Oristano 22 aprile 2020
Cari amici,
L’arrivo improvviso e
devastante del Coronavirus, quel COVID-19 nato in Cina e poi diffusosi
in tutto il mondo, ha spiazzato tutti. Ha ovunque creato sconvolgimenti non
solo nel settore sanitario, con un numero impressionante di contagiati e di
morti, ma sta contribuendo, in modo sostanziale, a distruggere l’attuale organizzazione
del lavoro, con ripercussioni così negative da lasciare sul campo più morti e
feriti per miseria, di quelli colpiti direttamente dall’infezione. L’aumento
esponenziale dei lavoratori “provvisoriamente” in cassa integrazione ma senza
futuro, e delle aziende che hanno obbligatoriamente abbassato le serrande,
fanno presupporre un autunno caldissimo, economicamente difficilissimo da
superare.
Una situazione di questo
tipo, le cui conseguenze dureranno ancora a lungo, costringerà l’intero mondo a
riorganizzarsi sotto diversi profili: da quello lavorativo, con applicazione
ove possibile dello smart working, a quello dell’istruzione, da quello sanitario
a quello del tempo libero. Quanto agli spostamenti, sia per ragioni di lavoro
che per diporto, cambierà sostanzialmente tutto: dal viaggiare sui mezzi
pubblici a quello sui mezzi privati, dall’utilizzo dei luoghi di villeggiatura
ai viaggi in crociera intorno al mondo.
Ma cosa si prevede,
relativamente ai viaggi ed alle vacanze, una volta che sarà passata questa
prima fase dello “Stare obbligatoriamente fermi a casa”, e saremo di
nuovo liberi di muoverci all’esterno? Pier Ezhaya, Consigliere Delegato
ASTOI di Confindustria Viaggi, l’associazione che rappresenta il 90 per cento
del mercato del tour operating italiano, intervistato circa l’impatto che l’emergenza
coronavirus ha avuto sul settore turismo, si è così espresso: «La situazione
è molto complicata. C’è un tema legato all’Italia, con tante persone che in
questo momento non si sentono di prenotare una vacanza, oltre al tema “mondo”,
con tanti Paesi che hanno chiuso le frontiere agli italiani o che minacciano un
rischio di quarantena. C’è poca domanda, tanti annullamenti e pochi corridoi
turistici aperti. Viviamo un momento di forte crisi in un periodo dell’anno per
noi importante, in cui si inizia a prenotare l’estate».
Cari amici, Pasqua e
Pasquetta li abbiamo trascorsi senza amici e rinchiusi nelle nostre abitazioni,
e molto probabilmente sarà così anche il primo maggio Ma come ipotizziamo che
potrà essere la prossima estate? Se nulla cambierà a breve, e non ci sono i
presupposti, passeremo le tradizionali vacanze effettuando solo brevi
spostamenti fuori casa. Ma dove? Gli esperti del settore non hanno dubbi:
viaggeremo in Italia e ci muoveremo preferibilmente in auto o in bicicletta per
brevi periodi. Del resto la situazione mondiale ha ridisegnato le rotte e le
abitudini: con le frontiere ancora chiuse la tendenza è quella di scegliere
luoghi vicini, sicuri e poco affollati. In realtà sarà, grosso modo, un
proseguire lo stile di vita che stiamo tenendo in queste settimane.
Una realtà davvero dura,
se pensiamo che il 2020 doveva essere l’anno della cultura e del turismo
Italia-Cina, ma ora il comparto dei viaggi trema per il Coronavirus! Bernabò
Bocca, Presidente di Federalberghi ha così commentato: “Sicuramente
abbiamo ricevuto un contraccolpo immediato, ma il peggio deve ancora venire”. Poco
tempo fa, infatti, Roma e Pechino si incontravano all’Auditorium Parco della
Musica, con grandi aspettative riposte nel 2020, essendo questo “l’anno della
cultura e del turismo Italia-Cina” (si attendevano fino a 4 milioni di cinesi)
e invece il Coronavirus sta facendo tremare tutto il comparto del mondo dei
viaggi, tra cancellazioni e disdette, paura e penali.
Per l’Italia il mercato
cinese è tra i più importanti, sia in termini di grandezza che per capacità di
spesa (i visitatori del paese del Dragone muovono oltre 650 milioni di euro con
un incremento quasi del 41 per cento nello scorso anno) e la paura legata alla
propagazione del virus rischia di generare una serie di ripercussioni
economiche su tutto l’indotto. Una crescita esponenziale bloccata, purtroppo,
dalla pandemia scatenata dal COVID-19.
Quanto al settore
crocieristico, che vale 150 miliardi di dollari e negli ultimi anni ha
conseguito importanti risultati, secondo la CLIA, l’associazione internazionale
dell’industria crocieristica, nel 2019 i passeggeri erano 17,8 milioni e nel
2020 dovevano raggiungere la quota record di 32 milioni, su un totale di 278
imbarcazioni, 19 in più dell’anno prima. Difficile dire quale sarà il
consuntivo dell’anno: secondo quanto emerso negli incontri presso il MIT
(Ministero del Turismo), l’emergenza Covid-19 comporterà un crollo delle
prenotazioni del 50 per cento.
Una cosa è certa, cari amici:
nulla sarà più come prima, e in particolare nel settore dei viaggi-vacanza, dove
si paventa una crisi lunga e difficile. L’emergenza creata dal COVID-19, che
oggi sta mettendo a dura prova il settore dei viaggi, non si risolverà in tempi
brevi ed avrà bisogno di notevoli aiuti da parte del Governo, visto che in
Italia il settore del turismo rappresenta una posta molto importante del nostro
PIL. La nostra Sardegna, poi, se il settore turistico si dovesse fermare, andrà
direttamente a fondo! Bisognerà dunque trovare nuove soluzioni, usando lungimiranza,
grande flessibilità ed ottimismo.
A domani, amici.
Mario
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