domenica, aprile 30, 2023

LA MERAVIGLIOSA ISOLA DI TAVOLARA TRA STORIA E LEGGENDA. IL MITO DELLE CAPRE DAI DENTI D'ORO E DEL RE DEL MINUSCOLO REGNO DI TAVOLARA, LA PICCOLA MA SPLENDIDA PERLA SARDA.


Oristano 30 aprile 2023

Cari amici,

Chiudo i post di Aprile parlando di una delle perle della nostra straordinaria Sardegna: "L’isola di “TAVOLARA”. Posta nella parte Nord-Orientale della Sardegna, è antistante il Golfo di Olbia, proprio di fronte a Porto San Paolo. Si presenta come una montagna calcarea e granitica di forma rettangolare lunga all'incirca 6 km, larga 1 km e posta a ben 565 metri sul livello del mare, altezza che la rende ben visibile tanto dal Monte Albo che dalla Corsica. Tavolara, insieme all’isola di Molara e allo scoglietto di Molarotto, fa parte dell’area marina protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo. L’isola è abitata solo da pochissimi residenti ma alquanto visitata d’estate in quanto possiede alcune delle più belle spiagge della Gallura.

Tavolara è un’Isola con una ricchissima flora, che si caratterizza anche per la sua unicità. La fanno da padrone il ginepro, l’elicriso, il rosmarino e il lentisco nella zona rocciosa, i gigli di mare nella striscia sabbiosa dello Spalmatore di Terra ma anche l'Erodium coricum e la rarissima Asperula deficiens, nota anche come Stellina di Tavolara, che vive soltanto sulle rupi del versante settentrionale dell’isola. A Tavolara, inoltre, si trova anche un fiordaliso rarissimo, che nasce dall’incrocio fra la Centaurea filiformis e la Centaurea horrida, che solo qui entrano in contatto.

Su quest’isola nidificano il Marangone dal Ciuffo, la Berta minore mediterranea, la Starna e il Fraticello, tra gli uccelli acquatici. Sull'isola si trova anche il raro Gabbiano corso. Vi sono poi Aironi candidi, Garzette e Aironi guardabuoi. Sulla cima di Tavolara nidifica anche l'Aquila reale (unica piccola isola del Mediterraneo a ospitarla) e vi sono anche alcune coppie di Falco Pellegrino. Nelle sue acque nuotato Tursiopi (delfini costieri), Grampi, Capodogli, Squali elefante (innocui per l'uomo), Stelle serpenti e Cicale di mare. Sulla terraferma invece si trovano i Mufloni. Un’isola che può essere definita solo un incanto!

Amici, su quest’isola, poi, corrono non pochi miti e leggende, a partire dall’antichità. Una delle leggende più antiche rimanda addirittura al mito di Ulisse. L'isola, infatti, sarebbe in realtà la nave del popolo dei Feaci, che fu pietrificata dal dio Poseidone, per vendicarsi e punire quel popolo che aveva favorito il ritorno di Ulisse sino ad Itaca. Ma l’isola custodisce diversi altri segreti, uno dei quali riguarda la famiglia BERTOLEONI, il cui capostipite divenne Re di Tavolara. Vediamo la storia.

Si narra che nel 1806 il 29enne Giuseppe Bertoleoni, residente in Corsica ma membro di una famiglia di origine genovese, partì alla ricerca di una terra ospitale dove abitare. Dopo essere stato a Spargi e Mortorio e aver temporaneamente dimorato nell’arcipelago della Maddalena, si stabilì nella disabitata TAVOLARA, dove stabilì la sua residenza, dotando la casa di tutti i comfort dell'epoca. Vi si trasferì con una delle sue due mogli (l’uomo ebbe infatti contrasti con la giustizia per motivi di bigamia), dedicandosi principalmente all’allevamento delle capre del luogo, che, stranamente, erano caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura, tanto da essere chiamate le capre dai denti d’oro. In realtà, queste capre, presenti solo in quest’isola, dove vivevano allo stato brado, avevano i denti giallo-oro perché si cibavano. vivendo in totale libertà, di elicriso e di altre erbe particolari presenti nell’isola.

