Oristano 31 dicembre 2021
Cari amici,
Chiudo i post del 2021
con un caldo invito ad evitare lo spreco alimentare! La fame nel mondo,
purtroppo, continua ad aumentare: prima a causa dei conflitti armati, poi per i
cambiamenti climatici, ed ora a tutto questo ha fatto seguito la pandemia da Covid, tanto che, nel
2020, la percentuale di popolazione denutrita nel mondo, dopo anni nei quali si
erano registrati lenti progressi, ha ripreso ad aumentare. Oggi si contano 155
milioni di persone in stato di insicurezza alimentare acuta, 20 milioni in più
rispetto al 2019. Eppure, ciò nonostante, lo spreco alimentare nel mondo
continua, diventando un serio problema.
Secondo
la FAO, ogni anno in media intorno al 33% del cibo prodotto finisce nella
spazzatura! Si tratta, pensate, di circa 1,3 miliardi di tonnellate! Calcolare
il valore di questo spreco in termini economici a livello globale è
problematico, infatti il prezzo di ogni alimento cambia in modo significativo
nelle diverse aree, anche di uno stesso Stato. La produzione di cibo comporta
l’impiego di molte risorse, come fertilizzante, elettricità, carburante per i
trasporti e così via. Ad essere maggiormente sotto pressione sono le riserve di
acqua dolce, sfruttate in maniera molto massiccia e sempre meno sostenibile per
l’equilibrio naturale. Secondo la FAO, dal 1974 al 2020 la quantità di cibo
buttato è aumentata del 50%.
Sempre secondo le stime
della FAO, nel mondo ogni giorno viene sprecato l’equivalente di 214
kilocalorie pro capite. Queste, tuttavia, sono statistiche ottimistiche,
secondo una ricerca della Wageningen University and Research pubblicata nel
2019 sulla rivista scientifica Plos One. Per gli studiosi dell’Istituto
olandese, infatti, lo spreco medio pro capite giornaliero a livello globale è
in media di 527 calorie. L’istituto olandese, inoltre, ha osservato la
correlazione esistente fra ricchezza e spreco alimentare. La percentuale di
cibo gettato via inizia a salire molto a partire dal reddito di 6,70 dollari al
giorno. Lo spreco, poi, aumenta con sempre meno velocità con l’aumentare della
ricchezza, per poi stabilizzarsi, quando viene superata una certa soglia, che
cambia da Paese a Paese.
Al primo posto per spreco
alimentare, secondo Statista.com, c’è l’Australia, con 361 chili di cibo
pro capite sprecati ogni anno; seguono gli Stati Uniti, con 218 chili pro
capite, e la Turchia, con 148 chili. Oltre alla ricchezza, anche il clima
influenza lo spreco, sebbene in misura minore. Infatti, in Paesi più caldi gli
alimenti si deteriorano con maggiore facilità, il che porta soprattutto, sia negozi che produttori, a dover buttare importanti quantità di cibo. L’Italia, invece, è collocata
all’8° posto, con 146 chili pro capite.
Lo spreco di cibo può
essere di due tipi, quello messo in atto dalle diverse aziende che si occupano
di produrre le materie prime, lavorarle e metterle in commercio, e quello effettuato dai consumatori. Per la prima categoria il Paese peggiore sono gli Stati
Uniti, dove quasi il 40% del cibo prodotto viene gettato via prima di essere messo
in vendita. Nel secondo tipo di spreco, quello delle famiglie, il dato peggiore è quello della Svezia, dove
ogni anno i consumatori buttano via circa il 25% degli alimenti acquistati.
Tornando alla nostra
Italia, secondo il rapporto Waste Watcher 2019, curato da SWG e Last Minute
Market, considerando il valore degli alimenti nel nostro Paese, ogni anno
finiscono nella spazzatura 15 miliardi di euro in cibo. Di questi, 3 miliardi
sono gettati dalle aziende e 12 miliardi dai consumatori. Tale cifra corrisponde
a circa l’1% del PIL del nostro Paese. Con i prodotti alimentari buttati via dagli
italiani si sarebbero potute sfamare ben 12 milioni di persone.
I dati contenuti nel
Rapporto della Fondazione Cesvi, Cooperazione e Sviluppo, sono davvero allarmanti: secondo l'Indice Globale della
Fame 2021, infatti, in 47 Paesi in particolare la fame resta elevata, e le
possibilità di porre un freno e ridurla, come previsto dall'obiettivo Fame Zero
fissato dalle Nazioni Unite entro al 2030, sono proprio scarse. Dal rapporto si
rileva che la fame è stata classificata grave in 37 Paesi, e quelli con i
livelli di fame più alti del mondo (in arancione nella mappa qui sotto riportata)
sono nove, tra i quali Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del
Congo, Sud Sudan, Yemen e Siria.
Indubbiamente una situazione
“Fame-Spreco” a dir poco intollerabile! Ai precedenti problemi causati dalle guerre
e dai cambiamenti climatici, l’arrivo della pandemia del Covid ha dato un colpo
mortale. Secondo la FAO, per effetto del Covid, nel 2030 le persone denutrite continueranno
ad aumentare: saranno 657 milioni, circa 30 milioni in più. E già oggi appare
evidente come la crisi economica derivata dalla pandemia abbia pregiudicato la
sicurezza alimentare: infatti, nel 2020, il numero di persone che soffrono la
fame è aumentato di quasi 20 milioni rispetto al 2019.
Cari amici, come si fa a
tollerare che si continui a gettare nella spazzatura tanto cibo? I mezzi per
agire e limitare questo spreco, volendo, ci sono. I produttori possono
ricorrere alla tecnologia per garantire uno stoccaggio più efficiente e una
migliore conservazione dei prodotti; inoltre, possono affidare alle industrie
di trasformazione la frutta e la verdura non conformi agli standard, destinando poi gli scarti all’alimentazione animale,
alla fabbricazione di compost o alla metanizzazione. I rappresentanti delle Istituzioni,
inoltre, devono intraprendere grosse azioni di sensibilizzazione, sia nei
confronti delle industrie che dei consumatori. Le soluzioni esistono, quindi
non indugiamo oltre e sfruttiamole! Ne va della salvezza del pianeta!
A domani, amici, con il
mio caloroso “BUON ANNO a tutti Voi!
Mario
1 commento:
Niente paura, c'è già la soluzione! Secondo una dettagliatissima ricerca scientifica condotta in Svezia la soluzione è della massima semplicità: il cannibalismo ( https://www.sovereignman.com/trends/eating-human-flesh-is-the-latest-idea-to-stop-climate-change-25566/)! Ovviamente tutto va fatto anche per combattere il cambiamento climatico! A qualcuno piacerebbe un bel Filetto alla Rossini fatto con la polpa di un Draghi, magari cucinato da un Cracco in un suo ristorante? Si accettano prenotazioni.
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