Oristano 11 marzo 2023
Cari amici,
Che la specie umana sia
composta da individui quasi mai uguali, nella stragrande maggioranza
totalmente diversi l’uno dall’altro, è una realtà incontestabile. Per esempio, c’è
chi nasce “ordinato”, ovvero ama vivere in un ambiente con gli spazi ordinatissimi,
dove ogni cosa è al posto giusto, e chi, invece, anche se a volte ci prova, sguazza
perennemente nel più caotico disordine! Indubbiamente due comportamenti antitetici,
che fanno pensare a “cosa in realtà si nasconde” dietro atteggiamenti così
diversi. Gli studi sull’argomento hanno messo in luce che il disordine
esteriore, in qualche modo riflette un analogo disordine interiore, ovvero che Ordine
e Disordine sono due aspetti della nostra vita che non si escludono a
vicenda, in quanto, in linea di massima, sono presenti entrambi dentro di noi.
Secondo la dottoressa
Enrica Des Dorides, psicologa e psicoterapeuta, giornalista, esperta in
ipnosi, terapia cognitivo comportamentale, EMDR e tecniche olistiche, «Il
disordine stimola la creatività ma crea confusione e caos; l’ordine è la base
per l’equilibrio, la pace, l’armonia. La tendenza al caos può sfociare in
una sciatteria confusionaria; l’ordine maniacale può essere una spia di un
profondo bisogno di controllo. Per stare bene occorre conciliarli nella giusta
misura». A quanto pare ciascuno di noi deve cercare di tenere in
equilibrio le spinte che l’uno (l’ordine) e l’altro (il disordine) cercano di fare
per primeggiare.
È anche luogo comune dire
che i più grandi geni fossero dei veri e propri monumenti al disordine: da Albert Einstein a Mark Twain, tra i tanti, si racconta che nei luoghi dove essi operavano
regnasse il caos più stratosferico, dagli oggetti sparsi ovunque ai fogli
piegati a casaccio, spazzatura compresa, un po’ dappertutto. Ma essere disordinati,
stiamo attenti, non significa essere dei geni! Così come essere troppo ordinati
non ci rende delle persone migliori. Gli estremi non vanno mai bene quando si
ha a che fare con le realtà quotidiana.
Fermo restando il
principio che in ciascuno di noi coesistono Ordine e Disordine, quanto entrambi
dicono di noi? In che modo il caos (disordine) o l’armonia (ordine) del nostro
mondo interiore si riflettono nel nostro spazio fisico, come la casa e l’ufficio?
Certamente l’organizzazione degli ambienti e degli oggetti in casa o in ufficio
rappresenta la proiezione dello stato interiore. La casa è infatti la parte
esterna del nostro “IO”, insomma, una specie di nido esteriore. Se constatiamo
un particolare disordine, in casa o in ufficio, ciò significa che rispecchia il
nostro caos interiore, la nostra confusione.
Confusione che, interiormente, ci porta a lasciare in sospeso, senza soluzione, le situazioni che stiamo
vivendo, rinviando le scelte da fare, mentre esteriormente il lasciare gli
oggetti sparsi per casa, senza la giusta collocazione, non fa altro che
evidenziare, all’esterno, questo rinvio; la difficoltà che si prova a riordinare gli ambienti va di pari passo con
la difficoltà di trovare la forza fisica e mentale per cercare di mettere
ordine nella propria vita, evidenziando proprio che questi due aspetti
coincidono. Solo quando in noi scatta la decisione di trovare il nostro ordine
interiore, allora saremo anche pronti, a farlo anche in casa, “buttando via” quello
che non ci serve e facendo spazio, ordine, al nuovo.
Pulire e ordinare è un
modo di semplificarci l’esistenza e puntare all’essenziale, sia dentro di noi che
fuori. Solo eliminando gli oggetti ormai inutili del passato possiamo
archiviare i nostri passi fatti in precedenza (anche falsi), come ad esempio,
le storie sentimentali finite. Gettando via ciò che è diventato realmente superfluo
in casa, nei cassetti e negli armadi, possiamo mettere a fuoco ciò che ci sta
veramente a cuore e creare così un nuovo punto di partenza. È un modo, amici,
per cancellare dalla nostra vita tutto ciò che non serve più al nostro
successivo percorso di vita: fatto non solo di oggetti, che ormai appartengono
al passato, ma anche di pulizia mentale, di nuovi stili di pensiero, di nuovi
orizzonti e di nuove mete da raggiungere.
Cari amici, non vi
nascondo che dopo anni di impegno, sia lavorativo che sociale, soffro anche io di questo
connubio, fatto di disordine interiore ed esteriore. Non è la prima volta che mi
sono fermato a fare ordine sia dentro di me che all’esterno, a volte
riuscendoci, a volte no. Non demordo, comunque, perché entrambe queste due
forze che si confrontano, ORDINE E DISORDINE, cercano di primeggiare! Sta a
noi, fermarsi ogni tanto a riflettere, imponendoci, con forza, di fare pulizia:
dentro e fuori!
A domani cari lettori!
Mario
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