Oristano 27 aprile 2024
Cari amici,
Non è certo un segreto
che gli strumenti sempre più avanzati creati dall’Intelligenza Artificiale,
trasformeranno profondamente la vita economica delle nazioni, in particolare il
mondo del lavoro, anche in tempi alquanto brevi. Le ultime scoperte, come ChatGPT,
sviluppata da Open AI, hanno dimostrato che i Robot concepiti dall’A.I. sono in
grado di svolgere non solo mansioni semplici, come quelle svolte nelle
fabbriche robotizzate, ma addirittura funzioni complesse, quelle fino ad ora
svolte esclusivamente delle menti umane di alta cultura.
Si, le più recenti
applicazioni di intelligenza artificiale sono in grado di svolgere compiti
tradizionalmente affidati ai preposti agli alti livelli di comando. Questo
avanzare travolgente dell’Intelligenza Artificiale, fa presupporre cambiamenti
epocali nel mondo del lavoro, come del resto affermano due (2) delle persone oggi più potenti al mondo in campo informatico: Bill Gates, Fondatore di
Microsoft, e Jamie Dimon, Amministratore delegato di JP Morgan.
Entrambi questi
plenipotenziari dell’Intelligenza Artificiale, figure di primissimo piano nel
suo futuro sviluppo, sono arrivati alla stessa conclusione: l’intelligenza
artificiale sta aprendo la strada ad una massiccia operazione di
“sostituzione” dell’uomo anche nei campi più delicati e di responsabilità,
tanto che una delle previsioni è che la forza umana lavorerà sempre di meno, e
quindi, anche in tempi brevi, l’impiego dei lavoratori potrà limitarsi a soli 4
o addirittura a 3 giorni la settimana.
Il problema, non è di
poco conto, in quanto si presta a diverse variabili, sia positive che negative.
Se da un lato appare positivo l’utilizzo dell’A.I., in quanto capace di aumentare
la produttività aziendale, liberando le persone dai compiti noiosi e ripetitivi (riuscendo
in questo modo a ridurre l’impegno lavorativo da 5 a 3/4 giorni la settimana), dall’altro
l’accorciamento della settimana lavorativa, dovuto all’utilizzo massiccio
dell’Intelligenza Artificiale in sostituzione del lavoro svolto prima
dall’uomo, questo, tradotto in termini economici aziendali, significa creare un
massiccio aumento della disoccupazione.
Amici, il futuro del
lavoro, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, sta diventando
un’incognita mica di poco conto! Circa l’ipotesi “cosa potrà succedere”, gli
sbocchi possibili sono due. A: Positivo,
nel caso l’economia regga e i lavoratori possono mantenere lo stesso
trattamento economico lavorando la metà del tempo, questo sarà felicemente utilizzato
dedicandosi alla famiglia ed agli hobby; B: Negativo, nel caso la riduzione
della settimana lavorativa a tre/quattro giorni comporti una drastica riduzione
degli stipendi e quindi del tenore di vita di tanti lavoratori, specialmente quelli
operanti nei settori meno automatizzabili, vivremo un pauroso aumento della povertà.
Il futuro del lavoro, con
il costante avanzare dell’A.I., resta purtroppo alquanto fumoso, aperto a possibili vantaggi, ma anche a pericolosi svantaggi, seri e problematici, che vanno
affrontati prima dello scoppio delle problematiche, in quanto capaci di vanificare
i possibili vantaggi. Will Stronge, direttore della ricerca di Autonomy,
ha dichiarato: "In genere gli studi sull'A.I., sui grandi modelli
linguistici e così via, si concentrano esclusivamente sulla redditività o
sull'apocalisse occupazionale; questa analisi cerca di dimostrare che quando la
tecnologia viene impiegata al massimo delle sue potenzialità e rivolta ad uno
scopo preciso, può non solo migliorare le pratiche lavorative, ma anche
l'equilibrio tra lavoro e vita privata".
Se Will Stronge vede
positivo, non vuol dire che i problemi non ci siano. Che l’Intelligenza
Artificiale sia già in grado di apportare grandi benefici nel lavoro è
indubbio, ma il problema reale è un altro: Il mondo occidentale vive
all’interno di una “Società altamente capitalistica”, dove continuano a
confrontarsi – in campi avversi - il capitale e il lavoro. Chi oggi è disposto
a pensare che i padroni del capitale siano disposti a sacrificare il maggior
guadagno fornito dall’Intelligenza Artificiale, in favore dei lavoratori, che
vedrebbero aumentare il loro tempo libero lavorando praticamente la metà del tempo
dedicato oggi al lavoro? Io credo nessuno, per cui potremmo vivere giorni drammatici.
La nostra, purtroppo, non è una società dell’uguaglianza, ma quella della costante lotta tra il
Capitale forte e i lavoratori deboli. Io credo che la gran parte delle aziende
continuerebbe a fare la parte del leone, caricandosi il minor numero di
lavoratori, utilizzando al massimo le macchine; in questo modo terrebbe per se
tutto il guadagno e manderebbe a casa milioni di lavoratori. Ci vorrebbe una
terza forza per bilanciare tutto questo: uno Stato forte, capace di contrastare quel "capitalismo di rapina" oggi imperante, difendendo la parte da sempre debole: i lavoratori. Ma siamo
sicuri che ci sarà questo antidoto? Io ne dubito!
Cari amici, l’Intelligenza
Artificiale è la grande incognita che aleggia sul futuro delle nuove generazioni, un avvenire che diventa
sempre più problematico; la storia, però, ci insegna che tutto può succedere! A rileggere le pagine del passato, che per motivi simili ha scatenato straordinarie rivolte di popolo, credo che in presenza di una forte disoccupazione, si scatenerebbe il finimondo, travolgendo padroni e macchine! L’A.I. - opportunamente regolamentata - deve essere messa al
servizio dell’umanità, non dei pochi padroni del mondo!
A domani.
Mario
1 commento:
Più che di intelligenza artificiale bisognerebbe parlare di bolla finanziaria montata ad arte, quasi a livelli di truffa: negli USA si è scoperto che le cosiddette "telecamere intelligenti" dei negozi Amazon non erano altro che 1000 informatici indiani che controllavano via telecamere dall'India i vari negozi! Saranno "intelligenti" ma non hanno fantasia nè immaginazione, non sono poi tanto lontane da un qualunque Eliza degli anni 60 del secolo scorso...
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