cancellata in nome del “rigore scientifico”; questo dopo quarantaquattro anni, di cui quaranta trascorsi nell’oblio dei magazzini del Museo Archeologico di Cagliari? Ci si renda conto che, facendoli diventare eroi, essi vengono nuovamente sepolti”.
Anche il Sindaco della città Andrea Lutzu, dopo l’intervento ha commentato: “Quello che ha detto il consigliere Riccio è assolutamente vero. La nostra posizione è chiara ed è stata espressa anche recentemente dai Sindaci del territorio che hanno avuto parole durissime nei confronti della Sovrintendenza per una decisione incomprensibile e inaccettabile”. Forti anche le critiche dei diversi consiglieri intervenuti.
Che dire, amici, credo che la Sardegna intera debba ribellarsi a decisioni impositive come questa. È tempo che si esca da quella sudditanza che da secoli ci contraddistingue. È tempo che i sardi comincino a pensare che il loro futuro, il loro avvenire, non debba continuare ad essere mutuato da chi continua a considerarci sudditi e non cittadini a pieno titolo come gli altri.
A domani.
Mario


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