Oramai ben ambientati nell’isola, vivendo di allevamento e di pesca, nel 1815 Giuseppe Bertoleoni soccorse il re di Napoli, scaraventato sull’isola da una tempesta; il re, per ringraziarlo, lo nominò “Signore di Tavolara”. Successivamente, nel 1836 Carlo Alberto di Savoia, re di Piemonte e di Sardegna si recò sull’isola per poter toccare con mano quanto si raccontava sulle mitiche capre dai denti d’oro. Sull’isola il re Carlo Alberto di Savoia incontrò il Bertoleoni, che si presentò come il “re dell’isola” e lo accolse con tutti gli onori, facendolo soggiornare per una settimana in quel paradiso, all’insegna della caccia e della convivialità. Il re, entusiasta, in cambio dell’accoglienza splendida gli fece una promessa: al suo ritorno lo avrebbe nominato ufficialmente “sovrano dell’isola” di Tavolara.

Carlo Alberto si dice che mantenne la promessa e lo fece davvero diventare re di Tavolara, con tanto di carta protocollare depositata in prefettura. A riprova di ciò, una pergamena ufficiale di investitura sarebbe poi giunta all’ufficio del demanio di Tempio Pausania. Purtroppo, la pergamena andò perduta e non fu più rintracciata. Complice la successiva assenza dei Bertoleoni dagli elenchi nobiliari del Regno d’Italia, prove tangibili che un documento del genere sia davvero esistito non ce ne sono, anche se ancora oggi Re Tonino giura di averlo vista e toccata negli anni Cinquanta.

Amici, di certo non resta altro che fidarsi, come del resto dei racconti tramandati oralmente di generazione in generazione. Come della storia della foto, scattata nel 1896 dall’equipaggio della nave Hms Vulcan, su presunta richiesta nientemeno che della regina Vittoria e che si troverebbe ancora oggi conservata a Buckingham Palace. Una copia di questa foto è attualmente in bella mostra al ristorante gestito dalla famiglia Bertoleoni a Tavolara; sulla foto sarebbe riportata la seguente didascalia: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania (vecchio nome di Olbia, n.d.r.), il più piccolo regno del mondo».

Cari amici, Tavolara è un’isola meravigliosa, che anche oggi ha il suo re: è Tonino BERTOLEONI, che perpetua la storia della sua famiglia e ne perpetua la memoria. Proprio alle spalle dello Spalmatore di Terra, l’incantevole spiaggia sulla quale nel periodo estivo centinaia di turisti fanno quotidianamente il pieno di bellezza, sorge infatti un piccolo cimitero in cui riposano tutti i sovrani della dinastia a partire da Paolo I, figlio di Giuseppe I e padre di Carlo I, cui spetta non a caso la sepoltura principale (con tanto di corona in muratura a svettare verso il cielo). Fu lui a disegnare la bandiera del regno: bianca con scudo rosso e stella d’oro a sei punte al centro. Proprio quella di cui re Tonino fa ampio sfoggio all’ingresso del suo ristorante.

A domani amici lettori!

Mario

sabato, aprile 29, 2023

LE ENDORFINE, QUEL POTENTE ANALGESICO NATURALE PRODOTTO DAL NOSTRO CERVELLO CHE REGOLA IL DOLORE, LO STRESS E IL TONO DEL NOSTRO UMORE. ECCO COME AUMENTARNE LA PRODUZIONE.


Oristano 29 aprile 2023

Cari amici,

Le endorfine sono un gruppo di ormoni peptidi prodotti dal nostro cervello a livello dell’ipofisi; definite neurotrasmettitori, quando vengono rilasciate aumentano la soglia del dolore, calmano lo stress e migliorano il tono dell’umore; esse praticamente si comportano come la morfina, e per questo sono chiamate endorfine, ovvero sono “Morfina endogena”, prodotta naturalmente dal nostro corpo con effetto analgesico importante. Queste particolari molecole risultano fondamentali nel garantire il benessere psico-fisico dell’individuo.

Tuttavia, pur essendo le endorfine prodotte naturalmente dal nostro organismo, questo in condizioni particolari necessiterebbe di una maggiore produzione, e la scienza, con i suoi studi, ci suggerisce come noi possiamo aiutare il nostro cervello ad aumentarne la produzione. Una delle attività suggerite per migliorare la produzione di endorfine è quella sportiva, che porta con sé tanti benefici se viene praticata in modo adeguato. Lo sanno bene gli sportivi, che, al termine dell’attività sportiva praticata, provano quella sensazione di benessere psicofisico che appaga, ritrovandosi con un netto miglioramento dell’umore.

Secondo alcuni studi, il rilascio delle endorfine da parte del nostro cervello avverrebbe in attività di media intensità per una durata di almeno trenta minuti. Se ci pensate quando si termina l’attività sportiva si ha la sensazione di riduzione dello stress, della tensione muscolare (ad eccezione di quella provocata dalla stessa attività), della sensazione di nervosismo. Il risultato è quello di ritrovarsi maggiormente euforici, appagati da un rinnovato benessere e da un senso di maggior leggerezza.

