Oristano 18 aprile 2023
Cari amici,
Quando gli studiosi
scoprirono la “Necropoli di barche del Tarim” in Cina, risalente all’età
del bronzo, restarono a lungo stupiti, senza trovare risposta ai numerosi
interrogativi che si erano posti, circa la provenienza dei corpi mummificati che
andavano ad esaminare. Un mistero rimasto a lungo irrisolto nella mente degli
studiosi, alquanto stupiti dalle fisionomie occidentali dei defunti, trovati perfettamente
conservati senza l’uso di sostanze particolari. Dubbi che, oltre la fisionomia
occidentale, riguardavano anche la ricerca del segreto di questo straordinario processo
di conservazione.
La domanda che martellava
le loro menti era: i corpi rinvenuti erano forse di Indo-europei in migrazione?
A stupirli in modo particolare era una mummia di donna, che poi chiamarono la
“Biancaneve” di Tarim, datata di circa 3800 anni, che presentava tratti così
occidentali, da creare non pochi interrogativi. Da dove veniva? La necropoli di
barche del Tarim, ha affascinato gli studiosi in modo incredibile, mentre analizzavano,
una per una, le sepolture presenti in quelle strane barche sepolte nel deserto,
un luogo ritenuto uno dei più sacri della Cina.
In questo luogo privo di
vita, desolato, collocato in un deserto sabbioso con tante dune tanto da far
pensare ad un mare oramai prosciugato, che certamente, un tempo era fertile e attraversato
da fiumi; una terra ricca e feconda, dunque, gli studiosi, che hanno cercato di
ripercorrere l’evoluzione del percorso umano. A dare il via alla scoperta ed
alle successive ricerche fu, nel 1910, un contadino che vagava nella zona
desertica, che, a ridosso di una duna aveva visto dei pali piantati nella
sabbia e delle barche ormeggiate ad ogni palo, proprio come avviene in una
laguna. Per fare un esempio, come a Venezia, dove sono presenti tanti pali a
cui sono ancorate tante barche a remi.
In questo luogo oggi però
deserto, le barche ormeggiate erano sprofondate nella sabbia! Cos’era mai,
dunque, quella strana diavoleria, pensò il contadino, incuriosito e anche
preoccupato di quella visione alquanto irreale. I suoi primi scavi
evidenziarono che ogni barca era protetta da una coperta di cuoio e conteneva
un defunto perfettamente conservato, vestito e dotato di corredi anch’essi
perfetti. Il sito si presentava con numerosi elementi decorativi, con manufatti
con simboli sessuali e provviste, come formaggi, che avrebbero accompagnato il
defunto come sostentamento, in quanto partito per un lungo viaggio.
Il contadino, alquanto preoccupato
del ritrovamento, dopo aver spostato la coperta di cuoio di una delle barche,
quasi svenne, pensando di essere arrivato nell’Aldilà! Infatti non è semplice
trovarsi di fronte un volto umano così perfettamente conservato da sembrare
dormiente! Come di solito avviene in casi come questo, Egli fuggì disperato,
pieno di terrore. Ma quando iniziò a raccontare per filo e per segno cosa aveva
scoperto, iniziarono le prime verifiche del suo racconto.
Gli archeologi si sono
trovati di fronte, con stupore, a delle mummie conservate in modo straordinario. Inoltre,
gli studiosi che, da tutto il mondo giunsero nella necropoli del Tarim, rimasero
stupefatti dalle fisionomie occidentali dei defunti, rimasti perfettamente
conservati senza il ricorso a particolari sostanze. Si pensò che ciò fosse dovuto
al clima del luogo e alla qualità del terreno, ma comunque erano di fronte ad un
processo di conservazione a dir poco straordinario.
Ad attrarre in modo particolare gli studiosi
fu una bella mummia dalla caratteristiche occidentali: era il corpo di una
giovane donna alquanto diverso dalle note bellezze orientali, in quanto
presentava i canoni, a noi ben noti, della nostra bellezza. Questa giovane
donna – scomparsa nel 1800 a. C. - incantò gli studiosi, che la chiamarono “Bella
di Loulan” oppure “Biancaneve”, perché il suo volto, la statuaria
bellezza, la posizione nella barca, l’eleganza, i capelli che morbidamente
scendevano sulle spalle e sul petto, le ciglia lunghe e inarcate, gli occhi
tondeggianti e tutto il suo complesso armonico, portavano proprio al noto
personaggio delle nostre fiabe.
Essi notarono anche che la
barca- sepolcro di ogni defunto era stata preparata con grande cura ed
eleganza. Ogni defunto era perfettamente vestito, con attenzione ad ogni
particolare, al punto che – visto con l’occhio di oggi – pare che tutte le
barche e i loro occupanti si accingessero a partire, in corteo, come gli
invitati a una gioiosa ed elegante cerimonia nuziale. Non c’è, dunque, per loro
nulla di terribile e di definitivo di fronte alla morte. Nella loro mente non
c’era fuoco, non c’erano divinità infernali, né cani dell’Aldilà, né mostri.
Non si intravede Morte in questa morte! Ma chi erano questi uomini? E qual era
il loro segreto? Qui sta il vero quesito che attanaglia gli studiosi!
Per ora lo studio
genetico condotto da ricercatori cinesi è arrivato ad una conclusione: Essi ritengono
che quelli di Tarim erano gli abitanti antichissimi del luogo, che non si
fusero con altre popolazioni in movimento. Quindi non si fusero né con le
popolazioni che avrebbero portato alla nascita dei cinesi moderni né
discendevano dagli europei. Per loro questa fu una Comunità culturalmente molto
avanzata, in grado di colloquiare con le popolazioni vicine, di avviare
interscambi ma portata all’endogamia, considerato il fatto che non appaiono
segni di fusione genetica con altre popolazioni. Insomma, una Comunità chiusa
in sé stessa, anche se aperta ai commerci e agli scambi e che, infine, si estinse.
Come conferma Christina
Warinner, dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia, le mummie
scoperte nel deserto di Tarim, ovvero “Biancaneve” e i suoi concittadini,
appartenevano di certo ad una misteriosa etnia, facente parte di un “isolato genetico“, che non si mescolò con
nessun altra etnia. Discendevano da una popolazione pleistocenica – gli
euroasiatici del Nord – un tempo diffusa, ma che era in gran parte scomparsa
entro la fine dell’ultima era glaciale. Loro furono tra i pochi a resistere, a
proclamare la propria diversità, conservandola fino a scomparire. Secondo gli
studi, non ebbero discendenti.
Cari amici, quanto è straordinaria
l’antica vita dell’uomo che fin dalle origini ha popolato la terra!
A domani.
Mario
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