Oristano 5 dicembre 2021
Cari amici,
Mentre il Ministero
dell’Istruzione è al lavoro per predisporre il prossimo Esame di Stato (la
decisione se confermare lo “stato di emergenza” dello scorso anno, con un
globale “maxi orale”, oppure ripristinare la precedente prassi con due scritti
e un orale), è pervenuta al Ministro Patrizio Bianchi una petizione con
oltre 25 mila firma chiedendo a gran voce l’abolizione delle prove scritte, in
quanto, tra l’altro, “causa di forte stress”. Ecco una parte di quanto
contenuto nella petizione.
“Noi studenti
maturandi chiediamo l’eliminazione delle prove scritte all’esame di maturità
2022, poiché troviamo ingiusto e infruttuoso andare a sostenere un esame
scritto in quanto pleonastico, i professori curricolari nei cinque anni
trascorsi, hanno avuto modo di toccare con mano e saggiare le nostre capacità.
L’ulteriore stress di un esame scritto remerebbe contro un fruttuoso orale
indispensabile come primo passo verso l’età adulta”. L’iniziativa,
definita “La Carica dei 400”, messa in moto da un movimento studentesco, ha
inteso sollevare un polverone, adducendo anche la imprecisa preparazione
derivante da due anni di DAD, ovvero la didattica a distanza.
Preparazione, quella
manifestata dagli studenti, particolarmente carente in Italiano, la nostra
amata lingua, proprio nell’anno che festeggia i 700 anni del grande Dante
Alighieri! Preparazione davvero lacunosa, in quanto basta leggere quanto era “sgrammaticato”
lo scritto inviato! Su Domani di ieri (il destino di ogni domani è di
tramutarsi in un ieri…) Mattia Ferraresi ha illustrato tristemente l’italiano
in cui l’appello è formulato: “La debolezza del manifesto…non è nella
qualità delle argomentazioni, ma nella sgrammaticata povertà con cui queste
sono presentate”.
Beh, amici, la giusta risposta
sarebbe che poiché gli esami sono di Stato e non uno scrutinio di
Istituto, una qualche componente esterna alla scuola frequentata dai candidati
deve essere presente nella Commissione (ai miei tempi era prevista la presenza
di un unico rappresentante di Istituto, il famoso “membro interno”, mentre il
resto della commissione era “esterno”, mentre ora è l’opposto). E la Commissione
deve necessariamente prendere in esame le prestazioni di esame e non quelle
passate, anche se di queste si tiene ampiamente conto nella determinazione del
punteggio.
Ebbene, se anche la
preparazione dei candidati ha risentito della Didattica a Distanza, questo lo
sanno bene ed è senz’altro presente anche nei commissari giudicanti, per cui la
richiesta inviata appare proprio pretestuosa! Per ultimo i richiedenti hanno tentato
anche la carta dello “stress” che le prove scritte creano, dimenticandosi che l’esame
di maturità risulta essere il passaporto per l’ingresso nella maturità, quella
cioè che predispone al lavoro, dove i veri esami, scritti e orali, saranno ben
più corposi e selezionanti.
Amici, al gruppone di
furbetti, convinti che l’esame di stato sia solo una burletta, hanno replicato
altri studenti che, invece, hanno richiesto al Ministro il ripristino delle
prove scritte, mancanti ormai da 2 anni. Questa petizione, lanciata da
Ilaria Pizzini e richiedente il "Ripristino delle prove scritte all'Esame
di Stato", è stata inoltrata, seppure con meno adesioni, nella speranza
che il Ministro decida proprio per il ripristino. Ecco il testo della petizione.
"L'eliminazione
delle prove scritte dagli ultimi due Esami di Stato ha risposto a una
situazione di emergenza, ma è auspicabile che esse vengano ripristinate per non
privare l'esame di elementi davvero qualificanti (in primis per chi lo sostiene):
la produzione di un elaborato in lingua italiana, atto ad accertare le capacità
espressive e le competenze argomentative che la scuola è chiamata a fornire; la
prova di indirizzo, che misura e valorizza competenze specifiche del corso di
studio. Nell'arco del quinquennio, agli insegnanti si chiede di valutare gli
studenti tramite prove sia scritte sia orali proprio perché diverse modalità di
verifica valorizzano e misurano capacità e competenze diverse. Pertanto, non si
comprende perché tale complementarità debba venire meno in sede di Esame,
momento di sintesi del percorso scolastico. L'elaborato di indirizzo e
l'analisi orale di un testo noto non possono rappresentare un sostituto
efficace ed equipollente di prove svolte a prima vista (pertanto certamente prodotte
dal candidato): se la scuola che si auspica è quella che dota gli allievi di
strumenti e non li infarcisce di mere nozioni, anche l'esame dovrebbe
verificare l'acquisizione di tali strumenti attraverso le medesime strategie
adoperate nei cinque anni precedenti”.
Cari amici, credo che se
la scuola deve continuare ad essere “maestra di vita”, essa non può
abdicare al proprio ruolo, altrimenti precipiteremo nel caos dell’incultura, e
allora che scuola di vita sarebbe?
A domani.
Mario
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