domenica, marzo 05, 2023

A SASSARI C'È UNA BELLISSIMA FONTANA, UNICA NEL SUO GENERE: LA FONTANA DEL ROSELLO. ECCO LA SUA CURIOSA STORIA.


Oristano 5 marzo 2023

Cari amici,

A Sassari a ridosso dell’antica città, c’è una bellissima fontana, unica nel suo genere: è la Fontana del Rosello (in sassarese: funtana di Ruseddu). Si erge maestosa, con ai lati le 4 statue che rappresentano le stagioni e le sue dodici bocche, tante quanti sono i mesi dell’anno, che rappresentano allegoricamente lo scorrere del tempo. Le statue che rappresentano le quattro stagioni sono costituite: da un vecchio dormiente (l'Inverno), una fanciulla con ghirlanda fiorita (la Primavera), una donna con un fascio di spighe (l'Estate) e un giovane Ercole con la pelle del leone ed una corona di pampini (l'Autunno).

La “FONTANA DEL ROSELLO” fu costruita appena all’esterno dell’antica cinta muraria della città, al centro della Valle del Rosello, ed è oggi considerata il simbolo della città turritana: uno straordinario monumento, unico in Sardegna. Le sue acque hanno una curiosa storia antica da raccontare. Sgorgano dall’antica fonte di Gurusele, che in epoca romana alimentava l’acquedotto che riforniva Turris Libisonis, l’attuale Porto Torres. La fonte costituì da tempo immemorabile un sicuro punto di riferimento per i viaggiatori, in passato usata dalle massaie per il bucato e dagli acquaioli che caricavano i barili d’acqua sui loro asini per portarla in città. Intorno alla fine del XIX secolo, pensate, gli asini utilizzati per il trasporto dell'acqua giunsero ad essere circa trecento!

Le tracce più antiche sulla costruzione della Fontana del Rosello risalgono al 1295. L'importanza della fonte per l'approvvigionamento idrico della città è testimoniata dai numerosi interventi di manutenzione e restauro che la municipalità di Sassari le rivolse nel corso dei secoli. Come la struttura si sia evoluta nel tempo, però, poco si sa. Non si hanno notizie sulla sua configurazione medievale, fatta eccezione per la notizia che l'acqua usciva da dodici cannelle di bronzo in forma di teste leonine. L'aspetto attuale è il risultato dei lavori di sistemazione avvenuti nel primo decennio del XVII secolo. La fontana attuale, realizzata in stile tardo-rinascimentale tra il 1603 e il 1606, fu finanziata attraverso una tassazione pubblica di mille scudi, si presume con la presenza di maestranze genovesi.

Oggi noi possiamo ammirare questo bellissimo monumento, con le sue dodici bocche, o Cantaros, e le quattro statue raffiguranti le stagioni, quasi a rappresentare allegoricamente il trascorrere del tempo. Le statue che noi ammiriamo oggi, quelle che rappresentano le stagioni non sono, purtroppo, quelle originali; tre di esse andarono distrutte duranti i moti feudali del 1795, e tutte e quattro furono sostituite nel 1828. L’unica originale seicentesca che si è salvata (rappresenta l’estate) è custodita all'interno del Palazzo Ducale.

La fontana è composta da due corpi a cassone, di cui il superiore rientrato, con paramento in marmo bianco e partiture geometriche in marmo grigio; su tre lati al di sotto della cornice del cassone inferiore corre l'iscrizione dedicatoria che testimonia i lavori eseguiti tra il 1605 e il 1606 sotto il sovrano Filippo III, mentre il quarto lato è decorato a fogliame. Sugli angoli di ciascun cassone si innalzano le torri quadrangolari simbolo della città; un'ulteriore torre, circolare, più grande delle altre e con inciso lo stemma di Aragona, si trova sul lato del corpo inferiore rivolto all'abitato.

L'acqua sgorga da otto mascheroni alla base della struttura - tre su ciascun lato maggiore e uno sui lati minori - e dalle statue agli angoli che rappresentano le stagioni. La fontana è sovrastata da due arcate incrociate, alla cui sommità, su un plinto, era posta la statua di San Gavino, pure esse andate perdute nel moti del 1795 e ricostruite nel 1843 in modo fedele all’originale Al di sotto della crociera vi è una quinta statua, (è quella originaria), che raffigura un dio fluviale sdraiato e testimonia l'impostazione manieristica che ha caratterizzato tutto l'apparato scultoreo.

La fontana così configurata venne rappresentata per la prima volta dal pittore gesuita Giovanni Bilevelt nell'Incoronazione della Vergine, dipinto posto nell'altare del transetto d. della chiesa di Gesù e Maria (oggi Santa Caterina), realizzato nel terzo decennio del Seicento. Questa bella fontana interessò anche Poste Italiane. Nel 1975 Eros Donnini realizza per le Poste un francobollo: faceva parte della terza serie delle Fontane d'Italia. La fontana di Rosello, infatti, venne scelta come la più famosa fontana ornamentale della Sardegna, rientrando così all'interno di una bella serie che con 21 francobolli rappresentò tutte le regioni d'Italia.

Cari amici, la bella  Fontana del Rosello può essere visitata liberamente, senza prenotazione (si trova in Corso Trinità e attualmente, però, non ha l’accesso agevolato ai disabili); è possibile farlo dal martedì al sabato dalle 9 alle 19, la domenica dalle 10 alle 14. L’ultimo ingresso 15 minuti prima della chiusura. Le visite guidate possono essere richieste solo su prenotazione per gruppi organizzati e scolaresche. Chiuso lunedì e festivi. Vale davvero la pena di andarla a vedere!

A domani.

Mario

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