giovedì, aprile 16, 2020

L'UOMO E I CINQUE SENSI DI CUI E' DOTATO. TRA QUESTI L'OLFATTO HA UN'IMPORTANZA PARTICOLARE, IN PASSATO ADDIRITTURA VITALE.


Oristano 16 aprile 2020

Cari amici,

La specie umana è dotata di cinque sensi: la vista, l'udito, il tatto, il gusto e l'olfatto. Sensi che nella fase iniziale della sua esistenza gli hanno consentito in primo luogo di sopravvivere in un ambiente ostile, dove un minimo errore poteva costare la vita. Innanzitutto la vista, la cui importanza è stata ed è certamente quella più alta, a cui fa seguito, immediatamente dopo, proprio l’olfatto, e poi, infine, l’udito, il gusto e il tatto. Questi 5 sensi, altro non sono che degli speciali percettori dell’ambiente circostante, capaci di portare quanto rilevato al cervello, che a sua volta li elabora, dando così la risposta più adeguata, relativamente al momento e al caso. 
La percezione, dunque, è un elaborato processo cognitivo, che, man mano che vengono fatte le nuove esperienze, porta gli individui alla giusta consapevolezza dei rischi dell’ambiente in cui essi vivono e si muovono.  In precedenza gli attuali 5 sensi erano maggiormente sviluppati, in quanto la vita era meno regolamentata e più pericolosa di quella di oggi. Il sistema sensoriale attuale, sempre costituito da vista, udito, tatto, gusto e olfatto, a prescindere dalle lievi differenze individuali, è utilizzato nelle seguenti, singole percentuali: la vista, che mantiene sempre l’importanza primaria per il 58 per cento, seguita dall’olfatto per il 45per cento, dal gusto (31per cento), dall’udito (25 per cento), e, infine, dal tatto (25 per cento). Nel post di oggi, amici, voglio riflettere con Voi proprio sull’Olfatto.
Questo senso in passato vantava come detto un’importanza strategica; “fiutare il pericolo” non era solo un modo di dire come adesso, ma una realtà concreta: significava riuscire a catturare le prede, oppure salvarsi da morte sicura, nella foresta piena di insidie. La funzione olfattiva, come accennato, è collegata direttamente al cervello; le cellule sensoriali contenute nella membrana mucosa che riveste la cavità nasale sono stimolate dalla presenza di particelle chimiche disciolte nel muco. Le fibre del nervo olfattivo si dirigono verso i recettori situati a livello della mucosa nella parte superiore del naso e, attraverso minuscoli fori nel cranio, entrano nel bulbo olfattivo del cervello. 
Il senso olfattivo, pensate, ha una capacità di elaborazione mostruosa: è capace di distinguere non milioni, ma miliardi di odori! Noi esseri umani siamo capaci di distinguere circa mille miliardi di odori diversi: lo rivela uno studio dell'Howard Hughes Medical Institute, condotto da Leslie Vosshall e pubblicato nel 2014 su "Science". Ma non è solo questa la straordinaria capacità del nostro cervello che risulta capace di “fiutare”, tramite gli impulsi provenienti dal nostro naso, anche le emozioni!
Si, amici, negli esseri umani gli odori sono spesso legati a particolari emozioni. Determinati aromi possono, infatti, produrre i più diversi tipi di reazione: ira, sollievo, ansia, sensualità e paura; il profumo del pane provoca languore, quello del latte guasto induce un senso di nausea e un determinato profumo può destare ricordi di eventi lontani nel tempo e nello spazio a prescindere dalla circostanza in cui esso è percepito successivamente. Ci sono anche odori che si rivelano più efficaci di altri. Secondo una ricerca americana, condotta sugli abitanti degli Stati Uniti, l'odore di lavanda e torta di zucca indurrebbe eccitazione sessuale negli uomini, mentre il sudore di madri che allattano avrebbe lo stesso effetto sulle donne. Ovviamente non è detto che risultati analoghi valgano in altri Paesi del mondo. 
Il nostro ‘super computer, è anche dotato di una straordinaria memoria olfattiva. Secondo il Sense of smell Institute (che fa parte della Fragrance Foundation, attiva dal 1949 e dedita allo studio degli odori), possiamo ricordare gli odori con il 65 per cento di precisione dopo un anno, mentre il richiamo visivo è si abbassa al 50 per cento dopo soli tre mesi. 
Altro particolare importante è che i cinque sensi, poi, sono strettamente collegati tra loro. Siamo portati a credere che possiamo gustare una pietanza solo attraverso le papille gustative, ma non è così! Le papille possono percepire il dolce, il salato, l’amaro e l’aspro, ma in realtà, noi “assaggiamo” la pietanza prima: sentiamo il suo profumo con il naso, la sua preparazione con gli occhi e anche con le orecchie. Quando diciamo che non sentiamo bene un sapore, in realtà ciò significa che non riusciamo ad annusarlo!
Cari amici, anche oggi “avere naso” ha un significato che riporta al passato, al vecchio concetto di “fiutare il pericolo”. Se nella specie umana col passare del tempo e con l’avvento delle varie civiltà l’importanza di alcuni dei 5 sensi ha perso di valore, negli animali questo senso è rimasto ben più alto. Bastano due esempi per confermarlo. Gli animali sono rimasti veri campioni di olfatto, tanto che in molti di essi è questo il senso prevalente. In confronto ai 5-6 milioni di recettori presenti nell’uomo, i cani ne hanno circa 220 milioni. Poiché l’acuità olfattiva è proporzionale al numero di recettori, si può dire che un cane “sente”, fiuta, 44 volte meglio di un uomo. Il “naso” più sensibile in assoluto, invece, sembra appartenere al maschio delle falene, che percepisce la presenza di una molecola di bombicolo (il composto sessuale attrattivo emesso dalla femmina), diluita in un milione di miliardi molecole d’aria. Pensate un po'...
E Voi, amici, come ve la cavate col vostro fiuto?
A domani.
Mario



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