Oristano 12 marzo 2023
Cari amici,
Che all’interno del programma
del Centrodestra ci sia da tempo l’idea di una riforma inerente l’istituzione
del “Presidenzialismo” e dell’“Autonomia differenziata”, è cosa ben nota. Ora, con la forte maggioranza presente in Parlamento, il Gruppo preme per cercare di
portare a casa entrambe le riforme, anche se le differenze esistenti fra le
varie forze che compongono la coalizione ci sono eccome. Sul Presidenzialismo, per esempio, mentre la LEGA dichiara di puntare sul semi-presidenzialismo, quello che viene
detto ‘alla francese', FDI e pure FI sono sempre stati più favorevoli al Presidenzialismo
puro, cioè all’identificazione di poteri tra capo dello Stato e capo del Governo.
Il problema più spinoso,
a mio avviso, è quello della realizzazione dell’Autonomia differenziata, il cui
percorso appare. per ora. irto di non pochi ostacoli, in particolare posti a sbarramento da
diversi Presidenti di Regione, soprattutto del Sud. Le criticità che sono state individuate
dagli uffici di Palazzo Chigi sul Decreto-legge Calderoli sono emerse fin dalla prima bozza presentata, nella parte in cui si calcolano i trasferimenti di fondi
dallo Stato alle Regioni in base alla spesa storica, nel caso in cui non si
arrivi alla definizione dei LEP entro la scadenza di un anno. I LEP (i Livelli Essenziali delle Prestazioni) si vorrebbero definire velocemente attraverso lo strumento del DPCM, anche se Calderoli ha garantito che il Parlamento, poi, sarebbe stato coinvolto nella definizione dei LEP.
Si, amici, le criticità della
riforma Calderoli partono proprio dai LEP! Ma questi, insomma, che cosa sono in realtà? In
primo luogo, sono la garanzia per "tutti gli italiani" di essere trattati allo
stesso modo, ovunque residenti e operanti, sia nei diritti civili che sociali. La definizione
dei LEP è prevista in Costituzione dal 2001 e serve a determinare i «livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono
essere garantiti su tutto il territorio nazionale». Seppure nella Carta Costituzionale
del 1948 i LEP non erano stati previsti, in quanto la Costituzione è nata
centralista, essendo le Regioni inizialmente rimaste titolari solo di
funzioni marginali (fiere e mercati, cave e torbiere...), successivamente si è
provveduto all’aggiornamento delle funzioni delegate alle Regioni nel 2001.
Con il regionalismo e il
federalismo fiscale, introdotti nel 2001, i servizi al cittadino diventarono
inevitabilmente differenziati. Ma con un limite: un livello essenziale, al di
sotto del quale non si può scendere. Tuttavia, senza l’introduzione dei LEP,
cioè se non si fissa l'asticella dei diritti, è possibile che un cittadino
abbia diritto al tempo pieno a scuola in una regione e si veda rifiutare la
richiesta in un'altra. Che poi è esattamente quello che già oggi succede! Per
questo, perché non succedano figli e figliastri, è lo Stato centrale che ha la
responsabilità esclusiva di determinare i limiti. Ora tocca al Governo e al
Parlamento stabilirli.
I decreti attuativi della
Costituzione (2011) prevedono che prima di tutto si faccia una ricognizione dei
servizi presenti sui territori e poi si decidano i LEP. La ricognizione è stata
affidata a una società pubblica, la SOSE, che l'ha consegnata in Parlamento il
30 gennaio 2017, con dati parziali però: perché su alcuni servizi le Regioni non
hanno neppure risposto. Da quei numeri si è capita una cosa poco nota: non era
vero che il Sud riceve tanti soldi e li spende male ma riceve poco e offre
servizi in proporzione, cioè scadenti se non nulli. Si è compreso, insomma, che
per garantire livelli di servizio omogenei sul territorio bisogna spendere di
più nel Mezzogiorno oltre che, ovviamente, assicurarsi che i soldi si traducano
in servizi di qualità. Sarà possibile trovare una soluzione che accontenti
tutti??? Credo alquanto difficile: io direi che il problema è una bella gatta da pelare!
Cari amici, quanto al
Presidenzialismo, i tempi saranno certamente ben più lunghi. Anche la Premier
Giorgia Meloni ha chiarito che, tra i primi provvedimenti del Governo, si
sarebbe dato l’impulso all'avvio dell’iter per le riforme istituzionali, quasi certamente
con l’istituzione di una Commissione bicamerale per le riforme. Chissà, però, se entro
la Legislatura i propositi, anche se ben supportati, andranno poi a buon fine!
A domani.
Mario
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