Oristano 25 aprile 2023
Cari amici,
L’argomento che tratto
oggi, col quale voglio riflettere con Voi, non è proprio piacevole, ma credo che faccia riflettere. Lavoravo
ancora in banca, quando avvenne il famoso passaggio dalla LIRA all'EURO,
per cui ho vissuto quei momenti con grande preoccupazione, a partire dal calcolo della parità della lira con l’euro, calcolata (a mio avviso in maniera alquanto
penalizzante per il nostro Paese) a 1.927 lire per ogni euro, quando al Marco
tedesco, venne, invece, riconosciuta la parità: 1 marco - 1 euro! Ma, senza continuare a piangere ancora sul latte versato,
oggi voglio parlare con Voi di un altro problema, anch’esso triste e penalizzante: il termine,
alquanto breve, dato dal Governo alla convertibilità delle lire in euro.
Il 1° marzo del 2002
segnò una data molto importante per il nostro Paese e per l’Europa: la lira smise di circolare, o meglio, di avere corso legale, lasciando tutto lo spazio all’euro. Dopo il 1° marzo del 2002, ai possessori delle vecchie lire rimase la possibilità di cambiare le banconote espresse in lire lire in cambio di euro per altri dieci anni presso la Banca
d’Italia. Trascorso tale termine le vecchie banconote sono diventate oggetto da collezione. Dunque, se scopriamo oggi in soffitta un rotolo di banconote in lire, non abbiamo
alcuna possibilità di ottenere euro.
Si, amici, con
l’introduzione dell’euro, e trascorso il periodo assegnato per il cambio, le lire hanno cessato di avere corso legale "per legge". Una legge che aveva imposto, come termine ultimo per la conversione in euro delle banconote e
monete denominate in lire, il 28 febbraio 2012. Questo termine, però, successivamente fu anticipato al 6 dicembre 2011, con un successivo decreto-legge emanato in via
d’urgenza e con decorrenza immediata. In questo modo, molti cittadini che
avevano ancora delle lire in mano, confidando nel precedente termine,
sono rimasti “bruciati” avendo loro impedito di poterle cambiare in euro.
I marchi non scadono |
C’è da chiedersi, amici, perché tutto questo sia avvenuto, quando in molti Stati, sempre facenti parte dell’Unione Europea, le vecchie monete nazionali non sono state prescritte, e possono essere ancora oggi convertite in euro? Sono
almeno una dozzina i Paesi nei quali la vecchia moneta nazionale può essere
ancora convertita: Austria, Belgio, Croazia, Estonia, Germania, Irlanda, Lettonia
Lituania, Lussemburgo, Slovenia e Slovacchia! Vedete, persino in Germania, Paese a cui
era stata concessa la parità tra Marco ed Euro, i vecchi marchi possono essere convertiti anche oggi in euro!
La verità, dunque, è che
solo alcuni Governi, con le loro banche centrali, hanno stabilito un termine
ultimo per il cambio delle banconote e monete nazionali. Quello che ci sarebbe
da capire è perché l’Italia, in fretta e furia, concepì il blocco della
conversione, ovvero: a vantaggio di chi? A chi sostiene che fu fatto per
evitare una ulteriore inflazione, rispondono indirettamente gli economisti
tedeschi (la Germania come detto prima non ha bloccato il cambio Marco/Euro),
per i quali la permanenza delle due monete non avrebbe generato inflazione. Forse perché artatamente al marco tedesco fu
concessa la parità con l’euro?
Amici, sinché si parla di
piccole somme, non è traumatico passarci sopra, ma, come in un recente caso, quando si
parla di cifre di spessore, la cosa appare diversa. Un episodio recente credo
faccia riflettere. Una persona residente a Parma eredita da un parente, quale
unica erede, una somma consistente: un voluminoso pacco di banconote in lire
per un totale di 480 milioni. Per lei, però, non valgono nulla: sono solo carta
straccia, essendo ormai trascorsi più di vent'anni dall'entrata in vigore
dell'euro e il cambio non è più possibile. Ora la donna sta valutando di fare
causa alla Banca d'Italia.
Cari amici, la domanda
che in tanti curiosamente si pongono è questa: ma quante sono ancora le lire in
circolazione, diventate purtroppo non più convertibili? Da calcoli
approssimativi per un controvalore stimato in almeno 5 miliardi di euro. In tanti,
anche quelli che trovano in casa di vecchi parenti piccoli gruzzoli conservati
per future esigenze, provano tanta delusione e rancore: è come se a loro fossero stati rubati i risparmi di famiglia fatti con tanto sacrificio. Il comportamento dello Stato viene considerato un furto, in particolare, quando leggono che in Germania e in tanti altri
Stati dell’Unione Europea questo "furto di Stato" non esiste!
A domani.
Mario
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