martedì, aprile 11, 2023

MA TU CONOSCI QUEI BEI FRUTTI ROSSI CHE SI CHIAMAMO BIRICOCCOLE? QUESTO FRUTTO NON È MOLTO DIFFUSO, MA È PROPRIO BUONO!


Oristano 11 aprile 2023

Cari amici,

Il “BIRICOCCOLO” (Prunus dasycarpa) è un ibrido naturale, derivato dall’incrocio tra l’albicocco (Prunus armeniaca) e il Mirabolano (Prunus cerasifera). È un antico albero da frutto, chiamato anche come Susincocco per le sue caratteristiche intermedie tra susino ed albicocco. La pianta, dal portamento per lo più arbustivo, appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è abbastanza diffusa nella Cina Occidentale e nell’Asia centro-meridionale. In Italia la coltivazione del Biricoccolo è poco diffusa, essendo praticata solo in Campania (area vesuviana) e nei frutteti del bolognese.

Alquanto simile al Prugnolo, il Biricoccolo ha una fitta chioma piramidale, che può superare anche i 5 metri di altezza. La corteccia che ricopre i rami adulti è di colore scuro come nel Mirabolano. Ha foglie larghe con i margini dentellati, molto simili a quelle dell’albicocco, che, prima di cadere, passano dal verde intenso al giallo carico, contribuendo in tal modo allo spettacolare foliage autunnale. I fiori, di piccole dimensioni e riuniti in densi gruppi o grappoli, ricoprono interamente i rami; colorati dal bianco che vira al rosa pallido, i fiori hanno la corolla composta da 5 petali, che fanno da corona a numerosi stami sterili. La pianta si ricopre di fiori tra Marzo-Aprile, prima della comparsa delle foglie.

I frutti, detti biricoccole, sono piccoli e tondeggianti, di colore verde da acerbi e che virano al rosso intenso a maturazione completata. Hanno la buccia vellutata e lucida e, come nelle altre varietà di prugne, questa è ricoperta da un sottile strato di pruina. La polpa è molto succosa ed ha un caratteristico sapore dolce-acidulo che sa di un misto tra prugne ed albicocche mature. I frutti, chiamati anche prugne selvatiche, maturano in estate, da giugno a luglio. Il seme, racchiuso all’interno della polpa come quello delle susine, è oblungo ma purtroppo è sterile. La raccolta dei frutti si effettua verso la metà di giugno, mese in cui hanno assunto un colore rosso intenso.

Di Biricoccolo ne esistono prevalentemente due specie: il Biricoccolo gigante e il Biricoccolo vesuviano. Il primo si coltiva in Emilia-Romagna e produce frutti molto grandi e succosi, l’altro invece, tipico della zona del Vesuvio, ci regala globi piccoli e aromatici. I frutti del Biricoccolo si consumano freschi oppure sotto forma di sciroppo, gelatine o marmellate; inoltre, sono ottimi anche per realizzare un’ottima grappa o per essere conservati sotto spirito. La presenza di fibre, di flavonoidi e l’alto contenuto di vitamina C rende questi frutti estremamente salutari, preziosi alleati per la nostra salute: contrastano la stitichezza e l’invecchiamento precoce delle cellule, dovuto allo stress ossidativo; inoltre, favoriscono una corretta circolazione ematica e periferica.

Amici, il Biricoccolo, ai tempi della civiltà contadina, era utilizzato dalle nostre nonne per preparare una marmellata lievemente aspra, considerata tuttavia tra le migliori, utilizzata per la realizzazione di tortelli di pasta frolla e ottime crostate. Siete curiosi di conoscere questa antica ricetta? Eccola! Dopo avere tolto i semi, si pesava la polpa con la pelle. Quindi si aggiungeva una quantità di zucchero quasi uguale al peso della polpa. Il tutto si macerava per una notte intera in una “caldera”, ovvero un paiolo. L’indomani, si cuoceva a fuoco moderato finché la marmellata aveva raggiunto la densità desiderata.

Cari amici, il Biricoccolo è davvero una bella pianta, che produce frutti buoni e salutari, anche se l’uomo, per il fatto che coltivarla risulta un po’ complicato, ha abbandonato nel tempo la sua coltivazione che oggi risulta marginale. Eppure, chi in Campania o Emilia-Romagna ha il piacere di assaggiare questi saporitissimi frutti, ne rimane estasiato e innamorato! Anche il suo legno, duro e resistente, è ottimo: anticamente veniva impiegato per la produzione di piccoli oggetti decorativi. Un vero peccato che oggi questa pianta sia poco diffusa!

A domani, amici.

Mario

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