Oristano 27 marzo 2023
Cari amici,
Indubbiamente l’idea
iniziale doveva apparire straordinaria e grandemente fruttuosa: costruire in
Turchia un bel villaggio vacanze di alto livello, una location per ricchi
investitori dei Paesi del Golfo, che, una volta realizzato, avrebbero
acquistato “i castelli” (tali erano le costruzioni previste), per cifre
comprese tra i 400 e i 500 mila dollari. Le ville, infatti, erano progettate
con dettagli di ispirazione gotica, con archi rampanti, archi a sesto acuto e
le volte a costoloni; abitazioni lussuose, dotate di riscaldamento a pavimento
e vasche con idromassaggio a ogni piano, a cui si sarebbero aggiunti un centro
commerciale, bagni turchi, cinema e impianti sportivi.
Siamo nel 2014 e il
villaggio da costruire prevede 732 piccoli castelli, esternamente perfettamente identici,
circondati da un paesaggio verde e collinare: insomma un vero e proprio
paradiso. La location scelta, era la Turchia, a pochi chilometri da Mudurnu, una
cittadina termale romana a metà strada tra Istanbul e Ankara. L’entusiasmo
iniziale era alle stelle e il complesso residenziale, avviato dalla società di
developer “Sarot Property Group”, denominato Burj Al Babas, prevedeva un alto
investimento, superiore ai 200 milioni di dollari. Ma, come spesso succede
negli affari immobiliari, la società per una serie di ragioni entrò in crisi
economica durante la recessione iniziata nel 2015, e tutto si bloccò. Il
villaggio non fu mai completato, nonostante oltre la metà dei "castelli" fosse già stata costruita.
Nel 2015 la società aveva
quasi terminato la seicentesima villa, ma all’improvviso tutto si bloccò. La
dichiarazione di bancarotta presentata dalla “Sarot Property Group” fermò il
cantiere che restò come addormentato. Il villaggio divenne “una specie di paese
degli gnomi”, quelli che leggiamo nelle favole. Secondo il Ceo del gruppo,
basterebbe vendere 100 di queste ville già costruite per risanare il debito
della società, ma purtroppo per ora nessuno sembra interessato all’acquisto,
sebbene molte case siano ben costruite. Pare, tra l’altro, che gli abitanti del
territorio non amino quel complesso residenziale, ritenuto un pugno in un
occhio che non ha nulla a che fare con l’architettura ottomana delle città
della Regione.
Un video girato tempo fa mostra
com’è la zona adesso: una vera e propria città fantasma, un agglomerato di
piccoli castelli disabitati dall’aspetto spettrale, ormai in stato di
abbandono. In realtà, questo è solo un esempio, forse un po’ particolare, di
una crisi che sta riguardando tutto il settore edilizio in Turchia. Anche in
città come Istanbul, infatti, ci sono decine di palazzi nuovi disabitati oppure
edifici in costruzione addirittura lasciati a metà a causa del fallimento delle
ditte costruttrici.
Oggi, tuttavia, c’è chi
ancora pensa che un giorno il villaggio verrà portato a termine. Già nel 2020
l’atmosfera tra il fiabesco e il post-apocalittico di Burj Al Babas ispirò il
regista e conceptual designer Alexandre Humbert, a realizzare un cortometraggio
denominato Sleeping Beauties, bellezze dormienti: nel filmato, un tour realizzato
all’interno del complesso residenziale di Burj Al Babas immagina una “trasformazione
possibile”: da città fantasma potrebbe diventare un curioso resort fiabesco da
visitare, che potrebbe generare una nuova fonte di reddito per una località che
fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Nella visione di Humbert, i
visitatori pagano 10 € per passeggiare e fotografare le 732 ville reali a tre
piani, inventando le proprie favole per riempire le stanze vuote.
Cari amici, purtroppo l’esperienza
insegna che certe speculazioni immobiliari spesso falliscono. Quando nel 2014 fu
progettato questo villaggio il mercato immobiliare del lusso in Turchia era
florido e presentava tutti i segnali per essere considerato un ottimo settore
di investimento; in quel periodo, infatti, la crescita economica della Turchia
aveva portato numerose famiglie facoltose ad acquistare pezzi di terreno sulle
coste dell’Egeo, con la volontà di costruire fastose ville da riservare alle
vacanze. La stessa Istanbul si era affermata come meta per eccellenza del
turismo mondiale. In questo contesto, Mehmet Emin e Mezher Yerden, fratelli e
colleghi del Sarot Group, insieme al socio Bulent Yilmaz, decisero di sfruttare
la situazione progettando una struttura ricettiva di lusso e sviluppando, in un
secondo momento, la pazza idea di creare una piccola città fatta di castelli. Purtroppo per loro,
la sorte non è stata favorevole e il villaggio incantato per ora resta “addormentato”. Chissà se il risveglio ci sarà!
A domani.
Mario
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