Oristano 19 aprile 2020
Cari amici,
Se fino ai primi giorni di
questo 2020, anno bisestile (storicamente questi anni particolari non sono mai
stati fausti), l’economia del mondo si basava su un confronto di capacità e potenza tra
Stati, che competevano mostrando la loro supremazia basata sul possesso della migliore tecnologia oltre che di armi, non solo economiche ma anche militari, con l'utilizzo di strumenti colossali, capaci di una forte distruzione di massa, è bastato un virus infinitamente piccolo, che, in un soffio e quasi per magia, è riuscito a rivoluzionare tutto! Si, l’intero pianeta è stato sconvolto
da un minuscolo organismo, invisibile e impalpabile, ma in
possesso di una forza distruttiva enorme. Appartenente alla famiglia dei
Coronavirus, il COVID-19, partito dalla Cina, e ora sta mettendo in ginocchio il
mondo, che, nonostante le avvisaglie di alcuni lustri fa, è rimasto sordo al suo potenziale
pericolo, continuando a pensare ad armi nucleari, costose ed anch'esse letali.
Bill Gates già nel 2015
era stato esplicito: “spendiamo somme enormi per il nucleare e non ci
attrezziamo per fronteggiare le possibili epidemie globali, che possono mettere
in ginocchio l’umanità con milioni di morti”.
Ebbene, questo sottovalutato pericolo da parte degli Stati più potenti, incuranti delle possibili pandemie che avrebbero potuto colpirli, sta creando il caos di oggi. Virus cresciuti e diventati sempre più aggressivi sempre a causa dell'uomo, che continua a sconvolgere l'armonia delle leggi naturali che regolano la vita sulla terra, consolidatesi in milioni di anni, con trasformazioni ed esperimenti ai limiti della resistenza del pianeta. E l’umanità, dopo aver affrontato già diverse conseguenti pandemie come l’Ebola, lotta ora contro il Coronavirus o COVID-19, che ha colpito duro diffondendosi rapidamente in tutto il mondo.
Ebbene, questo sottovalutato pericolo da parte degli Stati più potenti, incuranti delle possibili pandemie che avrebbero potuto colpirli, sta creando il caos di oggi. Virus cresciuti e diventati sempre più aggressivi sempre a causa dell'uomo, che continua a sconvolgere l'armonia delle leggi naturali che regolano la vita sulla terra, consolidatesi in milioni di anni, con trasformazioni ed esperimenti ai limiti della resistenza del pianeta. E l’umanità, dopo aver affrontato già diverse conseguenti pandemie come l’Ebola, lotta ora contro il Coronavirus o COVID-19, che ha colpito duro diffondendosi rapidamente in tutto il mondo.
Le conseguenze, c’è poco
da stare allegri, saranno drammatiche, non solo dal punto vista sanitario, con numeri
terribili di contagiati e di morti, ma con ulteriori, pesantissimi danni indiretti, forse
ancora più tragici di quelli sanitari, che si riverseranno sull’economia
mondiale, colpendo al cuore il mondo della produzione e del lavoro. Saranno tantissimi i Paesi
coinvolti, e le conseguenze a livello economico, sconvolgeranno l’attuale
struttura lavorativa, con molte professioni che scompariranno e altre nuove che
sorgeranno di conseguenza. Quale, dunque, lo scenario che sta per presentarsi e
che rivoluzionerà di sana pianta il mondo del lavoro una volta che sarà cessato
questo primo periodo di emergenza?
Partendo dal fatto che l’emergenza che oggi viviamo, amici, in realtà non sappiamo quanto ancora potrà durare, per poter poi tornare almeno ad una
realtà lavorativa accettabile, vediamo come si potrà ripartire. La gran parte degli Stati, tra cui l’Italia, troveranno
grande difficoltà a ricreare strutture lavorative adeguate e in linea con i
nuovi canoni richiesti, dopo il diffondersi di questa pandemia. Tutta l’economia
internazionale ha già rallentato e difficilmente, in particolare gli Stati più
fragili, riusciranno a recuperare e ad adeguarsi in fretta. Le modalità lavorative, si è già
visto, verranno completamente rivoluzionate, e ciò comporterà la caduta di
determinate professioni e la nascita di altre, oltre ad un adeguamento spesso
non facile dei luoghi di lavoro che necessiteranno di protezioni speciali e capaci
di garantire sufficienti distanze di sicurezza tra i lavoratori.
