Oristano 15 agosto 2019
Cari amici,
Buon FERRAGOSTO, a tutti Voi! Oggi giornata di riunione dei clan familiari, famiglie allargate e tanti amici! Immagino quanto sono col telefonino in mano, bambini compresi!
Viviamo tempi in cui la tecnologia avanza in maniera sempre più veloce, rendendo obsoleti sistemi, strumenti, procedure, formazione e quant’altro. La tecnologia, però, non è certamente un male, anzi, usata nel modo giusto, è certamente un validissimo aiuto per la vita dell’umanità! Tuttavia, come le cose complesse, è necessario usarle con la dovuta attenzione, in particolare quando ad utilizzarla sono i giovani ed i giovanissimi.
Viviamo tempi in cui la tecnologia avanza in maniera sempre più veloce, rendendo obsoleti sistemi, strumenti, procedure, formazione e quant’altro. La tecnologia, però, non è certamente un male, anzi, usata nel modo giusto, è certamente un validissimo aiuto per la vita dell’umanità! Tuttavia, come le cose complesse, è necessario usarle con la dovuta attenzione, in particolare quando ad utilizzarla sono i giovani ed i giovanissimi.
Nella fase della
formazione, infatti, gli strumenti altamente tecnologici (come i tablet o i
cellulari di ultima generazione) rappresentano un mezzo pericoloso in mani poco
esperte, capaci di creare, in un cervello in formazione, dei traumi nella fase
di apprendimento e nella regolare scoperta del mondo. L’uso della tecnologia
(dagli iPhone ai social) da parte dei bambini non può essere lasciata al caso,
ma andrebbe approfondita in una logica graduale apprendimento, tale da non
compromettere, nella fase di formazione, la scoperta delle proprie capacità.
Perché la velocità della
rete può allontanare i bambini dal mondo reale? La risposta è semplice: il
mezzo informatico processa immagini, suoni e informazioni a una velocità
straordinariamente superiore a quella reale; il bambino che non abbia coscienza
di altre forme di produzione fuori dalla rete, se non è messo in grado di sperimentare da solo le sue prime scoperte, rischia di rimanere insoddisfatto; la
lentezza del mondo fisico gli sembrerà qualcosa da lasciar perdere, preferendo il mezzo tecnologico, più rapido e appagante. Ecco la necessità che nella formazione
dell’adolescente ci siano altri termini di paragone.
Il mondo de web in un
futuro prossimo apparterrà certamente alla vita dei nostri figli molto più di
quanto lo sia stato per noi, sia per lavoro, sia nelle loro quotidianità, ma a
questo dovranno arrivarci per gradi e facendo diversi altri confronti. Ed ecco
a noi genitori, insieme alla scuola, il compito di concorrere positivamente
all’educazione web dei nostri ragazzi favorendone l’accesso razionale e
consapevole alla rete.
Senza questo graduale
controllo, la moderna tecnologia corre il rischio di invadere anziché
accrescere, la loro vita di scoperta e conoscenza. Una vera rivoluzione
culturale, che potrebbe diventare eccezionalmente positiva, rischia di essere
declassata a mera invasione tecnologica (invasione dei costumi più che
invasione culturale e dei saperi), senza apportare effettivi benefici.
La moderna tecnologia,
così come è disponibile oggi per i nostri figli, senza controllo e indirizzo,
risulta davvero pericolosa: troppo (erroneamente) persuasiva e capace di dare
assuefazione; i ragazzi si abituano ad essere in rete (alla velocità della rete)
e vivono un nuovo mondo virtuale estraniandosi dalle necessarie dinamiche di
contatto e interazione fisica.
Questo allontanamento
dalla vita reale non è certamente colpa dei ragazzi, è colpa di noi adulti che
non abbiamo saputo proporre loro valide alternative; non ci siamo riusciti
perché non ci siamo voluti (o potuti) calare nei loro codici comunicativi,
quelli dei giovani di oggi, certamente molti diversi dai nostri.
La rete, non c’è che
dire, è davvero tanto veloce! La velocità della rete garantisce una grande
vastità di informazioni e la loro immediata fruibilità, tuttavia può
rappresentare una distanza pericolosa tra i bambini e il mondo reale. E talvolta
noi adulti questo fatto lo sottovalutiamo. La rete non è solo invadente, ma
nelle menti giovanili può creare, senza freni e controlli, danni e traumi di
non poco conto.
Cari amici, la risultante
di questa riflessione è che tutto va somministrato con attenzione, tempi
adeguati, e confronti con lo status precedente. Si dice che i bambini tra gli
zero e i due anni non dovrebbero essere esposti allo strumento televisivo, ciò
proprio per la velocità con cui il televisore lancia e sintetizza impulsi
visivi e uditivi; la stessa cosa vale per lo schermo di un PC, dinnanzi a un
videogioco o al tablet.
Da ciò ne deriva che un
buon genitore dovrebbe evitare di lasciare che il figlio, seppure nato
nell’epoca della tecnologia, non passi il tempo solo con i nuovi strumenti, ma
si confronti anche con il mondo fisico, con la lentezza e il lento progredire
della natura. Ciò significa che i bambini hanno certo il diritto di
impadronirsi del nuovo strumento tecnologico, di entrarvi in contatto, di
manipolarlo, tuttavia hanno lo stesso diritto (e questo dipende da noi) di
conoscere perfettamente anche i ‘lenti’ tempi della natura, vivere la vita
reale senza estraniarsi dalle relazioni sociali reali.
Saremo capaci noi
genitori e la scuola di assolvere concretamente a questo difficile compito?
A domani.
Mario
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