Oristano 3 maggio 2022
Cari amici,
Anche il Regno Unito è al
lavoro per coniare un NFT di Stato. Come ha annunciato di recente il
canale CNBC Europe, la rete televisiva finanziaria, di business e di
spettacolo britannica, che trasmette dagli studi di Londra, il Cancelliere
dello Scacchiere Rishi Sunak ha chiesto alla Royal Mint, la società di
proprietà del Governo responsabile del conio di monete per il Regno Unito, di
creare ed emettere un token digitale "entro l'estate" e che "ci
saranno più dettagli disponibili molto presto".
Gli NFT (acronimo inglese
di “Non Fungible Tokens”) sono particolari “gettoni unici”
che attribuiscono, a chi ne è in possesso, una proprietà digitale su rete
blockchain. Anche il Regno Unito, dunque, entro la prossima estate, intende entrare
nel mondo delle monete virtuali, quale parte di una strategia più ampia per far
diventare il Paese un protagonista in questo particolare mondo economico, fatto
di certificati digitali che rappresentano delle proprietà virtuali che utilizzano
la tecnologia blockchain, alla base di molte criptovalute.
Questa straordinaria “nuova
moneta virtuale” ha guadagnato molta popolarità nell'ultimo anno, grazie
alla maggiore adozione da parte di celebrità, grandi aziende e del mondo dello
spettacolo. L'iniziativa presa dal Regno Unito di entrare nel mondo delle NFT è
dunque parte integrante di uno sforzo più ampio del Governo Inglese per
"aprire la strada" anche nel settore delle criptovalute; secondo il
ministro del Tesoro John Glen, che ha annunciato una serie di misure che il Paese
intraprenderà per l’utilizzo delle risorse digitali (da quelle normative a
quelle fiscali), compresa anche l'istituzione di un “gruppo criptovalute”,
che sarà presieduto da ministri e membri delle autorità di regolamentazione e
delle aziende crittografiche del Regno Unito.
Ovviamente saranno
necessari anche nuovi provvedimenti legislativi per regolamentare l’istituzione
degli NFT. Dal punto di vista normativo vigente nel Regno Unito, infatti, il
beneficio garantito da certi diritti (come il diritto di proprietà) può
significare che un particolare NFT è un titolo di credito, secondo la Financial
Conduct Authority (FCA) del Regno Unito, il che comporterebbe l'obbligo di
essere regolamentato sia a livello legale e di conseguenza a livello fiscale. L'attuale
guida dell’agenzia delle entrate inglese si applica solo ai token di scambio
come il Bitcoin e non considera il trattamento fiscale di un asset tokenizzato.
Infatti, nessuna autorità fiscale in nessuna giurisdizione ha ancora pubblicato
una guida su NFT o la tokenizzazione dei beni.
Dopo che il Cancelliere
dello Scacchiere Rishi Sunak ha annunciato che il Royal Mint, la zecca statale,
emetterà il primo non fungible token britannico la prossima estate, il
segretario economico al Tesoro John Glen ha spiegato che il token sarà un
simbolo “dell’approccio lungimirante”, che il Paese sta adottando nei confronti
del mondo delle cripto-valute in tutte le sue declinazioni. Insomma, un’operazione che
appare ben studiata e che punta a rinverdire l’immagine del Regno Unito anche
come hub per cripto-valute e digital token.
Come accennato, con l’introduzione
del token digitale, il Regno Unito intende varare severe normative di
protezione per gli investitori che entreranno in questo mondo economico
virtuale. Il Governo punta innanzitutto a creare un “panorama normativo
dinamico”, che sia al contempo in grado di fornire garanzie agli investitori e
ai risparmiatori e di non ostacolare la crescita di un settore da molti
ritenuti inaffidabile e ideale per truffe e riciclaggio di denaro.
Un’impresa, quest’ultima, che appare mica come cosa da poco! Sono in cantiere, ad esempio, una serie di norme per accettare le
cosiddette “stablecoin”, all’interno del network di pagamenti del Paese. Una
stablecoin è una valuta digitale ancorata a un'attività di riserva stabile come
il dollaro statunitense, l'oro o, in questo caso, la sterlina. Questo ancoraggio
permette di schivare, almeno in parte, l’estrema volatilità che caratterizza
valute come i Bitcoin o gli Ether. Un ponte, insomma, fra le cripto-valute e le
valute tradizionali.
Amici, il Regno Unito
sembra partire col piede giusto. Il primo NFT di Stato dovrebbe partire con un
corretto corpo di normative di salvaguardia per gli investitori. La Financial
Conduct Authority, cioè l’organismo di regolamentazione finanziaria del Paese,
ha già messo a punto una cosiddetta “sandbox” normativa, cioè un insieme di
strumenti, parametri e regole generali, che dovrebbe dare i primi frutti già da
maggio. Il Governo, invece, sta mettendo in piedi un gruppo specializzato nel
settore, un Cryptoasset Engagement Group, che includerà rappresentanti della FCA
così come della Banca d’Inghilterra e delle imprese. Un lavoro molto ampio con
cui la Gran Bretagna vuole ricostruire la sua reputazione di hub finanziario
internazionale anche nel nuovo (e scivoloso) mondo della finanza
decentralizzata.
A domani, cari lettori.
Mario
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