Altra attività che stimola il nostro cervello a produrre endorfine è quella di mangiare, ovvero alimentarsi con gusto col proprio cibo preferito, che genera un grande piacere non solo fisico. C’è chi predilige il cioccolato, spesso conosciuto come lo stimolatore per eccellenza, o chi dà spazio a dolci, a un buon bicchiere di vino, a una bevanda preferita, a un piatto super elaborato e mangiato poco frequentemente. Insomma, scegliere il giusto cibo significa dare al nostro cervello un momento di piacere e di godimento, capace di creare la giusta atmosfera fisica e mentale. È un modo di godere appieno con tutti i sensi, provando piacere e soddisfazione, appagamento e benessere.

Se poi tutto questo viene fatto in un contesto piacevole, come una serata a cena tra amici, una cena romantica, una serata rilassante in solitudine, tutto prende più sapore, cosa che aumenta notevolmente la quantità di endorfine in circolo. Gustare il cibo preferito, sgombrando la mente dagli altri pensieri, significa percepire appieno tutte le piacevoli sensazioni che ne derivano, sia a livello fisico che mentale. Non dimentichiamo, poi, che le endorfine amano la buona compagnia di amici, con i quali si scherza e si ride piacevolmente, essendo questo connubio un ottimo sistema per produrre benessere.  Sappiamo bene che questi momenti felici generano buon umore, riducono lo stress e alleviano la fatica.

Ovviamente tutto questo non sempre è possibile: ci sono momenti e periodi difficili, ma anche in questi casi la vicinanza di un buon amico, una serata diversa dopo un impegno faticoso, donano anche se in tono minore un pizzico di benessere ed un sorriso.  Ridere, infatti, è un’ottima medicina, tanto che in campo medico scientifico questo potente strumento è utilizzato per alleviare la sofferenza dei malati, per stimolare il sorriso negli anziani, per alleviare la paura e la fatica nei bambini. Vi ricordate Patch Adams e la clownterapia? Ecco il concetto alla base è proprio questo: stimolare la produzione di endorfine.

Lo stesso principio si è visto anche nella Pet Therapy ovvero la terapia con gli animali. Sì, perché accarezzare o prendersi cura di un animale (il più delle volte vengono usati i cani o i cavalli), stimola la produzione di endorfine e genera senso di benessere. Un altro importante strumento è “La Meditazione”, in quanto riduce lo stress e aumenta il rilascio di endorfine La meditazione ha molti effetti positivi sull’organismo tra cui anche il rilascio di endorfine naturali. La sensazione di rilassamento, benessere e pace che si ha quando si medita è generata in specie anche da queste sostanze.

Cari amici, la meditazione è un potente antidoto contro lo stress della vita moderna, per cui dovremmo dedicare almeno un momento al raccoglimento e alla meditazione. È un modo per ritrovare se stessi, riconnettere la propria mente col proprio corpo; in questo modo si riflette sul proprio vissuto, si lasciano andare i pensieri negativi, concentrandosi sullo status quo. C’è chi medita camminando, chi facendosi una bella nuotata, chi leggendo un bel libro, chi ascoltando musica o facendo un bagno caldo. Le tecniche come lo yoga o la mindfulness possono essere delle buone strategie, ma ognuno deve poi trovare la propria modalità per incrementare il benessere.

Un’altra attività importante che aiuta il nostro cervello a rilasciare la giusta dose di endorfine è quella di dedicarsi ai propri hobby, coltivando le proprie passioni. In questo modo si riducono i livelli di stress, si limitano le aspettative, si scartano i pensieri intrusivi e negativi o quelli legati al dovere e ai tanti impegni che si hanno. Insomma, fare qualcosa che diverte, dona soddisfazione e benessere, stimola il buon umore.

Cari amici, qualunque lavoro possiamo svolgere, teniamoci almeno uno spicchio del nostro tempo per fare qualcosa che ci appaghi, qualunque essa sia! Possiamo, nel tempo libero ballare, cantare, ascoltare musica a tutto volute, andare a cavallo, uscire con gli amici, guardare un bel film, fare sport, leggere un buon libro, dipingere, trascorrere più tempo con i figli, con le persone care, andare in montagna o al mare, al lago o in città! Insomma, fate qualunque cosa ci doni benessere e ci permetta di sentirci appagati, soddisfatti e con un po’di energia in più. Tutto questo ci eviterà di ricorrere ai medici e ai farmaci, perché, se siamo attenti, ci sovviene il nostro cervello, dandoci il necessario benessere!

A domani.

