Oristano
31 Ottobre 2015
Cari amici,
Le vie del Sacro, pur
non essendo “infinite”, come quelle del Signore, sono comunque tante: innumerevoli
a dir poco, come innumerevoli sono i preziosi oggetti d’arte che, spesso per il
tempo mancante o addirittura per incuria, dormono per molti anni dimenticati
nei luoghi sacri (Chiese, Sacrestie e Case Parrocchiali) di moltissimi nostri
Paesi. Quanto affermo è pienamente dimostrato da un recente splendido “recupero”,
che ha consentito l’allestimento di una bella mostra di preziosi oggetti sacri a
San Vero Milis, realizzata nello spazio espositivo del Museo Civico, ubicato
nei pressi della Chiesa Parrocchiale Secentesca dedicata a Santa Sofia V. e M.
e retta dal Parroco Don Ignazio Serra.
La mostra che porta il
titolo “Le vie del Sacro: oggetti
d’arte, tra devozione, distruzione e restauro”, è stata allestita e curata
dal sanverese critico d’arte Ivo Serafino Fenu, con la collaborazione di Don
Ignazio Serra. In questo modo è stato sottratto all’oblio e al degrado un
patrimonio di inestimabile valore, grazie anche al certosino lavoro di
catalogazione e restauro portato avanti dalla Soprintendenza delle Belle Arti e
del Paesaggio di Cagliari e Oristano.
Nel pomeriggio di
Venerdì 30 Ottobre la bella mostra è stata inaugurata dall’Arcivescovo, S.E.
Mons. Ignazio Sanna, che ha tagliato il nastro con il Sindaco Luigi Tedeschi,
presenti la Dr.ssa Porcella della Soprintendenza, e Ivo Serafino Fenu. Numeroso
il pubblico che ha voluto presenziare alla manifestazione e che, per
l’occasione, ha potuto visitare, in quanto appena aperto, sia il giardino del
Museo Civico che la Chiesa trecentesca di San Salvatore. L’Arcivescovo si è
dichiarato compiaciuto dell’iniziativa, ringraziando quanti si sono prodigati
per realizzarla. “L’arte, ha detto, è una via privilegiata per arrivare a
Dio”.
La mostra, con un
centinaio di opere esposte, ha voluto ripercorrere le Vie del Sacro che hanno
attraversato il tempo, mostrando nuovamente al pubblico le numerose e pregevoli
statue lignee policrome prodotte nei secoli scorsi, i preziosi argenti e i fini
paramenti liturgici, provenienti sia dalla Parrocchia di Santa Sofia V. e M.
che dalla Chiesa di S. Michele Arcangelo e da altre minori. Scopo principale,
condiviso dall’Amministrazione Comunale, quello didattico divulgativo,
necessario per inculcare e stimolare la cultura della conservazione dell’arte
del passato e dell’immenso patrimonio culturale e devozionale esistente.
Pezzo forte
dell’esposizione la così detta “Madonna
di Spagna”, preziosa opera lignea raffigurante la Vergine col bambino,
databile sicuramente nella metà del XVI secolo. L’opera mutilata, bruciata sul
lato sinistro del capo e in modo più forte nella parte centrale del ventre
della Vergine, approdò casualmente nella marina di S. Vero Milis il 10 Aprile
del 1937. L’Arcivescovo del tempo, Mons. Giorgio Francesco Maria Del Rio,
stabilì che la statua fosse conservata nella Chiesa Parrocchiale di S. Vero
Milis e, a tale scopo, venne costruita un’apposita cappella tra il 1948 e il
1957.
L’analisi effettuata
sulla statua fece presupporre che provenisse dalla Spagna, in quegli anni
scossa da una sanguinosa guerra civile; l’effigie della Madonna, bruciata,
ferita e vilipesa, pare che abbia solcato il mare approdando, poi, sulle nostre
coste. Al visitatore odierno questa Madonna martoriata, muta nel su dolore,
scatena una miriade di sensazioni che spaziano dal passato al presente: è
facile vedere, riflessi nell’effigie della Vergine Maria, i terribili drammi, i
mali che proprio nell’attuale millennio della modernità, sconvolgono il mondo:
i milioni di migranti che disperati solcano il mare in cerca di speranza,
l’eterna violenza che continua a consumarsi sulle donne, rappresentata dalle
bruciature evidenti sul simulacro.
Ecco allora che anche
riscoprire e ripercorrere le antiche vie dell’arte del passato, può costituire
un ottimo veicolo didattico: perché non c’è presente senza un serio legame con
il passato, così come non ci potrà essere futuro senza la necessaria
continuità. La mostra “Le vie del Sacro”, che come icona porta la preziosa
statua della Madonna di Spagna, intende far riflettere i visitatori, che
possono interpretare, in chiave moderna, le vie di fede percorse nel passato:
nella speranza che la Madonna possa fare in noi, anche oggi, il miracolo:
riscoprire il passato e noi stessi, in un percorso di fede e di speranza.
L’interessante
mostra sarà visitabile fino al 27 dicembre 2015.
Mario Virdis