Per poter capire quali
potrebbero essere i lavori nuovi più richiesti, bisogna partire da un dato
ormai certo: verrà sviluppato enormemente il lavoro a distanza, con pieno utilizzo delle nuove tecnologie che hanno già acquisito un ruolo predominante. Lo
smart working d’ora in poi verrà sempre applicato ove possibile, e tanto per
fare un esempio Skype e Zoom, le piattaforme che consentono collegamenti
da remoto e videoconferenze, hanno già fatto un salto enorme in utilizzo, oltre
ad un bel balzo in borsa di oltre il 50 per cento. Insomma, amici, Covid-19 ha imposto, all’improvviso, nuovi modi di comunicare e di lavorare con l’utilizzo delle nuove tecnologie,
iniziando così a salvare molti posti di lavoro.
Certo, ci sono settori
dove questo tipo di lavoro non è possibile utilizzarlo, e per questa ragione un
certo tipo di occupazione ha avuto un crollo pesante, come nel settore del turismo, della
ristorazione e della produzione di beni non essenziali. Altre
occupazioni, invece, come quelle connesse al mondo sanitario (medici,
infermieri, ricercatori e operatori del farmaco), quelle del trasporto, della
logistica, dell’e-commerce e delle piattaforme digitali, continueranno ad andare in
crescita esponenziale. Il settore alimentare vede privilegiata la produzione a
chilometro zero, a scapito delle precedenti importazioni dai Paesi lontani.
I big del Web, come
Google, Apple, Microsoft, Netflix, Amazon e altri giganti Tech, non solo manterranno
le posizioni ma continueranno ad assumere posizioni sempre più dominanti sul
mercato, in quanto dotati di mezzi ritenuti indispensabili per le comunicazioni
on line e per l’effettuazione degli acquisti. Lo tsunami creato dal COVID-19,
insomma, ha creato condizioni talmente nuove, tali da cambiare inderogabilmente
le precedenti abitudini! Ciò significa che sarà impossibile tornare indietro!
Per quanto riguarda il
lavoro, la formazione e l’istruzione, lo smart working sarà oltre tutto un’esperienza
più che gradita, tanto che molti vorranno continuare a praticarla anche dopo che
l’emergenza sarà finita, in quanto l’apprendimento on line verrà preferito e in tanti non ameranno ritornare in aula tutti i giorni come prima. Cambieranno anche le nostre
abitudini circa le modalità di pagamento: dopo aver pagato per un periodo quasi
tutto on line, sarà probabile che in tanti continueranno ad evitare il
pagamento in contanti.
Secondo Mariagrazia
Bizzarri, di Nexi, - come si legge sul Sole 24 ore - il fatto che molti
business abbiano fatto riconversioni di prodotto e di processi digitali, potrebbe disegnare nuovi trend per le professioni del futuro. Per cui
quelle più auspicate richiederanno competenze “nell’analisi e interpretazione
dei dati e dei processi digitali, con ampie possibilità di lavoro per data
specialist, digital marketing e SEO expert, e-commerce specialist, esperti di
comunicazione (soprattutto di gestione della crisi), IT developer”.
Cari amici, professioni
che vanno e professioni che vengono. L’arrivo inaspettato di una tragica
pandemia come quella che stiamo vivendo, che come uno tsunami o un brutto mago Merlino, ha creato, in un soffio, la rivoluzionare di abitudini consolidate che mai
sarebbero cambiate senza lo sconvolgimento creato dall’insidioso Coronavirus.
Forse questo
“schiaffo” potrebbe riuscire a farci riflettere seriamente sui nostri errori e sulla nostra sempre più grande sete di potenza. Se siamo intelligenti lo useremo come una severa lezione
data all’uomo dalla natura, che ha reagito sentendosi violentata; da tempo l'uomo si è convinto di
essere il padrone della terra, e non un suo ospite. Un ospite che ha violato le regole della comune convivenza, che ha sconvolto un mondo naturalmente organizzato, dove la
natura con i suoi cicli perfetti, maturati in milioni di anni, girava in modo
perfetto! Un mondo che, lentamente ma inesorabilmente, ha iniziato a subire la violenza umana in modo
brutale ed alla quale ha reagito. Violenza, amici, che l’uomo non aveva nessun diritto di fare e per questo ora ne paga duramente il
fio.
Ci servirà di lezione? Io
spero di si, in quanto mi auguro che finalmente una nuova saggezza prevalga.
A domani.
Mario
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