Oristano 28 marzo 2022
Cari amici,
Le statistiche più
recenti parlano chiaro: all’uomo una sola Terra non basta più! Quanto può
produrre la terra in un anno viene consumato in 7-8 mesi anziché in 12. Si, in
otto mesi abbiamo esaurito cibo, acqua e gli spazi che la natura benevolmente ci
offre nel corso di un anno. Stiamo consumando più di quanto il pianeta terra può rigenerare! Il
problema non è certo né semplice né facile da risolvere, ma certamente bisogna
agire in fretta, se vogliamo salvare il pianeta e, ovviamente, l’uomo che lo
abita.
Il pianeta terra è da molto tempo alquanto sofferente, e le forze naturali che possiede non bastano più a compensare
gli enormi disastri che l’uomo sta continuando a combinare. Secondo gli scienziati, un
pianeta non basta più per soddisfare i nostri stili di vita insostenibili: abbiamo
abbondantemente superato il limite massimo con il quale le risorse naturali possono
soddisfare, senza entrare in riserva, i bisogni della popolazione presente
sulla terra, che continua, tra l’altro, a crescere.
Lo studio effettuato dal “The
Global Footprint network” ha quantificato le risorse utilizzate nel pianeta
dai suoi abitanti (analizzati più di 200 Paesi dal 1961 fino ad oggi),
arrivando a calcolare quant’è la grandezza di terra necessaria per assorbire
tutti i rifiuti, come per esempio le emissioni di carbonio, ma anche la
superficie terrestre di cui abbiamo bisogno per produrre cibo e le altre
risorse necessarie ai nostri stili di vita. I risultati sono allarmanti: oggi
stiamo consumando più risorse naturali di quanto 1,7 terre possono produrre! Insomma,
per continuare con gli stessi ritmi una terra sola non basta, ce ne vorrebbero già due!
Si, amici, andando avanti
a questi ritmi, nel 2050 consumeremo 3 volte la capacità ecologica della Terra.
Se nel futuro prossimo tutti mangeranno tanto cibo e tante pietanze pregiate, a
cominciare da carne e pesce, come fanno gli europei, allora ci vorranno tre Terre! Perciò sarà necessaria una produzione alimentare tripla di quella possibile nel nostro
caro, vecchio e sovraffollato "pianeta blu", per nutrire i suoi
abitanti. E siccome i pianeti non si possono clonare, l’unica soluzione è
mangiare meno per sfamare tutti, una riedizione amara e allarmata del vecchio detto
«lavorare meno, lavorare tutti».
Lo dicono gli ultimi
rapporti della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per agricoltura e
alimentazione. Continuando di questo passo, lo spettro della fame, vecchio
quanto l’umanità, sta risorgendo. Le cifre parlano chiaro e fanno paura. Solo l’11
per cento della superficie della Terra è utilizzabile per la produzione
agroalimentare. Cioè, un’area grande poco più di cinque volte l’Italia, per
sfamare tutto il mondo. E di qui al 2050 la popolazione mondiale salirà presumibilmente a 9,3
miliardi di persone. Insomma, non potremo più continuare con le abitudini di
oggi.
Se non cambiamo
velocemente queste errate abitudini, è certo che ci sarà il disastro: su 9,3
miliardi di esseri umani, un terzo sarà colpito dalla fame. Mangiare carne
piace sempre più nel mondo ricco o nuovo-ricco: in Cina, rispetto al 1995, la
domanda di carne è raddoppiata, lo stesso trend investe brasiliani, indiani e
altri popoli con una capacità economica in ascesa. L' emergenza, amici, ha diversi volti: non solo il
deserto che avanza in Africa, ma anche la carenza d' acqua in California, senza, però, che a Los Angeles ci si convinca a mangiare meno filetto o sushi! Il pesce
commestibile, pensate, potrebbe addirittura sparire dai mari entro 40 anni.
Cari amici, la domanda che
ci poniamo in tanti, forte e chiara, è la seguente: Come possiamo cambiare tutto
questo? Indubbiamente la prima risposta è la scelta di una alimentazione più
sostenibile, anche se da sola non basta. Le scelte alimentari infatti devono
evolversi, perché la produzione alimentare, come viene svolta oggi, non è più sostenibile e non sarà comunque in
grado di sostenere il consumo attuale di una popolazione mondiale in crescita.
Fondamentale sarà il cambio nelle pratiche di produzione, che dovranno utilizzare le nuove tecnologie, certo più sostenibili, che devono armonizzarsi con i cambiamenti nei modelli di consumo. Altro problema basilare
è evitare lo spreco di cibo: ho avuto occasione di scrivere più volte che lo
spreco alimentare contribuisce pesantemente sul consumo delle risorse del
nostro pianeta, già ai limiti. Spero che il mondo riesca a prendere coscienza e rinsavisca, altrimenti
sarà davvero la fine!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento