Oristano 23 marzo 2023
Cari amici,
ISILI, Panorama |
Ieri 22 marzo era "La giornata mondiale dell'acqua", indetta dall'ONU e festeggiata per la prima volta nel 1993. Giornata nata per ricordare l'importanza e lo sfruttamento delle risorse idriche del pianeta da parte dell'uomo. Anche il post di oggi parla di questo elemento, perché il racconto di cui parlo è ambientato dove oggi sorge il lago artificiale di San Sebastiano, nel nostro Sarcidano vicino ad Isili, Acqua, in particolare in Sardegna, assolutamente indispensabile! Ecco la storia. La Sardegna, terra antichissima,
indubbiamente fra le prime abitate del pianeta, è anche un’isola ricca di
storia e di leggende. Ebbene, oggi voglio raccontare a Voi, fedeli lettori, la
storia, in parte leggendaria, di una curiosa, storica chiesetta, che oggi possiamo
vedere su un isolotto posto al centro di un lago che proprio dalla chiesetta
prende il nome: il lago di San Sebastiano, un luogo unico nel suo genere
in Sardegna. Siamo a ISILI, nel Sarcidano, non lontano da Cagliari. Ebbene,
scorrazzando nelle campagne del paese è possibile raggiungere l’isolotto (in
canoa o in pedalò), per poi visitare la Chiesetta campestre dedicata a San
Sebastiano, costruita originariamente nel XVI secolo circa.
Il lago che esiste oggi è
artificiale, formatosi con la costruzione della diga di “Is Barrocus”, che
raccoglie le acque provenienti dal Fiume Mannu, formando appunto il lago San
Sebastiano. Al centro di questo specchio d’acqua spicca un caratteristico
isolotto, formatosi con la nascita del lago (prima era un promontorio dove si
ergeva la chiesetta di San Sebastiano). In questo lago artificiale oggi vengono
praticate diverse discipline sportive, come la pesca sportiva, la canoa, il
canottaggio, il dragon boat e delle escursioni. È, però, rigorosamente vietata
la balneazione.
Amici, come detto in premessa,
in Sardegna di certo le leggende non mancano, e anche quella che racconto oggi
è interessante: riguarda proprio la chiesetta di S. Sebastiano. Questa leggenda
narra che a Isili, nei tempi che furono, viveva un pastore che aveva tre
figlie. Le prime due erano molto belle, con una gran gioia di vivere e sempre
in ottima salute. la più piccola, invece, chiamata Friorosa (perché
aveva sempre freddo), era sempre malaticcia, pallida e infreddolita persino d’estate.
Per questo Friorosa, qualsiasi lavoro provasse a fare, la affaticava molto,
dando poco aiuto in famiglia.
Insieme al pastore e alle
sue figlie, viveva anche un loro giovane parente, bello e molto simpatico. Il
ragazzo era felice, perché le figlie maggiori del pastore lo circondavano di molte
attenzioni. Così, anche Friorosa un giorno decise di provare a conquistare il
giovane. Un giorno, tentando di dare una carezza sul viso del ragazzo, questi
provò un forte brivido di freddo e Friorosa scappò via imbarazzata e
addolorata. Allora si chiuse sempre più in sé stessa, piangendo e invocando Dio
affinché le desse almeno un’opportunità per sentirsi utile e provare anche lei
un po’ di gioia.
In una bella giornata
d’estate, la famiglia e il ragazzo decisero di fare una gita presso la
chiesetta di San Sebastiano, dove c’era una fonte d’acqua. L’allegra brigata
camminava, cantando e ridendo, alla ricerca della chiesetta campestre, ma dopo
ore di cammino non trovarono né la chiesa né la fonte. Ad un certo punto,
affaticati e accaldati, si resero conto di essersi persi, prima di stramazzare
al suolo, vinti dalla fatica. Allora Friorosa, tanto affaticata, si rivolse
loro dicendo: “Andate Voi a cercare un ruscello al quale attingere l’acqua,
io vi aspetterò qui: sono esausta”.
I familiari, sebbene
stanchi e affaticati, continuarono a cercare una fonte per prendere dell’acqua.
Rimasta sola, Friorosa si sedette vicino ad un grande masso di granito e,
mortificata per ciò che stava accadendo e desiderosa di aiutare per una volta
la sua famiglia, pregò Dio con tutte le sue forze di tramutarla in una fonte
d’acqua, con queste parole: “Sono fredda come la neve, rendimi utile almeno
stavolta. Signore, fai che possa sciogliermi e tramutarmi in acqua, la mia
famiglia potrà dissetarsi”. Il miracolo avvenne e, quando i familiari
tornarono sfiniti alla roccia dove avevano lasciato Friorosa, senza aver
trovato l’acqua, trovarono una fonte di acqua fresca che prima non avevano
veduto. Bevvero l’acqua freschissima che sgorgava dal granito e si dissetarono
ma, quando cercarono Friorosa, non riuscirono a trovarla mai più.
Ancora oggi, si dice
nelle campagne di Isili ci sia una fonte di acqua sovrastata da un grande masso
di granito: la fonte di Friorosa. Ebbene, amici, sulla chiesetta di S.
Sebastiano, oltre la leggenda di Friorosa ne esiste anche un’altra, a mio
avviso, però, alquanto triste. Su questa chiesetta, che una volta si trovava sulla
terraferma, sino alla metà dell'Ottocento, si celebravano i matrimoni delle
famiglie importanti, quelle ricche e facoltose; un giorno, però, in questo
luogo successe un terribile fatto di sangue. Da allora nessuno volle più andare
a sposarsi nell'antica chiesetta di San Sebastiano. Ecco cosa successe.
Si narra che ad una
importante festa di nozze, alla quale parteciparono in gran numero cavalieri e
dame elegantemente vestiti, ornati di ori e preziosi, al culmine della festa,
irruppe in mezzo alla folla come un fulmine un giovane fuori di sé, che si
buttò con violenza contro lo sposo, sostenendo di essere stato da questi derubato
della donna a lui promessa. I due lottarono con grande foga e durante la lotta lo
sposo fu trascinato sul ciglio di una rupe e spinto nel baratro. Disperata, la
sposa precipitò anch’essa nel burrone, dopo aver tentato invano di strappare l’amato
sposo dalle mani del rivale. Ma fu una triste vittoria anche per il rivale, che
fu giustiziato dalla folla, facendo la stessa fine dei due sventurati sposi.
Da allora, il tratto del fiume che scorre sotto la rupe venne chiamato Sa
Piscina de sa Sposa.
Cari amici, le leggende che
riguardano la nostra amata isola di Sardegna sono sempre interessanti, anche se
a volta raccontano dei fatti misteriosi sfociati anche nel sangue.
A domani.
Mario
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