Oristano 7 marzo 2023
Cari amici,
L’Unione Europea
ha preso la temuta, drastica decisione: a partire dal 2035 sarà vietato, nei
Paesi dell’Unione produrre auto a benzina e diesel. Il provvedimento, in realtà,
ha già creato non poco panico, e sul mercato le vendite di auto elettriche
hanno subito un'impennata, tanto che in alcune parti del mondo le elettriche sono
già un quarto del totale. Tuttavia, questo provvedimento, che prevede una
straordinaria riconversione del parco auto, si sta scontrando con le forti
resistenze di diversi Paesi occidentali per tutta una serie di motivazioni che
appaiono più che giustificate.
La più importante ‘dichiarazione
di guerra’ contro l’immediata sostituzione delle auto a combustione con quelle
elettriche, è partita da considerazioni e tesi ovvie: l’auto elettrica non è
assolutamente a emissioni zero, in quanto molti dei suoi componenti richiedono
l’avvio di attività altamente inquinanti per essere prodotti, a cominciare
dalla base della "piramide", ovvero dai metalli e dalle terre rare, assolutamente
necessarie per la costruzione delle batterie. Terre rare che oggi sono
praticamente monopolio della Cina, e che in futuro dovrebbero essere reperite
in Europa, iniziando a scavare nel sottosuolo per estrarre le materie prime indispensabili
per far funzionare i veicoli elettrici.
In Svezia recentemente sono
stati scoperti dei nuovi giacimenti di terre rare, tra cui il più ricco di
tutta l’Europa. Ebbene, nonostante ciò, il Governo svedese prevede un'attesa di
almeno 15 anni per poter iniziare ad attingere a questo nuovo deposito, dato il
forte carattere ambientalista del Paese, che, non dimentichiamolo, è la terra
di Greta Thunberg. Amici, ma a pesare sui tempi di realizzazione del passaggio
dai motori a combustione a quelli elettrici, giocano al momento altri seri ed
importanti fattori. Ci sono molti miti da sfatare sulla voglia di auto elettriche,
accreditate come la soluzione definitiva all’inquinamento da combustibili fossili.
Apparentemente è luogo
comune che le auto elettriche siano il nirvana della mobilità sostenibile: la
realtà, purtroppo, è invece alquanto diversa. Tra batterie da smaltire,
autonomia limitata e produzione della corrente, le auto elettriche contano
anche numerosi svantaggi. Per esempio, siamo sicuri che l’energia elettrica necessaria
sia davvero prodotta da fonti green? La realtà è che la grande maggioranza
dell’energia elettrica prodotta in Italia è ottenuta bruciando combustibile
fossile: praticamente il 68% circa; per il resto, tolto il 17% della produzione
idroelettrica, solo il restante 15% è fornito dalle fonti geotermica, eolica e
fotovoltaica.
Che dire, poi, dello
smaltimento delle batterie, vera croce dell’auto elettrica? Ancora non si sa
bene, infatti, come poter riutilizzare o quantomeno smaltire le batterie al
litio in modo efficace. Per il momento le batterie a fine vita vengono
disassemblate, recuperando tutti i materiali: quando l’efficienza scende sotto
l’80% le batterie non sono più utili per le automobili, ma possono essere
utilizzate ancora per 10 o 20 anni in impianti di accumulo statici, ad esempio
per stoccare l’energia prodotta in eccesso dai grandi impianti alimentati da
fonti rinnovabili o, più semplicemente, nelle case.
Il problema è davvero serio
e non può, certo, essere risolto in pochi anni. Che le vetture del futuro
debbano essere più leggere e meno inquinanti ce lo impone l’esigenza urgente di
sostenibilità del nostro pianeta che abitiamo. Certo, dobbiamo cambiare, e in
modo concreto, deciso e anche rapido. Valutando tutto, però, senza omettere gli
attuali svantaggi. Uno per tutti: le emissioni di CO2 delle auto elettriche,
oggi pesano sull’ambiente dall’11% al 28% in più rispetto alle auto diesel”,
secondo il tedesco prof. Buchal e il suo team. La motivazione è chiara: il
problema è legato alla notevole quantità di energia necessaria nell’estrazione
e nella lavorazione di litio, cobalto e manganese, materie prime fondamentali
per la produzione di batterie per auto elettriche.
Cari amici, seppure l’auto
elettrica potrà essere il futuro della mobilità, credo che, come dice un saggio
proverbio, “la fretta è sempre stata una cattiva consigliera”. L’Unione
Europea, prima di rivoluzionare drasticamente un settore importante come quello
della mobilità, deve dare il tempo ai vari Paesi di creare le condizioni necessarie,
altrimenti il rimedio potrebbe risultare peggiore del male che si cerca di
risolvere.
A domani.
Mario
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