Oristano 29 marzo 2022
Cari amici,
Che la pandemia scatenata
dal Covid, in essere purtroppo da oltre due anni, abbia creato danni terribili,
alcuni anche difficili dia quantificare, è ormai una certezza. Danni non solo
fisici, dunque, ma che hanno interessato anche la nostra sfera psicologica,
creando ansie, perdita di sonno, paure per il futuro e quant’altro. Una di
queste terribili conseguenze è stata definita con una parola poco nota, mutuata
certamente dall’inglese: “DOOMSCROLLING”, il cui significato, tradotto
liberamente, indica “la ricerca compulsiva di cattive notizie online”.
La nuova parola, composta
dai termini inglesi DOOM (sciagura) e SCROLLING (scorrendo), evidenzia quel
comportamento manifestato dall’individuo che è costantemente alla ricerca
compulsiva di cattive notizie online. Questo particolare comportamento era
stato già osservato dagli esperti a partire dal 2018, presente prevalentemente
in soggetti ansiosi, depressi e/o tecno-dipendenti, ma che, con l’arrivo del
coronavirus, si sta diffondendo più che mai tra gli utilizzatori di Smartphone,
Tablet e Pc.
Si, amici, ormai sono
milioni le persone che, ossessionate dalla pandemia, controllano di continuo i
dati sui contagi, sia su Pc che su tablet e Smartphone, soffermandosi, in preda
all’ansia, sulle notizie più allarmanti e drammatiche e diventando spesso veicoli
inconsapevoli della diffusione di fake-news sensazionalistiche e fuorvianti,
riguardo la reale situazione pandemica. Il Doomscrolling, dunque, costituisce un
nuovo tipo di dipendenza, un “impulso insopprimibile” al pari del gioco d’azzardo,
della dipendenza da Internet e delle altre, moderne diavolerie elettroniche.
Setacciare
compulsivamente e ossessivamente la rete, alla ricerca delle cattive notizie fornite dai media, può
condizionare l’umore e la capacità di concentrazione in modo significativo,
influire sulla qualità del sonno, sullo stile alimentare e può incidere
negativamente anche sulle relazioni sociali, aumentando l’aggressività e l’isolamento.
Gli studiosi sono convinti che le origini di questo anomalo comportamento
derivano dal bisogno dell’individuo di cercare di conoscere a fondo l’evolversi
degli avvenimenti negativi, nell’intento di avere, poi, le migliori chances per
controllarli. Indubbiamente una strategia fallace, una sorta di controllo
illusorio e tutt’altro che sensato, un comportamento che, se reiterato a lungo e
con eccessiva frequenza, può creare nell’individuo gravi disfunzioni, come
ansia, depressione, manie e spunti ipocondriaci.
L’irruzione traumatica
del Covid sulla scena mondiale, la confusione legata alle misure di
contenimento dei contagi, l’infinita conta dei morti, la discussa campagna
vaccinale e il caos delle politiche anti-pandemia hanno determinato sin da
subito un’alluvione inarrestabile di notizie, un fenomeno mediatico che ha contribuito
a favorire ulteriormente il Doomscrolling ingigantendolo. Questa violenta, bulimica
comunicazione di notizie spaventose da parte dei media, che giorno dopo giorno
aumentava il bisogno ansioso di dettagli sempre più marcati, non faceva altro
che aumentare il disagio psicologico ed esistenziale degli individui.
Amici, l’utilizzo incontrollato
dei media, in particolare nei soggetti ansioso-depressivi, può creare
situazioni tali da suggerire l’urgenza di interventi medici mirati al controllo
di “dipendenze” anche importanti. Dipendenze che, come ben sappiamo, spesso
sono difficili se non impossibili da interrompere. Uno dei primi suggerimenti è
quello di combattere il Doomscrolling consigliando l’interruzione volontaria
della consultazione abituale di siti e social d’informazione sensazionalistica,
anche se la possibilità di successo dei tentativi di disintossicazione appaiono
scarsi. Potrebbe risultare utile suggerire anche di limitare la ricerca di cattive
notizie in alcune ore della giornata, investendo il tempo così risparmiato per
fare ricerche utili per il lavoro o la casa.
Cari amici, le patologie che
creano dipendenza, come ad esempio il gioco d’azzardo, risultano ben difficili
da curare; anche le problematiche create dal Doomscrolling non sono da meno,
riuscendo a peggiorare la qualità del proprio stile di vita. Ogni dipendenza, infatti,
si configura come un tentativo disfunzionale di compensazione di mancanze
(reali o percepite) in ambito affettivo, familiare e professionale; riuscire a
limitare o annullare questa dannosa patologia significherà, probabilmente,
guadagnare una migliore condizione psicologica e relazionale del soggetto.
A domani.
Mario
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