Oristano 9 aprile 2023
Cari amici,
Oggi è PASQUA! Faccio i miei migliori AUGURI a Voi tutti, amici lettori, che dedicate uno spicchio del Vostro tempo a leggere le mie riflessioni. Spero davvero che questa Pasqua, la prima nuovamente aggregante e vissuta in piena socialità dopo la pandemia, sia una Pasqua di resurrezione per i nostri giovani, quei tanti giovani sardi che il lavoro, purtroppo, lo sognano! Eppure la Sardegna potrebbe essere molto diversa, considerate le sue bellezze e le sue potenzialità. Proprio per questo oggi la mia riflessione parla di un giovane sardo che, superando le tante incertezze, ha avviato una attività che sicuramente darà copiosi frutti. Ecco, con i miei auguri il racconto della sua storia.
In sardo “LÈBIU”
significa leggero, come in realtà è il sughero, prodotto totalmente naturale donatoci
dalla natura, che lo fabbrica per rivestire la quercia (Quercus suber).
In Sardegna, in particolare in Gallura, il sughero abbonda, estratto con
abilità dalle sugherete che per tanti anni hanno fornito sughero alle diverse
aziende industriali e commerciali, a partire da quelle vinicole per il
confezionamento dei tappi.
È proprio in una di
queste aziende di lavorazione del sughero, a Calangianus, che è cresciuto Fabio
Molinas, quando sin da piccolo andava a visitare il laboratorio del nonno,
ancora inconsapevole di quello che sarebbe stato il suo domani! Il sughero,
infatti, lo ha incantato fin da piccolo, e ora il giovane Fabio, nato in
Sardegna nella terra che quel prodotto vegetale lo produce in abbondanza, ha
deciso di dedicarsi alla sua trasformazione con la sua innata fantasia! Si,
Fabio trasforma quello straordinario prodotto naturale in tessuto vegetale utilizzabile
nella moda.
Fantasioso e innovativo,
il giovane Fabio pensa che col sughero si possano realizzare anche molte altre
cose, abbigliamento compreso, ovvero utilizzarlo per le esigenze dei tempi
moderni. In Sardegna il prodotto è abbondante, se pensiamo che solo la zona di
Calangianus, produce circa il 70 per cento del nostro sughero nazionale! La sua
prima esperienza, fatta con suo nonno, lo convince che il sughero può avere ben
altri utilizzi. Per questo, per comprendere meglio cosa vuole fare da grande, inizia
a girare il mondo per conoscere, informarsi e formarsi.
Fabio inizia da Lisbona, poi va
a Madrid e in Olanda. Nella capitale spagnola, Madrid, si ferma una decina d’anni.
Lì frequenta un Master in Sviluppo di Prodotto Innovativo all’Istituto Europeo
di Design (IED), poi su LinkedIn scopre un annuncio che diventa l’occasione della
sua vita: tramite un progetto europeo ha la possibilità di approfondire e
successivamente realizzare un prototipo di bio-pelle con i residui della
lavorazione del sughero. Nel 2019 si trasferisce per un breve periodo ad Alcoy,
nella Comunità Valenciana, dove sviluppa il progetto all'Istituto Tecnologico
Tessile. Lo stesso anno incontra anche il suo attuale socio, Alessandro
Sestini, con cui porta avanti il progetto che ha ormai maturato.
Il ritorno nell’Isola
avviene a giugno del 2022, dopo 11 anni passati a Madrid. Molinas si
trasferisce a Olbia e ogni giorno fa la spola per Calangianus, dove, con
Alessandro Sestini fa nascere “Lèbiu”
(parola sarda che, come detto, ha il significato di leggero), una startup che parte
con l’obiettivo di fornire all’industria del design e della moda materiali
ecosostenibili realizzati a partire dai residui dell’industria del tappo. Se
Molinas è il responsabile dello sviluppo del prodotto e direttore creativo,
Sestini ha le redini della parte amministrativa e commerciale. Nel 2020 Lèbiu
diventa una startup innovativa che si muove bene sul mercato.
È lo stesso Molinas a
chiarire nelle interviste ‘lo stato dell’arte’ di Lèbiu: “Più dell’85% per
cento del materiale utilizzato rispetta i crismi della sostenibilità, perché
prodotto da piante senza OGM e provenienti da campi non destinati
all’agricoltura per l’alimentazione. Il nostro è un business etico, legato
all’economia rurale. Raccogliamo materiali di scarto dagli artigiani locali e
lavoriamo un prodotto che ha molteplici utilizzi: può rivestire un divano come
una lampada o una scarpa. Il primo settore con cui ci siamo interfacciati è
quello della moda: abbiamo parlato con cento brand e stiamo prototipando i
nostri materiali di nuova generazione insieme a trenta aziende. Ma si stanno
anche interessando le imprese del mondo del real estate, dell’arredo e
dell’automotive. Abbiamo delle commesse da aziende statunitensi”.
Molinas, che può essere
definito un “romantico del design”, per ora ha lanciato con Lèbiu, sul mercato,
due prodotti: Corskin®, una bio-pelle ricavata dagli scarti del sughero,
polimeri a base biologica e fibre riciclate, il tutto in una composizione a
base acqua e senza solvente; e Nanocork®, una finitura naturale ad
effetto invecchiato, che si ottiene tramite la nebulizzazione controllata di
sughero su capi e tessuti. La prima viene venduta a rulli, l’altra a chili. “La lavorazione è
semi-industriale, ma anche la manifattura ha il suo peso – precisa Fabio
Molinas - oltre a me e Alessandro lavorano due persone in laboratorio, poi
abbiamo un importante produttore di pelle di riferimento, enti certificatori e
società che ci aiutano nella parte di ricerca, sviluppo e messa sul mercato. Ci
rivolgiamo a un mercato di fascia alta perché c’è un alto contenuto di
innovazione e ricerca, oltre all’utilizzo di biomasse e additivi green di nuova
generazione. Per ora ci occupiamo della fornitura di tessuti innovativi e non
della creazione di un prodotto, ma non nascondo che mi piacerebbe prima o poi
disegnare una linea e presentarci anche al mondo B2C”.
Cari amici, mi ha
intrigato molto la storia interessante di Fabio Molinas, un sardo che, ne sono certo, è orgoglioso di esserlo. Ho capito che è voluto rientrare nell’Isola per cercare
di farla crescere, per utilizzare al meglio i suoi prodotti grezzi,
trasformandoli in qualcosa di innovativo che parli sardo al mondo. In Sardegna Fabio
ha capito che c’è tanto da fare (e questo lo dovrebbero capire tanti giovani
sardi), ed è per questo che lui ha deciso di tornare. È tornato soprattutto (come
ha sostenuto) “perché la Sardegna è un diamante grezzo: bisogna solo
saperlo guardare”. Pura, sacrosanta verità!
A domani.
Mario
1 commento:
Fantastico! Grazie, Mario.
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