Oristano
31 Agosto 2016
Cari amici,
La vita dell’uomo è
fatta di tante fasi! Genitorialmente “dipendenti" dalla nascita fino
all’adolescenza, attraversiamo, poi, le successive “età 'critiche", quelle
più stressanti della nostra vita, che ci tormentano fino a tutta
l’età della formazione, compresa tra i 20 e i 30 anni. A questo punto
l’affermazione che la vita comincia sostanzialmente dopo i 40 anni, mi sembra
abbastanza logica. Se da un lato al raggiungimento di quell’età si fanno sentire i primi
acciacchi fisici rispetto all’età giovanile, dall'altra ci si sente, però, più felici e
meno stressati. Le età 'critiche' precedenti, quelle della costruzione del
nostro Io, con l’avanzare dell’età lasciano il posto, man mano che gli anni
passano, all’età della riflessione, della maggiore serenità, con conseguente
aumento della nostra felicità interiore.
Questo è quanto emerge
da uno studio della University of
California San Diego School of Medicine, recentemente pubblicato su Journal
of Clinical Psychiatry. Lo studio ha analizzato la salute fisica, le funzioni
cognitive e altri indici di misura della salute mentale e del benessere, in un
campione di 1.546 uomini e donne. L'età era compresa tra i 21 e i 100 anni e i
partecipanti scelti in maniera casuale. Dai risultati è emerso che le persone
più anziane avevano punteggi, relativamente alla salute mentale,
significativamente più alti rispetto ai partecipanti più giovani; essi si sentivano
più felici, più soddisfatti e meno stressati, nonostante le funzioni fisiche e
cognitive risultassero globalmente peggiori.
Una delle ipotesi
avanzate dagli studiosi è che aumentando la saggezza con l'età, le persone
anziane tendono ad essere più capaci di 'auto regolarsi', e quindi ad essere
più stabili emotivamente e maggiormente in grado di orientarsi nel complesso
processo decisionale sociale. A 40 anni, dunque, è come se arrivassimo al giro di boa della
nostra vita! La nostra vita comincia a 40 anni, allora? Sarà! Lo studio dice
che a quell’età stiamo nel meglio,
che essa sia l'età della migliore soddisfazione: insomma, superati i 40 anni, non siamo né vecchi né giovani,
né stupidi né saggi, ma “maturi”, come si diceva una volta.
Lo studio
dell’Università californiana, però, non è condiviso da tutti. Non pochi sociologi,
anche nostrani, dicono che la mezza età, proprio quella dei 40 anni, è
anch’essa foriera di sconvolgimenti interiori di non poco conto! Alcuni esempi
possono chiarirlo meglio. Le coppie legate da qualche lustro di
matrimonio, ad esempio, sempre più spesso si separano, altre, anche rimanendo
formalmente legate dal vincolo e non separandosi, tradiscono facendosi un'amante. Il passaggio alla seconda metà della nostra vita, dunque, è anch’esso ricco di non poche ansie, di
forti desideri di cambiamento, di variazioni importanti nelle abitudini di vita, a volte
addirittura ‘epocali’.
Questo bisogno, forse, scaturisce
dalla riflessione che ognuno di noi fa sull’andamento della prima metà della
propria vita, e, se guardiamo attentamente in giro, ci accorgiamo che in tanti, arrivati ai 'fatidici 40',
cercano di dare “un nuovo taglio” al proprio “modus operandi”. C'è chi modifica il suo
aspetto fisico, chi si taglia i capelli a zero e chi se li fa crescere lunghi e
fluenti, chi fa fitness in palestra per dimostrare ancora un aspetto ultra
giovanile, e chi, lasciata la città si ritira in campagna a fare il Cincinnato; così come c’è chi rimane sempre uguale, fa la stessa vita fino a morire
silenziosamente, solo e quasi sereno, lasciando questo mondo in punta di piedi.
Non c’è limite al
cambiamento dopo i famosi o famigerati “anni 40”! C’è anche chi si risposa e fa
pure un figlio (dopo essersi magari separato dal precedente legame), e ai
giardinetti si inorgoglisce quando la gente mormora "Che nonno
giovanile!". C'è chi, dopo averlo evitato da giovane, diventa
tossicodipendente (di droga o di alcool) e chi si compra la moto Harley
Davidson e va in giro col giubbotto di pelle firmato, così come c’è chi
risveglia dal suo profondo inconscio la voglia omosessuale, chi cambia
religione, magari avvicinandosi alla spiritualità orientale, e chi, quasi
colpito da redenzione “sulla via di Damasco”, si butta nel volontariato, diventando un
fanatico dell’aiutare gli altri.
Si, cari amici, “nel
mezzo del cammin di nostra vita”, come diceva il nostro sommo poeta
Dante Alighieri, i cambiamenti non mancano! Personalmente concordo con le
risultanze dello studio fatto dall’Università di San Diego in
California, perché a 40 anni le capacità cognitive dell’uomo hanno perso per
strada la gran parte delle ansie e dei timori dell’età giovanile. Io credo che
la normalità sia proprio quella che viene evidenziata in questo studio, anche se, poi, la
saggezza lascia a volte spazio al bisogno di sperimentare molte delle cose che,
magari, si sono desiderate nella prima metà della nostra vita, ma non siamo
riusciti a realizzarle. Ben vengano gli esperimenti “senili”, se fatti cum iudicio, capaci sicuramente di
riuscire a completare quel grande “puzzle” che è la nostra vita!
A domani.
Mario