Oristano 26 agosto 2019
Cari amici,
Di recente, parlando dei
nuovi sistemi anti “furbetti del cartellino”, ho parlato dell’utilizzo
delle impronte digitali (al posto del cartellino di plastica ora in uso) come
soluzione identificativa di presenza al lavoro, proposta dal Ministro Bongiorno ed in corso di approvazione da parte
del Parlamento (chi di Voi fosse interessato a leggere la mia riflessione postata
il 21 luglio scorso, può andare a vedere cliccando sul seguente link https://amicomario.blogspot.com/2019/07/impronte-digitali-come-badge-ovvero.html).
Le impronte digitali,
infatti, sono solo una delle tante, nuove proposte che nel mondo sono in corso di elaborazione
per garantire, nel modo più certo possibile, non solo la presenza al lavoro (sia
nelle aziende pubbliche che private), ma anche la presenza, nei
luoghi affollati e sensibili di persone non gradite e pericolose, in particolare quelle affiliate ad organizzazioni terroristiche (per garantire la sicurezza nazionale). I moderni accertamenti della presenza nei luoghi pubblici o di lavoro, spaziano in un ampio ventaglio: da possibili inserimenti di microchip
da mettere sotto pelle, alle analisi dell’iride o addirittura dell’intero volto, e anche,
udite udite, di utilizzare un sistema ben più complesso, addirittura
rivoluzionario: accertare la presenza fisica delle persone mediante l’analisi dei
battiti del cuore.
A lanciare il nuovo sistema
di rilevazione è una struttura importante e ben nota: il Pentagono,
cuore del sistema di difesa degli Stati Uniti. Il rivoluzionario sistema, da tempo in studio (i documenti
del Combating Terrorism Technical Support Office, a cui si fa riferimento sono
del 2017), è un metodo che sfrutta il principio alla base della vibrometria laser, che analizza i micro-movimenti della pelle causati dal battito del cuore, che sono unici
per ognuno di noi. Il cuore, dunque, potrebbe presto soppiantare non solo il
vecchio e ormai obsoleto badge, ma anche gli altri nuovi sistemi prima indicati, ben più
severi del semplice cartoncino di plastica.
Il prototipo relativo all'analisi cardiaca, recentemente testato ed a
cui è stato dato il nome di Jetson, sfrutta i raggi infrarossi per fare
le analisi. In questo caso, però, il laser non viene utilizzato per monitorare
il flusso sanguigno (e quindi desumere l’attività del cuore), ma lavora e si
basa come detto sulla vibrometria, tecnica che permette di percepire anche i più piccoli
spostamenti delle superfici dei vestiti dovute proprio al battito cardiaco. Il
dispositivo su cui lavora la Difesa americana sarebbe così in grado di
identificare questo particolare pattern fino a una distanza di 200 metri; con
la possibilità di andare anche oltre, con sensori più potenti in futuro.
Il rivoluzionario Jetson risulta
interessante anche per il fatto che permetterà di fare analisi senza avere
alcun contatto con la persona da identificare, che verrà così monitorata a distanza.
Messo a punto dal gruppo di ricerca del noto MIT (Massachusetts
Institute of Technology), che ha sviluppato un interessante software che
permette di ricavare la firma cardiaca dai segnali laser, viene dichiarato in
grado di accertare la ‘conoscenza’ della persona con una sicurezza di oltre il
95 per cento.
Rispetto agli altri
metodi in corso di realizzazione, Jetson ha un grande vantaggio che altri non
hanno: il fatto che è impossibile alterare la propria attività cardiaca: non
c'è scampo, quindi, per i latitanti o i criminali che intendono passare
inosservati. Jetson, ancora in fase sperimentale, presenta ancora diversi punti
deboli, tra i quali il fatto che i laser a infrarossi non sono in grado di
ricavare il battito cardiaco sotto i vestiti molto spessi, per cui questa
tecnologia resterebbe inutilizzata in inverno.
Certamente Jetson appare
come uno straordinario strumento innovativo, che però, per la sua realizzazione
pratica, avrà bisogno di ulteriori, lunghe verifiche; uno dei problemi da
superare, per esempio è che il sistema funziona solo se il soggetto resta fermo
per almeno 30 secondi perché l’elaborazione dei dati possa andare a buon fine; inoltre
sarà necessario disporre di un database (che oggi non esiste) con il quale
effettuare il confronto: in altre parole, se il battito cardiaco di un soggetto
non è stato già analizzato in precedenza, la tecnologia non può effettuarne il
riconoscimento.
Cari amici, per ora non sono
ancora note le intenzioni del Pentagono circa l’impiego di Jetson, ma si
presume, con buona probabilità, che verrà destinato a garantire la sicurezza
pubblica. Secondo il MIT, oltre che per la sicurezza nazionale (combattere il
terrorismo), Jetson potrà costituire un punto di partenza per lo sviluppo di
apparecchiature da utilizzare in diversi altri ambiti; in quello sanitario, per
esempio, consentendo di rilevare il battito cardiaco e verificare eventuali
anomalie senza bisogno di mettere a contatto il paziente con la macchina, oltre
che in ambito lavorativo, sostituendo in modo eccellente gli attuali sistemi di
rilevazione delle presenze nei luoghi di lavoro.
Insomma, il futuro appare
sempre più denso di sorprese…
A domani.
Mario
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