Oristano 22 agosto 2019
Cari amici,
La domanda che da
millenni l’uomo si è posta è semplice, ma è la risposta che non è mai stata facile: perché
sogniamo? Qual è il senso delle nostre fantasie notturne? La vita onirica è stata
da sempre fonte di ricerca scientifica, anche se per ora rimane un grande
mistero. In realtà tutti sognano. Quando
gli occhi si chiudono e si perde contatto con il mondo esterno, uomini e donne,
bambini e vecchi, entrano in un mondo ‘particolare’; per circa 2 ore per notte,
si diventa attori-spettatori di un programma imprevedibile, fatto di immagini
fantastiche, situazioni tragicomiche, quasi attori di un film
dall'impatto fortemente emotivo; anche se molti nella gran parte delle volte
non ricordano, si sogna sempre.
Circa mezzo secolo fa gli
scienziati scoprirono che si sogna, in particolare, in corrispondenza delle
fasi di sonno caratterizzate da un movimento rapido degli occhi, e per questo
chiamate R.E.M. (Rapid eye movement); ciò è dimostrato dai fatti, tanto che, se
per esempio un soggetto sta sognando di assistere a una partita di tennis, i
suoi occhi, sotto le palpebre, si spostano da sinistra a destra come farebbero
nella realtà. Anche il fatto che difficilmente i sogni al risveglio vengono
ricordati, secondo alcuni ricercatori può essere considerato un meccanismo
di protezione del cervello: per evitare di confonderli con la realtà, per
non creare delle serie conseguenze per il benessere psichico della persona che
sogna.
Insomma, amici, la nostra
mente non dorme mai! Mentre la parte fisica del corpo cerca di ritemprare le
energie, la nostra mente continua ad elaborare: crea immagini oniriche,
rimugina idee e pensieri, forse dando corpo a desideri repressi, a paure
inconsce, o cercando rimedio ad errori fatti. I sogni, dunque, sarebbero un
reale messaggio dell’inconscio?
Gli scienziati di ieri,
quelli vissuti prima dell'avvento delle neuroscienze, etichettarono i sogni
come parte importante del nostro essere. Sigmund Freud, il padre della
psicanalisi, aveva addirittura regalato al sogno la dignità di fenomeno
scientifico. Per Freud le visioni notturne non sono altro che “un
linguaggio simbolico”, che il nostro cervello utilizza per esprimere senza
censura i nostri istinti più proibiti (che per Freud sono esclusivamente di
natura sessuale). Insomma, per Lui, senza la valvola di sfogo dei sogni, i
desideri proibiti di ognuno produrrebbero nevrosi ed episodi psicotici.
Sognare, in realtà, è un’attività
costante ed intensa: la specie umana passa circa sei anni della vita a sognare,
praticamente circa 50 mila ore! I sogni sono la terza attività della mente,
diversa dal ragionare (a mente sveglia) e dal dormire profondamente. L'umanità già
migliaia di anni fa considerava i sogni qualcosa di fondamentale, attribuendoli
all'intervento degli dei. Nella civiltà Egizia erano tenuti in grande considerazione,
come hanno constatato gli egittologi che hanno scoperto un libro in cui era ben
evidenziata l’interpretazione dettagliata dei simboli onirici. I Romani e i
Greci credevano molto nel valore predittivo dei sogni, distinguendoli, per
precauzione, in “sogni d'avorio” (quelli veritieri) e “sogni di corno” (quelli
menzogneri).
Col passare del tempo il
sogno visse alterne vicende: a volte valutato positivamente, altre trascurato; durante l’illuminismo
i sogni vennero ritenuti assurdi o privi di logica, nel ‘900, invece, avvenne
il loro riscatto tramite la psicoanalisi. Oggi questa moderna scienza li
utilizza come interessante metodo d'indagine della psiche umana, anche se
nessuno per ora è in grado di affermare con certezza cosa in realtà il sogno
sia, e il vero motivo per cui si sogna.
Agli inizi degli anni '80
Francis Crick - vincitore del premio Nobel per la determinazione della
struttura del Dna- e Graeme Mitchinson, proposero un'ipotesi innovativa: sogniamo
per dimenticare. La fase Rem servirebbe a pulire il cervello da ricordi
"sporchi", informazioni inutili, fatti sconvolgenti o sgradevoli che
potrebbero avere conseguenze negative, oppure connessioni neuronali
indesiderate che si sono sviluppate durante il giorno. Le ipotesi dei due
ricercatori, però, spiegano soltanto il perché dei sogni più bizzarri e assurdi
(che i due consigliano addirittura di non ricordare e ricostruire).
Per Mario Bertini,
psicologo e autore della voce “sogno” dell'Encyclopedia of Human Brain, il
cervello umano si comporta come un computer, alternando momenti di esecuzione
dei comandi ad altri di riprogrammazione; organizza e assembla le informazioni
genetiche che appartengono alla propria specie con i dati che appartengono al
singolo individuo. Ciò spiegherebbe anche il motivo per cui i neonati passano
il 70 per cento del loro sonno nella fase REM; è come se avessero bisogno di
immagazzinare quante più informazioni possibili relative al comportamento
umano.
Cari amici, per ora il
sogno rimani sotto molti aspetti un mistero. Né Freud né gli attuali, moderni psicoterapeuti
sono riusciti a dare soluzione a questo quesito importante! Importante di
sicuro, visto che, come detto prima, passiamo oltre 50 mila ore a sognare! Una cosa è certa: sicuramente non è tempo perso.
Personalmente sono per
una via di mezzo: il sogno per un verso, seguendo Freud, è un messaggio, inviatoci dal nostro cervello con un particolare “linguaggio
simbolico”, e per l’altro verso, seguendo Bertini, penso sia la fase di “riprogrammazione” del nostro cervello-computer.
Si, amici, il nostro computer, riprogrammandosi durante la notte, può così ripartire 'ripulito' l'indomani, avvantaggiato per affrontare una nuova giornata! Ecco perché, non a caso, gli antichi sostenevano
che «La notte porta consiglio»!
A domani.
Mario
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