Mario

venerdì, aprile 28, 2023

ATTENTO ALLE CHIAMATE CON POCHI SQUILLI E SE RISPONDI CHIUDONO! SONO UNA TRUFFA. ECCO COME TI PUOI DIFENDERE


Oristano 28 aprile 2023

Cari amici,

Ci sono truffe che, dopo una certa pausa, quando pensiamo che sia roba del passato, all’improvviso ritornano. È questo anche il caso della truffa telefonica chiamata “WANGIRI”, detta anche truffa della chiamata senza risposta. È stata chiamata wangiri, che è un termine giapponese in quanto pare che sia nata proprio in Giappone. In giapponese, infatti, la parola wangiri significa “uno (squillo) e buttare giù”. Questa truffa, diffusasi poi in tutto il mondo, dopo un’apparizione negli anni scorsi ora è tornata in auge. Vediamo insieme le caratteristiche di questa curiosa truffa.

La truffa dello squillo telefonico o della chiamata senza risposta è molto semplice: la vittima trova una chiamata senza risposta sul telefono proveniente da un numero estero; se richiama, viene indirizzata a un numero di telefono a pagamento, in grado di addebitarle anche 1 o 2 euro in pochi secondi. Seppure già nota riesce ancora a imbrogliare i distratti e gli indaffarati, che senza riflettere cercano di richiamare quel numero che i cybercriminali hanno utilizzato come esca, approfittando dell’ingenuità delle persone per addebitare chiamate a servizi telefonici costosissimi o attivare abbonamenti a servizi premium (sempre costosissimi).

Di solito, il cybercriminale che organizza questa truffa chiama in orari in cui è più probabile che la vittima non possa rispondere, ad esempio durante l’orario d’ufficio o di notte. La chiamata è cortissima, solo uno squillo, in modo che la persona non abbia il tempo di rispondere. Lo scopo è evidente: cercare di essere richiamati e poter cos' addebitare all'ingenuo delle tariffe telefoniche alte, cosa possibile solo se è l’utente a chiamare il numero. Per questo, il primo segnale sospetto è proprio la presenza di una singola chiamata senza risposta, non accompagnata da altre chiamate perse o messaggi in segreteria.

Obiettivo dei cybercriminali è quello di depredare il conto telefonico della vittima di turno, che ingenuamente, senza prima fare verifiche, richiama il numero che ha fatto un solo squillo. Basterebbe controllare il prefisso (questi i più usati: Moldavia: +373, Kosovo: +383, Tunisia: +216), prima di richiamare senza riflettere e aver verificato la provenienza. La chiamata fatta dall’ingenuo utente viene, infatti, reindirizzata a un numero con sovrapprezzo, un servizio privato con costi altissimi che in Italia sarebbe illegale, ma che purtroppo non può essere bloccato a priori dagli operatori telefonici.

Il cybercriminale non utilizza persone per fare le chiamate, in quanto queste, nella maggior parte dei casi, sono effettuate in automatico, e proprio per questo vengono anche chiamate “robocall”. Questo è anche il motivo per cui queste truffe sono così lucrative per i criminali: metterle in pratica costa poco, dato che sono completamente automatizzate, e colpiscono un numero di vittime così grande che anche quei pochi euro a persona le rendono molto redditizie.

Purtroppo, bloccarle o prevenirle non è facile, in quanto non è possibile riconoscere i numeri da cui vengono realizzate le robocall. L’unico metodo completamente efficace sarebbe bloccare le chiamate internazionali, ma in questo modo bloccheremmo anche le eventuali chiamate legittime. Una soluzione intermedia è l’uso di app come Truecaller, che filtrano le chiamate provenienti dai numeri dei loro database, dove archiviano tutti i numeri fraudolenti conosciuti. Queste app funzionano in modo simile alla protezione antispam di Android ed è per questo che tutti gli utenti dovrebbero contribuire segnalando i messaggi e le chiamate di spam.

Cari amici, il mio consiglio, destinato ai meno esperti, considerato che non è possibile prevenire le chiamate wangiri, è quello di proteggersi “non richiamando quel numero sconosciuto”, di provenienza internazionale, che squilla senza risposta. Se, infatti, il numero chiamante fosse legittimo, sicuramente avrebbe richiamato in seguito, oppure avrebbe lasciato un messaggio in segreteria. Infine, suggerisco anche, nel caso si ricevano numerose chiamate da numeri stranieri simili, che sarebbe opportuno contattare il proprio operatore telefonico o denunciare il fatto alla polizia postale.

A domani amici lettori.

Mario

giovedì, aprile 27, 2023

COSA FACCIAMO QUANDO ABBIAMO PAURA PER LA NOSTRA SALUTE? CONSULTIAMO I MEDICI O CERCHIAMO LE CURE FAI DA TE? ATTENTI A NON CADERE NELLLA CYBERCONDRIA.


Oristano 27 aprile 2023

Cari amici,

Sarà anche perché la sanità non è proprio in “ottima salute” e recarsi da un medico della struttura pubblica spesso comporta tempi assolutamente inaccettabili, ma il ricorso alle consultazioni mediche via internet è in costante aumento. Si, in tanti (forse troppi) ormai utilizzano il computer per cercare soluzioni ai mali che ci affliggono. Internet, è diventato, ormai, “un ambulatorio polispecialistico onnisciente, tanto che il motore di ricerca si è meritato a furor di popolo il titolo di “Dottor Google”.

In tutto il mondo, ma in particolare negli USA, pare che otto persone su 10 affidino alla Rete le preoccupazioni sul proprio stato di salute, mentre in Italia, secondo una ricerca del Censis, ben il 32% della popolazione sceglie il web per interpretare sintomi e riconoscere patologie prima di rivolgersi al medico di base o a uno specialista. Il problema sta diventando abbastanza serio, in quanto le risposte fornite dal Dott. Google, possono risultare contraddittorie e dispersive, col risultato di confondere pericolosamente chi le legge, ipotizzando stati di salute errati, OVVERO auto-diagnosi fuorvianti dal reale stato patologico, invogliando a iniziare cure pericolose senza prima aver interpellato un vero medico.

La realtà è che, purtroppo, il numero delle persone che ricorre al Dottor Google è in costante aumento, diventando una vera e propria ossessione e trasformando le persone che vi ricorrono in cybercondriaci. Questa nuova patologia altro non è che un disturbo psicologico di tipo fobico-ossessivo, caratterizzato dalla ricerca continua di informazioni sulle malattie basata sulla convinzione infondata di essere affetti da una qualche sindrome. La "cybercondria" in realtà è la versione moderna della più conosciuta ipocondria. In passato, il malato immaginario ricorreva ai veri medici, oggi, invece, prima di tutto alimenta e conferma le sue paure facendo continuo ricorso al Dott. Google, con implicazioni negative per il proprio equilibrio psicologico.

L'ipocondriaco cibernetico si tuffa nel Web con l'ingenuo proposito di sollevarsi dall'ansia e dalla paura di essere malato. A volte trova effettivamente informazioni confortanti ma, spinto dal bisogno di “certezze”, continua la navigazione sino a che non si imbatte in notizie allarmanti e quadri diagnostici che gli confermano la possibilità di essere affetto da un grave e irrimediabile male. Da ciò ne deriva una forte ansia e una crisi psicologica che, nel dubbio, lo porta a continuare ancora a cercare…cercare…

La domanda che ci poniamo è: Ma Google ci può aiutare davvero? In linea di massima la risposta dei medici è “NO”, per il semplice motivo che, come con ironia diceva Martin Heidegger, un grande filosofo autore, tra l'altro, di "Essere e tempo", «Chi si cura leggendo letteratura medica divulgativa merita di morire per un errore di ortografia». Inoltre, al di là del danno che creiamo a noi stessi, possiamo anche fare del male ad amici e parenti, in quanto il 50% delle ricerche risulta diretta a capire i sintomi di qualcun altro della nostra famiglia o della cerchia dei nostri amici.

La cybercondria è principalmente focalizzata su tumori, malattie cronico-degenerative e sindrome da HIV e si manifesta principalmente attraverso alcuni indicatori: la costante consultazione di siti medici e forum riguardanti il disturbo immaginato; la tendenza a parlare di continuo e a socializzare i propri timori nelle relazioni faccia a faccia e nei social-network; l'attenzione selettiva per le spiegazioni più preoccupanti e drammatiche del sintomo più lieve; lo sviluppo di condotte compulsive per la pulizia e l'ordine sia nell'ambito personale che interpersonale, tutte condotte che finiscono per alterare in modo significativo le capacità relazionali e la libertà d'azione della persona.

Cari amici, il continuo cercare nel Web la risposta ai sintomi, spesso banali che ci affliggono, crea indubbiamente ansia e stress. Per quanto riguarda l’Italia le analisi statistiche hanno messo in luce che oltre un quarto degli Italiani (il 27%) ha confermato di aver usato il Dottor Google per cercare dei sintomi di un proprio malessere, con la risultante, purtroppo, di essere arrivati a farsi una diagnosi sbagliata o peggiore rispetto a quella che, in seguito, il proprio medico ha confermato. Cosa fare dunque? La risposta alla cybercondria è la psicoterapia che, in tempi brevi, può depotenziare il disturbo, neutralizzare i sintomi e aiutare la persona a ritrovare il precedente equilibrio. In caso di disturbi, la soluzione è una sola: parlarne subito con il proprio medico.

