Oristano 10 aprile 2020
Cari amici,
Nel 2007, 13 anni fa, a
causa di una brutta crisi finanziaria la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio
(Milano), una fabbrica di componentistica auto, finì sull’orlo del fallimento; fu recuperata da una cooperativa di ex dipendenti appositamente costituita e la
RiMaflow, che fu una delle prime ad inaugurare la crisi che connotò l’inizio
del secolo, poté proseguire la sua strada, seppure con grande sacrificio da parte degli
ex dipendenti.
Ebbene, fu un salvataggio coraggioso, utile a tutti: lavoratori e nazione. A dimostrarlo un fatto importante, che oggi evidenzia che questo salvataggio ha funzionato e funziona! Questi operai ora imprenditori, a seguito della distruttiva pandemia
creata dal COVID-19, più noto come Coronavirus, hanno attrezzato la fabbrica riconvertendo la produzione che, a tempo di record, si è data da fare per "dare una mano" a risolvere il problema
della mancanza di mascherine, necessarie per rallentare la diffusione del
virus. Ed eccola, infatti, lanciarsi senza por tempo in mezzo nella produzione
di mascherine, ma non tanto per sete di guadagno, ma soprattutto con l’orgoglio
di poter collaborare alla soluzione del grave problema.
Come ha avuto modo di
spiegare ai Media Massimo Lettieri, portavoce e autore di un libro sulla
rinascita della fabbrica: "RiMaflow, nata nel 2007 in seguito a una
crisi finanziaria che fu anch’essa un virus micidiale che colpì l'economia
mondiale, con lo spettro del licenziamento per molti lavoratori, che però non
mollarono; si misero assieme, per dare una risposta a quella crisi e andarono
avanti. Oggi RiMaflow è una comunità di artigiani, lavoratori e disoccupati che
si sono messi assieme anche per costruire mascherine".
Lettieri ha poi proseguito: "Abbiamo
recuperato del materiale in giro, dalla TNT, un'azienda di Teramo, e del materiale
assorbente al 90% che ci ha regalato un'altra azienda di Caleppio di Settala
(Milano)". Con tanta buona volontà e disponibilità, gli artigiani e
gli operai di RiMaflow hanno così messo in piedi un'officina con macchinari di
recupero e hanno iniziato a produrre due tipi di mascherine. "Le
regaliamo a chi ne ha bisogno - racconta Lettieri - e abbiamo portato i
nostri due campioni al Politecnico per farli analizzare. Vedremo se riusciremo
a commercializzarli o a trovare un sistema per distribuirli".
RiMaflow, con grande
cuore e quella particolare disponibilità che contraddistingue la sua forza
lavorativa, ha interrotto tutte le altre attività per concentrarsi sul progetto
mascherine e su un mercato alimentare a Km zero. "Abbiamo messo insieme
produttori agricoli e alimentari del territorio insieme ai consumatori - ha
detto ancora Lettieri - e nei prossimi giorni, sul nostro sito, partirà una
sorta di vendita di prodotti alimentari a Km zero".
Cari amici, viviamo momenti
terribili, che hanno compromesso il nostro avvenire e anche quello di molti
altri Paesi del mondo. In situazioni gravi come questa, simili se non
addirittura peggiori a quelle di una vera guerra, non si può restare egoisti
pensando solo al proprio giardino personale. Ho parlato di recente su questo
blog dell’egoismo di certi Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, ma l’egoismo
alberga anche in molti cittadini e strutture della nostra nazione.
La RiMaflow è un grande
esempio di altruismo, che dimostra chiaramente che quando è necessario bisogna dare
la precedenza al bene comune e non al proprio esclusivo tornaconto. Da una crisi
grave come questa si potrà uscire sono con grande spirito di sacrificio e con una grande capacità di altruismo, a partire da ciascuno di noi!
Ecco, in quest’ultima mia
affermazione c’è tutta la voglia di ribadire, senza timore, che quando c'è da fare un
sacrificio bisogna farlo! Anche restare a casa per bloccare il contagio è un sacrificio che non si deve ignorare! “IO RESTO A CASA”, amici, perché voglio bene a me, alla mia
famiglia e a tutti Voi, cari amici, ovunque Voi siate! Fate anche Voi come me!
Grazie, amici, a domani.
Mario
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