Oristano 30 maggio 2022
Cari amici,
Secondo l’Organizzazione
Mondiale della Sanità entro il 2050 nel mondo quasi 2,5 miliardi di persone
soffriranno di perdita disabilitante dell’udito, mentre 700 milioni ne
richiederanno la riabilitazione. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore
generale dell’OMS, ha detto: “La nostra capacità di ascoltare è preziosa. La
perdita dell’udito non trattata può avere un impatto devastante sulla capacità
delle persone di comunicare, studiare e guadagnarsi da vivere. Può anche avere
un impatto sulla salute mentale delle persone e sulla loro capacità di
sostenere le relazioni”.
L’importanza dell’udito, in
realtà, è ben nota a tutti, tanto che vorremmo sentire sempre bene, sia fuori
che dentro casa! Purtroppo, però, sono tante le cause che compromettono il
nostro “sentire bene”: dall’avanzare dell’età all’ereditarietà, dall’esagerata
esposizione alle fonti sonore alle diverse infezioni dell’orecchio, spesso
dovute alla scarsa pulizia che crea fastidiosi accumuli di cerume, oppure allo
svolgimento di attività che possono creare una lesione del timpano, come l’esposizione
a sostanze ototossiche, oppure per abuso di farmaci, oltre ai possibili disturbi
neurologici.
Si, amici, con la caotica
vita moderna, l’orecchio risulta sempre più esposto a rumori molesti, tanto che anche le norme di legge parlano di inquinamento acustico, disciplinato da varie norme e definito dalla
legge 447/1995 come “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o
nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle
attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi,
dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente
esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti
stessi”.
Le nostre città, amici,
sono sempre più fonte di “Inquinamento acustico”, una miscela di rumori
insopportabili che crea ansia e stress. Cosa fare dunque per cercare di
difenderci, per provare a salvaguardare se non in tutto almeno in parte, il
nostro sistema uditivo? Indubbiamente coprendo le nostre orecchie con i giusti
strumenti, come le cuffie antirumore, in particolare nei luoghi di lavoro, dove
i rumori non mancano! In questi ambienti per poter trovare una certa pace e
serenità e quindi sfuggire ai rumori, è necessario coprire le orecchie con
delle apposite cuffie.
Non solo cuffie, però, perché
oggi gli auricolari (con e senza fili) spopolano alla grande, in particolare durante
il nostro tempo libero! Che dire poi di chi tiene in auto (o anche camminando) la
musica a palla, oppure trascorre serate in discoteca senza la minima protezione
per l'udito? Commettere l’errore di alzare troppo il volume, come
spiega il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra della clinica Humanitas, è
sempre un grave errore!
“Quando si è per strada o sui mezzi pubblici si
usano cuffie e auricolari, oltre che per fruire meglio della musica, anche per
isolarsi ed escludere dal proprio campo uditivo altri suoni e rumori esterni; facendo
ciò si tende ad aumentare sconsideratamente il volume, che supera facilmente
gli 80-100 decibel. Per rendere l’idea, 110-120 decibel sono la potenza di
suono di una motosega in azione o di un jet al decollo; mentre il suono della
voce umana raggiunge di media i 30-40 decibel e così viene anche udita; perciò,
a questa stessa intensità si potrebbe anche tranquillamente ascoltare la musica”. “Non per niente
l’Unione Europea – continua il dottor Luca Malvezzi - ha commissionato uno
studio per imporre ai produttori di apparecchi tecnologici limiti
all’erogazione del suono; tuttavia, prima che queste normative raggiungano
diffusamente il mercato, è consigliabile regolare il volume dei propri
apparecchi di modo da non danneggiare l’udito”.
Se ci domandiamo: Ma
se si vuole ascoltare musica, è meglio usare le cuffie o gli auricolari? “In
generale - spiega ancora il dottor Malvezzi - “le cuffie sono comunque
preferibili agli auricolari, che per fortuna sono sempre più spesso utilizzati
per le conversazioni telefoniche piuttosto che per ascoltare musica. Infatti,
le cuffie sono esterne alle orecchie e perciò il suono, se non troppo elevato,
è meno traumatico per la membrana del timpano. Al contrario gli auricolari sono
posti direttamente dentro il padiglione auricolare e questo rischia di essere
più dannoso per il timpano, perché la fonte del suono è a contatto diretto o
quasi con la membrana; un ulteriore rischio è quello di infezioni cutanee del
padiglione, acuite dalla presenza estranea dell’auricolare dentro l’orecchio”.
Cari amici, gli
auricolari (con e senza fili) da qualche anno sono entrati nella nostra
quotidianità ed esistono già diversi studi sugli effetti del loro utilizzo. Una
ricerca australiana condotta dalla Bond University sostiene che un utilizzo
normale di questi dispositivi non provoca in genere nessun problema ma, se
impiegati per un tempo prolungato, possono causare vari disturbi. Insomma, il
consiglio è che, in presenza di un uso costante, è sempre meglio preferire le
cuffie.
A domani.
Mario
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