A domani, amici lettori.

Mario

mercoledì, aprile 26, 2023

LE GRANDI VIRTU' DEL BICARBONATO DI SODIO. UTILIZZATO AMPIAMENTE IN CUCINA, RISULTA ALQUANTO UTILE IN CASA, OLTRE CHE BENEFICO PER LA NOSTRA SALUTE, AIUTANDOCI A RISOLVERE ALCUNI PROBLEMI.


Oristano 26 aprile 2023

Cari amici,

Il “BICARBONATO DI SODIO” è un sale di sodio dell'acido carbonico (la formula è NaHCO3). In natura, oltre che frequentemente disciolto nelle acque superficiali e sotterranee, è presente (raramente) come minerale. Noi oggi lo troviamo in confezioni pronte e lo usiamo abbastanza in cucina, in quanto ha buone proprietà lievitanti (nel senso che fa lievitare l’impasto producendo anidride carbonica). Oltre agli usi culinari, però, il Bicarbonato, che agevola anche la cottura di alcuni cibi, ha una varietà di altri usi domestici e di benefici per la nostra salute, alcuni dei quali poco conosciuti. Eccone un campionario.

Uno degli usi salutari più noti è quello contro il bruciore di stomaco. Questo fastidio, noto anche come reflusso acido, è una sensazione dolorosa e bruciante che dalla regione superiore dello stomaco può diffondersi fino alla gola. È causato dal reflusso di acido fuori dallo stomaco e su per l’esofago, il tubo che collega lo stomaco alla bocca. Alcune cause comuni del reflusso sono l’eccesso di cibo, lo stress e il consumo di cibi grassi o piccanti. Il bicarbonato di sodio può aiutare a trattare il bruciore di stomaco neutralizzando gli acidi dello stomaco. Basta sciogliere un cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere d’acqua fredda e bere la miscela lentamente.

Il Bicarbonato risulta alquanto utile anche come Collutorio. L’uso di collutori nella nostra quotidiana igiene orale è una buona regola, in quanto questo arriva fino gli angoli della bocca e tra le fessure dei denti, delle gengive e della lingua, tutte zone difficili da raggiungere durante il lavaggio. Ebbene, molti usano il bicarbonato di sodio come sostituto del collutorio con buoni risultati. Inoltre, l’uso del Bicarbonato migliora e rinfresca l'alito, con le sue proprietà antibatteriche e antimicrobiche. La ricetta per il collutorio al bicarbonato di sodio è semplice: basta aggiungere mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio in un bicchiere di acqua calda, usando poi la miscela per fare gli sciacqui. Anche i denti, usando questo collutorio, torneranno più bianchi! Se poi hai un sudore particolarmente “odoroso”, niente paura: passa del bicarbonato sulle ascelle e vedrai che scompare l’odore!

Il bicarbonato di sodio, anche se pochi lo sanno, è un integratore usato da molti atleti. Ha, infatti, un pH elevato e può aiutare a ritardare l'affaticamento, permettendo così all’atleta di allenarsi più a lungo. Uno studio ha scoperto che le persone che avevano assunto il bicarbonato di sodio sono riuscite a fare attività fisica per una media di 4,5 minuti in più rispetto a coloro che non lo aveva preso. Alcuni studi dimostrano che può aiutare a eseguire il picco più a lungo, soprattutto durante gli esercizi anaerobici come l'allenamento ad alta intensità e lo sprint. Durante questi gli esercizi, le cellule muscolari iniziano a produrre acido lattico che abbassa il pH all'interno delle cellule, che può causare la stanchezza dei muscoli.

Un bagno al bicarbonato di sodio, amici, è spesso consigliato anche per lenire il prurito della pelle, specie quello causato da punture d'insetto e punture d'api. Inoltre, il bicarbonato di sodio può aiutare ad alleviare anche il prurito causato dalle scottature solari. Sembra più efficace se combinato con altri ingredienti come l'amido di mais e la farina d'avena. Per fare un bagno al bicarbonato di sodio, basta aggiungere 1-2 tazze di bicarbonato di sodio nella vasca d'acqua tiepida, assicurandosi che la zona interessata sia ben imbevuta. Per le aree più specifiche, è possibile creare una pasta con bicarbonato di sodio e un po' d'acqua e applicarne uno spesso strato sulla zona interessata. Anche i calli, quegli inspessimenti della pelle che diventa dura e ruvida, causa di dolore e disagio, beneficiano del bicarbonato di sodio. Le attività che possono causarli sono frequenti passeggiate, giardinaggio o sport. È interessante notare che gli studi hanno scoperto che l'immersione dei calli in un bagno di bicarbonato di sodio può aiutare ad ammorbidirli, a rimuovere le scaglie e a ridurre il disagio. Il procedimento è lo stesso descritto in precedenza.

