Oristano 1 marzo 2022
Cari amici,
Ho deciso di iniziare i post di marzo, parlando con Voi di un problema alquanto serio: il crollo delle nascite, nel nostro Paese, ma che vede la Sardegna tristemente al primo posto. I dati diffusi di recente
dall’ISTAT sull’andamento della natalità e della fecondità nel 2020 in Italia,
sono drammatici; da tempo essi continuano a presentare una tendenza negativa
che sembra proprio non arrestarsi. I dati raccolti dal nostro Istituto di Statistica
evidenziano che nel corso del 2020 i nati sono stati 405 mila, 15 mila in meno rispetto
al 2019. I tristi risultati, del resto già anticipati dai precedenti comunicati
forniti dall’Istituto, fanno presupporre che anche il 2021 non ha chiuso meglio,
in quanto i calcoli relativi ai primi 9 mesi mostrano che il calo è continuato: -12,5 mila al 30 settembre, un
dato che rende concreta la prospettiva di un’ulteriore significativa riduzione
per l’anno in corso.
Eppure, la politica,
salvo poche chiacchiere, sembra quasi indifferente, nonostante il terribile
pericolo dello spopolamento appaia sempre più minaccioso; la carenza di nascite
non fa altro che portare all’estinzione! La pessima situazione non è certo casuale: è
il risultato di un complesso di fattori, tra cui la riduzione del numero delle
donne fertili, derivato dall’abbassamento del tasso di fecondità delle donne
tra i 15 e i 45 anni, dalla riduzione del numero dei matrimoni, e dal collegato
fattore negativo delle crescenti crisi economiche e occupazionali, che comportano
una netta riduzione dei redditi delle persone e delle famiglie, costrette quindi
ad evitare di aggiungere nuovi nati al magro bilancio familiare.
Analizzando in dettaglio i
dati e rapportandoli a quelli del 2002, si scopre che in Italia il tasso di
natalità nel 2020 è crollato del 27,7% rispetto al 2002! Se, però, tra il 2002
e il 2008 questo triste fenomeno ha riguardato principalmente il sud e le
isole, dopo la grande crisi economica, anche il centro e il nord del Paese non
sono stati risparmiati. Se poi focalizziamo la nostra attenzione sulla
Sardegna, notiamo che questo triste, terribile fenomeno, la colpisce in modo
particolare e, al suo interno, la nostra Provincia di Oristano ha segnato un
dato ancora più sconfortante: l’Oristanese nel 2020 ha presentato il dato
peggiore in assoluto di tutta l’Italia!
Nel 2020 in Provincia di
Oristano sono nati solo 4,6 bambini ogni mille abitanti: è il dato peggiore in assoluto
nel nostro Paese. Lo evidenzia uno studio pubblicato dal quotidiano di
informazione economica Il Sole 24 Ore. Per quanto riguarda le stime ISTAT per
il 2021, queste evidenziano una piccolissima ripresa, con 4,9 nati ogni mille
abitanti nell’Oristanese, ma appare solo una piccola goccia. Pensate che l’unica
Provincia che lo scorso anno ha registrato un dato inferiore è quella del Sud
Sardegna (4,8 nati ogni mille abitanti: nel 2020 erano stati 5,1). Il Sindaco di Oristano,
intervistato sulla situazione in Provincia, ha dichiarato al Sole 24 Ore: “Il
territorio sconta le difficoltà della sua economia e la crisi del mondo del
lavoro; per quanto siamo attrattivi per qualità dell’ambiente e sicurezza del
territorio e approviamo numerose iniziative per i giovani, gli Enti Locali non
hanno armi a disposizione: i progetti di vita dei cittadini devono potersi
fondare su basi solide”.
Amici, tornando
all’analisi dei dati riferiti agli ultimi 18/20 anni (analisi e confronti tra i
dati del 2002 e quelli del 2020), estrapolando i dati relativi alla Sardegna,
si rileva che nell’Oristanese si arriva addirittura ad un calo di nascite di un
meno 37,8 per cento, dato condiviso con Cagliari. Solo Barletta (-39,5%) e
Sassari (-37,9%) hanno fatto peggio. Leggermente meglio Nuoro (-34,1%) e il Sud
Sardegna (-31,1%). Un problema davvero serio, visto che la nostra isola è
costituita da tanti piccoli comuni che, con il perdurare del calo delle nascite, rischiano
seriamente la cancellazione, in particolare quelli delle zone interne.
Cari amici, quelli prima
esposti sono dati che dovrebbero preoccupare non poco tutti, a partire da chi
ci governa. Con il crollo delle nascite, infatti, l’Italia è a un passo
dall’insostenibilità economica e sociale. Tutto è a rischio: le pensioni,
perché l’INPS non introiterà dai nuovi lavoratori i necessari incassi per compensarne
il pagamento, le famiglie, che chissà come potranno far quadrare il bilancio
familiare, e soprattutto lo Stato, che senza un congruo incasso di tasse, dovrà
drasticamente ridimensionare lo Stato sociale: dal garantire l’assistenza sanitaria
per tutti agli interventi sui meno abbienti col Reddito di Cittadinanza. Difficile
prevedere come saremo capaci di gestire il nostro Paese nel futuro prossimo!
A domani.
Mario
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