Oristano 21 aprile 2023
Cari amici,
L'Abolizione della
tratta degli schiavi, almeno formalmente è avvenuta molto tempo fa, ma in realtà la schiavitù vera e propria continua ad esistere, anche se
paludata da mille veli. La storia ci racconta che fu per prima la Repubblica di
Venezia, nel 960, con il Doge Pietro IV Candiano, a vietare formalmente
il commercio di schiavi, ma di fatto la schiavitù continuò ad esistere fino a tutto il XVII secolo.
Arrivarono poi, comunque, le altre formali abolizioni: nel 1750 Sebastião José de
Carvalho e Melo abolì lo schiavismo nei confronti dei nativi delle colonie
portoghesi, a cui seguirono molte altre abolizioni: da quelle di Francia e Inghilterra nel
1814, alla Dichiarazione contro la tratta dei negri presa al Congresso di
Vienna per poi arrivare alla fine del XIX secolo, quando tutta l'Africa era
stata spartita in colonie, e praticamente tutti i regimi coloniali (America
compresa) imposero formalmente l'abolizione della schiavitù. Eppure, lo “SCHIAVISMO” non è mai scomparso, perché continua ad esistere anche oggi, in pieno Terzo Millennio.
La schiavitù, amici, non
è un ricordo del passato ma una realtà ancora presente. Si, perché molti esseri umani continuano a vivere da schiavi anche nel mondo moderno e
il problema è molto più grave di quanto si possa pensare. Nello scorso 2022
l'Organizzazione Interna del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO) ha pubblicato un
rapporto in cui si stimava che circa 50 milioni di persone fossero ridotte in
schiavitù in tutto il mondo, un numero che era aumentato significativamente
rispetto alla precedente ricerca pubblicata dall'istituzione nel 2016. "Un aumento significativo quello avvenuto negli ultimi cinque anni", ha dichiarato l'ILO in un
comunicato stampa pubblicato sul suo sito web. "Donne e bambini rimangono
sproporzionatamente vulnerabili".
"La schiavitù moderna è presente
in quasi tutti i paesi del mondo e attraversa le linee etniche, culturali e
religiose", si legge nel comunicato stampa dell'ILO. Secondo l'ILO, più
della metà delle persone ridotte in schiavitù oggi possono essere considerate
lavoratori forzati e quasi un quarto delle persone ridotte in schiavitù sono
parte di un matrimonio forzato, cosa che secondo l'ILO avviene a tutti i
livelli di reddito e in tutti i Paesi. Ad essere maggiormente colpite dallo
schiavismo sono le donne, in particolare le giovanissime, che sono le
principali vittime dei matrimoni forzati, cosa che si traduce in circa 22
milioni di persone oggi ridotte in schiavitù.
Altro settore soggetto a
schiavitù è quello dei lavoratori migranti, che corre il rischio maggiore di
sfruttamento. Secondo l'ILO, i migranti hanno il triplo delle probabilità di
essere obbligati a lavorare rispetto agli altri lavoratori adulti non migranti.
e il comunicato stampa dell'organizzazione sottolinea che i migranti sono
"particolarmente vulnerabili al lavoro forzato e alla tratta". Guy
Ryder, Direttore Generale dell'OIL (Organizzazione internazionale del lavoro)
ha dichiarato: "È sconvolgente che la situazione della schiavitù moderna
non stia migliorando. Nulla può giustificare la persistenza di questa
fondamentale violazione dei diritti umani! Sappiamo cosa bisogna fare e
sappiamo che si può fare".
India, Cina e Pakistan
sono i Paesi considerati i peggiori quanto a trasgressione; l’India con circa
7,9 milioni di persone ridotte in schiavitù, mentre la Cina e il Pakistan si
sono piazzati al secondo e terzo posto con oltre 3 milioni di persone ridotte
in schiavitù in ciascuno dei due Paesi. Ma succede anche in Occidente. La
schiavitù moderna tocca ogni parte del mondo, compresi gli Stati Uniti e
l'Europa, che hanno entrambi un numero assoluto di vittime stimato in centinaia
di migliaia. Molto più di quanto si possiamo pensare.
Amici, i nuovi schiavi
esistono anche oggi! La schiavitù non è qualcosa che riguarda solo il passato,
ma una pratica che si perpetua, che ha radici profonde. Esiste ancora oggi in molte forme
diverse: traffico di esseri umani, sfruttamento del lavoro per debiti,
sfruttamento dei bambini, sfruttamento sessuale e lavori domestici forzati sono
solo alcune. Tutte terribili, una più grave e disumana dell’altra. La maggior parte dei moderni
schiavi lavora in settori come agricoltura, pesca, artigianato, estrazione
mineraria, servizi e lavori domestici: si tratta di circa 16 milioni di
persone. La schiavitù moderna è un enorme business. Secondo uno studio
dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la schiavitù moderna genera profitti
annuali per oltre 150 miliardi di dollari americani. Quanto i profitti
combinati delle quattro aziende più redditizie del mondo.
Esistono vari fattori che
stanno radicalmente mutando il rapporto uomo-lavoro: una crescente pressione
sociale, una politica aziendale strutturata nell’esternalizzare tutto il
possibile e una veloce digitalizzazione nell’industria
(a svantaggio della forza lavoro umana, in molti settori). Una delle maggiori cause
della rinascita moderna dello schiavismo è costituita proprio dalle
esternalizzazioni! Nell’apparenza è questo uno dei grandi successi della
società moderna, capitalista e liberista, ma nella realtà si traduce in una
pratica indubbiamente “schiavista”.
Cari amici, la schiavitù moderna, a ben pensare, ha
delle conseguenze per tutti, non solo per coloro che ne sono direttamente
coinvolti. Le conseguenze dello sfruttamento del lavoro si concretizzano in abbassamento dei salari, riduzione del gettito fiscale, impiego di ingenti risorse
economiche per sostenere le classi sociali meno abbienti. Lo schiavismo, inteso come sfruttamento, incertezza per
quanto riguarda il futuro, in particolare dei giovani, con la conseguente mancanza di libertà, è, purtroppo, una
tristissima realtà difficile da debellare.
A domani.
Mario
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