Amici, il Bicarbonato di sodio in casa è un vero toccasana! Faccio qualche esempio. Neutralizza gli odori del frigorifero (basta riempire una tazza con bicarbonato di sodio e metterla nel frigorifero), deodora gli ambienti (per creare un deodorante per ambienti al bicarbonato di sodio, è necessario: un piccolo barattolo; 1/3 tazza di bicarbonato di sodio; 10-15 gocce dei tuoi oli essenziali preferiti; un pezzo di stoffa o di carta; una stringa o un nastro. Aggiungi il bicarbonato di sodio e gli oli essenziali al barattolo. Coprilo con il panno o la carta, e poi fissalo con lo spago. Quando il profumo comincia a sbiadire, dai una scrollata al barattolo.

Il bicarbonato di sodio è un modo economico anche per sbiancare e pulire il bucato. Il bicarbonato è infatti un "alcali", un sale solubile che può aiutare a rimuovere lo sporco e le macchie. Quando viene disciolto in acqua, un alcali come il bicarbonato di sodio può interagire con gli acidi dalle macchie e contribuire a rimuoverle. Basta aggiungere mezza tazza di bicarbonato di sodio alla normale quantità di detersivo per il bucato. Aiuta anche ad ammorbidire l'acqua, il che significa che potrebbe essere sufficiente meno detersivo del solito. La versatilità del bicarbonato di sodio lo rende un ottimo detergente per la cucina. Non solo può rimuovere le macchie più resistenti, ma aiuta anche a eliminare i cattivi odori. Per utilizzare il bicarbonato di sodio in cucina, basta fare una pasta mescolandolo con una piccola quantità di acqua. Si applica poi sulla superficie desiderata con una spugna o un panno e si strofina accuratamente.

Il bicarbonato rimuove anche le macchie dai tappeti. Una combinazione di bicarbonato di sodio e aceto può rimuovere le macchie più ostinate dal tappeto. Quando il bicarbonato di sodio e l'aceto vengono miscelati, creano un composto chiamato acido carbonico, che è un ingrediente comune nei prodotti per la pulizia. Questa reazione crea un composto frizzante, che può aiutare a rompere le macchie più ostinate. Lucida anche l'argenteria. Per questo è necessario: una teglia di alluminio o una teglia da forno rivestita con foglio di alluminio; 1 tazza di acqua bollente; 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio; 1/2 tazza di aceto bianco. Aggiungere il bicarbonato di sodio alla teglia di alluminio e versare lentamente l'aceto. Successivamente, versare l'acqua bollente e poi mettere l'argento nella teglia.

Il bicarbonato di sodio lo si può utilizzare anche per pulire per bene frutta e verdura. Molte persone si preoccupano dei pesticidi sugli alimenti che sono utilizzati per evitare che le colture vengano danneggiate da insetti, germi, roditori ed erbacce. Pelare la frutta è il modo migliore per rimuoverli, tuttavia in questo modo non si utilizzano le sostanze nutritive importanti, come fibre, vitamine e minerali, che si trovano proprio nella buccia. Mettere in ammollo frutta e verdura in acqua e bicarbonato di sodio è il modo più efficace per rimuovere i pesticidi. Uno studio ha scoperto che l'ammollo della frutta in una soluzione di bicarbonato di sodio e acqua per 12-15 minuti rimuove quasi tutti i pesticidi.

Cari amici, gli usi del bicarbonato di sodio non finiscono certo qui! Ci sono mille altri usi, in cui questo prodotto si rivela utile, dimostrando che la sua presenza in casa è sempre utile e gradita!

A domani.

Mario

martedì, aprile 25, 2023

UNA RIFLESSIONE SUL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL'EURO. PERCHÈ DOPO POCO TEMPO NE FU BLOCCATA LA CONVERTIBILITÀ, TRASFORMANDO LE BANCONOTE IN LIRE IN “CARTA STRACCIA” PER I POSSESSORI?


