Oristano 4 marzo 2023
Cari amici,
Dei tanti di noi che abitano nelle
grandi città, in preda al traffico e ai fumi e ai rumori, chi non ha mai
pensato, almeno una volta, di lasciar tutto e cambiare vita? Credo in tanti.
Ebbene, oggi, chi per lavoro è costretto a vivere in città così caotiche si trova anche a dover risolvere anche seri problemi di natura
economica: il costo degli affitti. Per le persone normali, quelle che vivono
con stipendi non proprio lussuosi, vivere in queste città è diventato
praticamente impossibile per gli alti costi dell’alloggio, che superano
addirittura, in molti casi, l’importo dello stipendio mensile. A Milano, per
esempio, gli affitti delle case sono arrivati a prezzi stellari, nel senso che
solo i più abbienti possono permettersi il lusso di prendere una casa in
affitto.
Il capoluogo lombardo,
insomma, risulta essere la città con gli affitti più alti d'Italia, la quarta
in Europa. E questo nonostante i 15mila alloggi sfitti. Basta un esempio per
chiarire meglio il problema. Di recente, come ha scritto il quotidiano La
Stampa, i vincitori del concorso per autisti della linea di autobus cittadina, sono
stati costretti a rinunciare la posto di lavoro perché non sono riusciti a
trovare un alloggio consono a prezzi accessibili. Non in città ma nemmeno in
provincia, nella seconda cerchia! Purtroppo, anche affittare un bilocale striminzito
non costa meno di mille euro al mese, a cui, poi, si devono aggiungere le
spese condominiali di 200 euro in media; ebbene, con uno stipendio da 1500 euro, come è possibile accettare il lavoro? Un dramma indubbiamente.
Amici, questo fatto credo
faccia riflettere non poco. La politica della casa per le famiglie con reddito
medio basso non è mai stata portata avanti con la giusta importanza e questo fa riflettere sulla strada sbagliata intrapresa, alcuni decenni fa, di
trasferirsi in massa nelle città-alveare, facendo quasi scomparire i piccoli
centri. Di sbagli ne sono stati fatti tanti, e oggi in Italia ci sono
Comuni anche storici, con lunghe tradizioni, che languono aspettando quasi la
morte, tanto che alcuni Comuni offrono del denaro a chiunque voglia andare a viverci.
Un’iniziativa valida, che io reputo interessante: un progetto di ripopolamento dei
piccoli centri, spesso bellissimi ma oggi abbandonati e desolati. E oggi, cari
amici, questa possibilità sta diventando alquanto praticabile.
Come ho avuto occasione
di scrivere diverse volte su questo blog, diverse aziende consentono sempre più
spesso ai propri dipendenti di lavorare da remoto; questo consente a molti di
pensare di abbandonare il caos della grande città caotica e affollata per trasferirsi nei borghi, dove trovano un’ottima qualità della vita e minori
costi. A dare il via, a creare la consapevolezza che si vive meglio nei borghi
immersi nel verde che nelle fumose città alveare è stata certamente la pandemia, che ha
fatto sviluppare in un baleno lo Smart Working, consentendo a tanti lavoratori
di non andare a lavorare in azienda ma di farlo da casa.
In poche parole, possiamo
dire che, grazie al Covid, abbiamo finalmente potuto mettere in atto, con lo Smart
Working, quel processo di “de-urbanizzazione”, che fino a poco tempo prima
esisteva come desiderio solo in cuor nostro. È successo tutto all’improvviso, e
molti, senza quasi essersene resi conto, si sono ritrovati lontano, molto
lontano dai clamori della grande città, dove prima faticavano a vivere. È stato
lanciato solo il primo “sasso nello stagno” nel senso che la de-urbanizzazione
delle grandi città richiederà tempi certo alquanto lunghi, ma l’esodo, mi sento
di dire, è praticamente da considerarsi già iniziato!
Amici, Milano vive già,
lentamente ma inesorabilmente, questo esodo, sono soprattutto i giovani, gli
under 30 che stentano a trovare impieghi ben retribuiti, e questo li
spinge ad andare via, a fuggire, e spesso verso l'estero. Hanno staccato il
biglietto di sola andata i circa tremila giovani che nel 2022 hanno lasciato
Milano andando ad aggiungersi agli oltre 80mila giovani che già vivono
all'estero. Un esodo sicuramente significativo.
Cari amici, il fenomeno
non riguarda solo Milano e le città del Nord Italia, perché il discorso vale
anche per Roma e, tutto il Sud e le isole. Credo che oggi ci stiamo trovando di
fronte ad un cambiamento epocale. Forse abbiamo iniziato a capire di aver preso
in passato decisioni poco salutari, trasferendoci a vivere nelle grandi città e
abbandonando la vita dei centri minori e della campagna. Ora potrebbe essere arrivato
il tempo di re-insediarci, finalmente, in quei luoghi immersi nella quiete
della natura, in quei borghi e paesi che fino a qualche mese fa erano
soltanto lo spettro riflesso di un tempo ormai andato! Per me, più che un ritorno al
passato sarebbe un “RITORNO AL FUTURO”!
A domani, amici.
Mario
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