domenica, agosto 11, 2019

LA FEDE SARDA. LA LEGGENDA FA RISALIRE IL GIOIELLO SIMBOLO DELLA FEDELTÀ MATRIMONIALE DELLE DONNE SARDE, ADDIRITTURA ALLE CIVILTÀ NURAGICA ED ALLE MITICHE JANAS.


Oristano 11 agosto 2019
Cari amici,
In Sardegna, terra antica e con tradizioni millenarie, la donna è sempre stata protagonista, tanto da far considerare l’Isola terra dove il matriarcato era dominante. Con la donna protagonista del clan familiare, anche il futuro legame tra un uomo e una donna doveva essere regolamentato in modo particolare. La promessa di matrimonio costituiva un impegno talmente importante  che per molto tempo ha seguito un rituale antichissimo che la leggenda faceva risalire addirittura al periodo nuragico ed alle Janas, le mitiche fate dell’Isola. A dimostrazione della nascita del nuovo legame il dono era costituito da un anello: la Fede Sarda.
Secondo questa leggenda la Fede Sarda, rappresentante la costituzione del vincolo tra un uomo e una donna, era fabbricata proprio dalle Janas nelle loro case-rifugio, ancora oggi note come “Domus de Janas”. Le Janas, in queste abitazioni scavate nella pietra, su richiesta degli uomini che intendevano mettere su famiglia, intessevano con le loro abili mani e con grande maestria, fili d’oro o d’argento, incastonando nell’anello anche pietre preziose. Questi capolavori, erano destinati alle donne che avevano ricevuto una proposta di matrimonio, portati poi nella casa della futura sposa dal pretendente.
Fedi sarde di Vadilonga- Bosa
Il prezioso oggetto, magicamente intrecciato dalle fate, era il sigillo ufficiale della futura unione, e avrebbe aiutato la nuova coppia ad intrecciare nel modo giusto il loro destino. Un anello che in realtà, dotato di un magico incantesimo, li avrebbe legati per tutta la vita. Solo le abili mani delle piccole fate erano in grado di creare un anello che, una volta indossato dalla promessa sposa nell’anulare sinistro (dito dove la leggenda asseriva che passava la vena collegata direttamente al cuore, la “vena amoris”), l’avrebbe magicamente e per sempre legata indissolubilmente al futuro sposo.  Ma come era realizzato questo mitico anello?
La fede sarda è un gioiello forgiato in 4 fili d'argento o d’oro su cui vengono saldate 4 file di palline cesellate del diametro di 0,1 mm. Le palline cesellate simboleggiano i chicchi di grano, rappresentando così un augurio di fertilità. Tradizionalmente l'anello non è chiuso, ma rimane aperto nel lato del dito rivolto verso il palmo della mano. La sua importanza è tale che in diversi casi, data la sua preziosità, l’anello viene tramandato di madre in figlia, diventando un vero e proprio cimelio di famiglia.
Il mito della fede sarda si è talmente radicato col passare del tempo che non è tramontato neanche nei successivi periodi di dominazione, che l’Isola subì dai numerosi popoli che vi si installarono. Durante la dominazione romana, con un anello di questo tipo si stringeva anche il patto di “destrarum iunctio”, ovvero di fidanzamento. Per questo motivo questa fede sarda prese il nome di “maninfide” che letteralmente significa “le mani in fede”. Era questo un tipo di anello dove erano rappresentate due mani strette intorno ad un dito, che simboleggiavano il prossimo patto che sarebbe stato suggellato col matrimonio.
Consuetudine ben accettata e praticata, e che il promesso sposo metteva in atto regalando la particolare “maninfide” alla donna alla quale di dichiarava, a dimostrazione della serietà delle sue intenzioni. La famiglia della sposa, se accettava la proposta di matrimonio, donava al promesso sposo un coltello col manico in osso riccamente decorato. Ad accettazione avvenuta, la ragazza poteva pubblicamente indossare l’anello donatogli dal fidanzato, dichiarando apertamente il suo nuovo stato e il legame indissolubile che si stava creando. 
Col passare dei secoli, in particolare nel Settecento e nell’Ottocento, anche la fede sarda si arricchì esteticamente, assimilando le influenze delle altre culture mediterranee. Da allora in poi la fede sarda venne ulteriormente decorata, facendola assomigliare ad un chiacchierino. In effetti la lavorazione della fede richiama quella di un tessuto, dove le piccole pietre preziose che simboleggiano i chicchi di grano, segno di prosperità e vincolo di amore tra i due sposi, vengono intessute insieme in un’unica trama.
La Fede Sarda, dunque, che ha scavalcato i secoli e forse i millenni, oggi come ieri non può essere considerata solo un semplice gioiello, ma qualcosa di più forte; come i fili che la costituiscono (d’oro o d’argento, poco importa), la fede sarda rappresenta un vero filo-conduttore, un forte legante, capace di unire tradizione e leggenda.
L’Isola annovera oggi abilissimi artigiani orafi, che, nel solco della tradizione, continuano a tessere la preziosa filigrana, sulla scia delle antiche Janas, che però aggiungevano alla meravigliosa lavorazione anche quella parte di fascino e mistero che solo le fate sanno dare!
A domani, amici.
 Mario
Oreficeria Vadilonga - Bosa
"Ricottura" nel braciere. 
Una delle tecniche più antiche nella lavorazione della Filigrana.

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