Oristano 25 aprile 2023

Cari amici,

L’argomento che tratto oggi, col quale voglio riflettere con Voi, non è proprio piacevole, ma credo che faccia riflettere. Lavoravo ancora in banca, quando avvenne il famoso passaggio dalla LIRA all'EURO, per cui ho vissuto quei momenti con grande preoccupazione, a partire dal calcolo della parità della lira con l’euro, calcolata (a mio avviso in maniera alquanto penalizzante per il nostro Paese) a 1.927 lire per ogni euro, quando al Marco tedesco, venne, invece, riconosciuta la parità: 1 marco - 1 euro! Ma, senza continuare a piangere ancora sul latte versato, oggi voglio parlare con Voi di un altro problema, anch’esso triste e penalizzante: il termine, alquanto breve, dato dal Governo alla convertibilità delle lire in euro.

Il 1° marzo del 2002 segnò una data molto importante per il nostro Paese e per l’Europa: la lira smise di circolare, o meglio, di avere corso legale, lasciando tutto lo spazio all’euro. Dopo il 1° marzo del 2002, ai possessori delle vecchie lire rimase la possibilità di cambiare le banconote espresse in lire lire in cambio di euro per altri dieci anni presso la Banca d’Italia. Trascorso tale termine le vecchie banconote sono diventate oggetto da collezione. Dunque, se scopriamo oggi in soffitta un rotolo di banconote in lire, non abbiamo alcuna possibilità di ottenere euro.

Si, amici, con l’introduzione dell’euro, e trascorso il periodo assegnato per il cambio, le lire hanno cessato di avere corso legale "per legge". Una legge che aveva imposto, come termine ultimo per la conversione in euro delle banconote e monete denominate in lire, il 28 febbraio 2012. Questo termine, però, successivamente fu anticipato al 6 dicembre 2011, con un successivo decreto-legge emanato in via d’urgenza e con decorrenza immediata. In questo modo, molti cittadini che avevano ancora delle lire in mano, confidando nel precedente termine, sono rimasti “bruciati” avendo loro impedito di poterle cambiare in euro.

I marchi non scadono

C’è da chiedersi, amici, perché tutto questo sia avvenuto, quando in molti Stati, sempre facenti parte dell’Unione Europea, le vecchie monete nazionali non sono state prescritte, e possono essere ancora oggi convertite in euro? Sono almeno una dozzina i Paesi nei quali la vecchia moneta nazionale può essere ancora convertita: Austria, Belgio, Croazia, Estonia, Germania, Irlanda, Lettonia Lituania, Lussemburgo, Slovenia e Slovacchia! Vedete, persino in Germania, Paese a cui era stata concessa la parità tra Marco ed Euro, i vecchi marchi possono essere convertiti anche oggi in euro!

La verità, dunque, è che solo alcuni Governi, con le loro banche centrali, hanno stabilito un termine ultimo per il cambio delle banconote e monete nazionali. Quello che ci sarebbe da capire è perché l’Italia, in fretta e furia, concepì il blocco della conversione, ovvero: a vantaggio di chi? A chi sostiene che fu fatto per evitare una ulteriore inflazione, rispondono indirettamente gli economisti tedeschi (la Germania come detto prima non ha bloccato il cambio Marco/Euro), per i quali la permanenza delle due monete non avrebbe generato inflazione.  Forse perché artatamente al marco tedesco fu concessa la parità con l’euro?

Amici, sinché si parla di piccole somme, non è traumatico passarci sopra, ma, come in un recente caso, quando si parla di cifre di spessore, la cosa appare diversa. Un episodio recente credo faccia riflettere. Una persona residente a Parma eredita da un parente, quale unica erede, una somma consistente: un voluminoso pacco di banconote in lire per un totale di 480 milioni. Per lei, però, non valgono nulla: sono solo carta straccia, essendo ormai trascorsi più di vent'anni dall'entrata in vigore dell'euro e il cambio non è più possibile. Ora la donna sta valutando di fare causa alla Banca d'Italia.

Cari amici, la domanda che in tanti curiosamente si pongono è questa:
ma quante sono ancora le lire in circolazione, diventate purtroppo non più convertibili? Da calcoli approssimativi per un controvalore stimato in almeno 5 miliardi di euro. In tanti, anche quelli che trovano in casa di vecchi parenti piccoli gruzzoli conservati per future esigenze, provano tanta delusione e rancore: è come se a loro fossero stati rubati i risparmi di famiglia fatti con tanto sacrificio. Il comportamento dello Stato viene considerato un furto, in particolare, quando leggono che in Germania e in tanti altri Stati dell’Unione Europea questo "furto di Stato" non esiste!

Io credo che abbiano ragione da vendere!

A domani.

Mario