domenica, maggio 29, 2022

L'EUROPA PER CONTENERE I CONSUMI ENERGETICI NEGLI EDIFICI SIA PUBBLICI CHE PRIVATI, IMPONE L'OBBLIGO DELL’USO DI ENERGIE RINNOVABILI ENTRO IL 2029.


Oristano 29 maggio 2022

Cari amici,

La guerra tra Russia e Ucraina, dal punto di vista energetico, sta mettendo in braghe di tela l’intera Europa. Per troppo tempo la pericolosa dipendenza energetica da Paesi Terzi è stata sottovalutata ed è ora è necessario correre, in fretta e furia, ai ripari. L’Unione Europea, con la sua reazione di natura economica, concretizzatasi con tutta una serie di “sanzioni” messe in atto per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina, ha indebolito la portata del rubinetto del gas russo, che alimentava per importi consistenti la produzione energetica Europea. L’Italia, Paese alquanto dipendente dal gas russo, ora sta cercando disperatamente fonti energetiche alternative.

In questa direzione, l'intero piano elaborato dall’UE prevede di diminuire, entro il 2027, gli acquisti di gas russo per almeno 9 miliardi di metri cubi. Per arrivare a questo risultato ha ipotizzato che, a partire dal 2030, tutte le nuove costruzioni - comprese quelle residenziali - dovranno essere indipendenti dal punto di vista energetico. Ciò significa che ogni costruzione dovrà produrre il 100% dell’energia necessaria al suo funzionamento, utilizzando energie rinnovabili, come l’energia solare. Insomma, entro il 2029, c’è l’obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici, commerciali e sulle abitazioni di nuova costruzione.

Come si può leggere al punto 2.3, del piano varato dalla Commissione Europea, che  è noto come RePowerEU, questo punta a rendere le nazioni europee meno dipendenti dal gas russo; “la transizione verso la de-carbonizzazione dei consumi energetici degli edifici sarà accelerata introducendo l'obbligo graduale, tra il 2026 e il 2029, di installare apparecchiature ad energia solare su tutti gli edifici pubblici e commerciali, nuovi ed esistenti, al di sopra di una certa dimensione, e sui nuovi edifici residenziali”. La dimensione di riferimento è un'area utile di minimo 250 metri quadrati. Qualora per motivi tecnici non sia possibile l’installazione, sarà necessario acquistare energia pulita da fonti rinnovabili tramite PPA (Power Purchase Agreement).

La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, presentando il RePowerEu, ha così commentato: “Questo è un piano ambizioso ma anche realistico". In realtà il principio che ha fatto maturare questo piano non differisce dalle opinioni espresse dal Segretario Usa Janet Yellen, che ha così commentato: "È chiaro che nessuno può controllare il sole e il vento, nemmeno Vladimir Putin. L'Europa si gioca le sue carte con le energie rinnovabili”. Una impellente necessità, dunque, quella di tagliare i ponti con la Russia al più presto, spingendo sull'acceleratore per arrivare all'obiettivo di portare il mix energetico entro il 2030 dal 40 al 45%.

Indubbiamente l’importante rivoluzione energetica in atto, ovvero l’abbandono delle fonti tradizionali di produzione, parte dallo sfruttamento dell’energia solare, e, su questa lunghezza d’onda viene ipotizzata l’installazione obbligatoria dei pannelli solari su tutti gli edifici pubblici, commerciali e privati, prevedendo anche scadenze ravvicinate: entro il 2025 per quanto riguarda gli edifici pubblici e commerciali, a seguire, entro il 2029, quelli residenziali. Insomma, entro il 2030 tutti gli edifici dovrebbero autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno.

Questo, amici, è l’ambizioso progetto dell’Unione Europea, che per bocca di Ursula Von der Leyen, è stato ufficializzato a tutti gli Stati membri. La Presidente della Commissione Europea, ha sostenuto che il piano RePowerEU è certamente "realistico e possibile", in quanto potrà essere facilmente sostenuto, da parte degli Stati, con l’utilizzo dei fondi del PNRR, da nuove sovvenzioni e dal trasferimento di fondi comuni da PAC e Coesione. Il maxipiano RePowerEu parte dalla considerazione "più ovvia" per la Presidente della Commissione UE: "Risparmiare energia è il modo più veloce ed economico per affrontare la crisi".

In sintesi, con questa nuova mossa si prevede di innalzare l'obiettivo dell'efficienza energetica dell'Unione, sempre entro il 2030, dal 9 al 13%, oltre a cercare di snellire la burocrazia, provvedendo a tagliare in modo drastico i tempi per l'autorizzazione dei nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. I progetti per le rinnovabili, infatti, dovrebbero diventare di "prevalente interesse pubblico" per legge, con Bruxelles che chiede agli Stati membri di dare una nuova prova di unità e lavorare velocemente e insieme alla rilevazione delle aree più idonee alle nuove installazioni.

Cari amici, snellire la burocrazia nel nostro Paese non sarà certo facile: in Italia, per avere l'ok a procedere (in particolare per gli impianti eolici) servono spesso ancora tempi biblici; ma i problemi non mancano neanche per Germania, Olanda, Belgio e Danimarca, che hanno appena siglato un'alleanza per fare del Mare del Nord il più grande centro di energia sostenibile d'Europa quadruplicando la capacità eolica offshore totale entro il 2030. Insomma, gli errori del passato, che oggi pesano non poco, possono comunque trovare rimedio, ma ovviamente con il concorso di tutti noi!

A domani.

Mario

 

Nessun commento: