Oristano 9 marzo 2022
Cari amici,
ieri era l'8 marzo, giornata
internazionale dedicata alle donne. Come ben sappiamo quella parità tra uomini e donne,
a parole alquanto auspicata ma mai concretamente realizzata, stenta purtroppo a
realizzarsi, e in Sardegna questo profondo divario appare anche più marcato che
altrove. Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna,
facendo l’analisi del sondaggio svolto da Confartigianato sulle aziende guidate
in Sardegna dalle donne, in occasione dell’8 marzo ha così commentato: “Dobbiamo
impegnarci per far crescere le imprese al femminile. e il PNRR è un’occasione senza
precedenti”.
L’impietosa analisi sullo
stato delle aziende al femminile nella nostra isola ha messo in luce che nel
2021 in Sardegna le imprese guidate da donne registrate presso le Camere di
Commercio, erano 39.374, operanti in più settori; nei servizi alla persona, di
pulizia, della moda e delle attività di ristorazione, queste rappresentavano il
23,9% di tutte le realtà produttive dell’Isola. Ben 4.327 aziende sono gestite
da giovani donne (11% del totale delle imprese femminili artigiane), mentre su tutta
la platea delle donne imprenditrici, quasi 5.946 sono imprese artigiane.
“Il 2020 delle donne
imprenditrici ha subìto chiaramente gli effetti della pandemia – ha
affermato la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai
– il calo del tasso di occupazione complessivo ha risentito in particolar modo
della contrazione relativa ai lavoratori indipendenti: tra questi, le donne
sono risultate maggiormente penalizzate”. Poi ha continuato precisando che “Il
2020 delle donne imprenditrici ha subìto chiaramente gli effetti della pandemia,
il calo del tasso di occupazione complessivo ha risentito in particolar modo
della contrazione relativa ai lavoratori indipendenti: tra questi, le donne
sono risultate maggiormente penalizzate”.
La Confartigianato, a
livello nazionale, ha elaborato un sondaggio con l’obiettivo di capire come le
imprenditrici artigiane avessero iniziato questo 2022. Dalle risposte, sono risultate essenzialmente due le parole chiave presenti in ogni risposta: fatica
e resilienza. Fatica, perché nonostante il 2021 sia stato
l’anno della ripartenza, le MPI e le imprese artigiane femminili non sono state
in grado di recuperare i livelli di fatturato pre-crisi e hanno registrato una variazione
media dei ricavi (nel 2021 rispetto al 2019), negativa del -9,7%, più pesante
rispetto al -8,8% del totale. Resilienza, perché anche se più
colpite dalle conseguenze della pandemia, le imprenditrici artigiane si sono dimostrate
più combattive e pronte a reagire, adottando o esprimendo l’intenzione di
adottare nel prossimo futuro, una o più azioni di sviluppo per riuscire a
restare sul mercato incrementando la propria capacità competitiva, come dichiarato
dal 61,2% di loro, una quota superiore al 55% totale.
Eppure, sempre secondo
l’analisi delle risposte del sondaggio, nonostante le donne risultino più
preparate nel campo dell’istruzione e della formazione, continuano a persistere
le ben note disparità tra uomo e donna. Disparità
che scontano GAP rilevanti a loro sfavore sul fronte lavoro, conciliazione e
benessere soggettivo. Difatti, la quota di donne imprenditrici con almeno un
diploma si attesta al 69% superando di 6,8 punti quella rilevata per gli uomini
(62,2%), quella di donne laureate si attesta al 38,3% superando di 10,8 punti
quella rilevata per gli uomini (27,5%), quella di donne che hanno effettuato il
passaggio all’università si attesta al 61,4% superando di 11,2 punti quella rilevata
per gli uomini (50,2%), mentre la quota di coloro che partecipano alla
formazione continua eguaglia quella degli uomini (pari al 7,9% in entrambi i
casi).
“Come ridurre la
disparità a favore dei contesti a misura di donna”, si interroga la
Presidente Lai? I margini di miglioramento su cui poter intervenire sono
diversi. Sempre facendo riferimento ai dati e ai risultati ottenuti
dall’analisi, si evince l’importanza e la centralità dell’istruzione e dei
servizi di assistenza negli ambiti della conciliazione (come detto, i servizi
per l’infanzia, asili nido) per spingere una maggiore partecipazione delle
donne al mercato del lavoro. Difatti si osservano tassi di occupazione
femminili più elevati proprio nelle realtà in cui c’è una maggiore diffusione
di bambini che frequentano gli asili nido e di donne che hanno titoli di studio
elevati (laurea e post-laurea).
Per poter concretamente operare
per ridurre questo Gap, la Presidente Lai afferma che vi è “una via obbligata”,
anzi un’occasione unica, data dal PNRR. “..per far crescere il numero delle
imprese guidate da donne – ha sostenuto – la soluzione è contenuta all’interno
delle linee del Fondo Impresa Femminile (nella legge di bilancio 2021 sono i 40
mln di euro integrati con ulteriori 400 milioni, secondo quanto previsto dal
PNRR), che puntano proprio sugli investimenti; il primo per l’avvio
dell’attività e sostegno alle nascita delle imprese femminili mentre il secondo
per il consolidamento e rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale
delle imprese femminili”.
Cari amici, la realtà
delle imprese al femminile in Sardegna (non scordiamo mai che abbiamo una lunga
tradizione di Matriarcato) deve crescere e prosperare, all’interno di quel
disegno di parità che prima o poi dovrà essere raggiunto. Chiudo con le parole
di Maria Lai, espresse in questo 8 marzo 2022: “L’augurio che possiamo, e
dobbiamo, farci è che ogni donna possa, in tempi brevi, conquistare ciò che per
sé è più caro, come: autonomia, rispetto, maternità retribuita per indipendenti,
cambiamento culturale, fiducia, considerazione, condivisione del tempo di cura,
libertà di scelta, non dover scegliere tra lavoro e famiglia, tutele,
opportunità, sicurezza, parità di competenze, più tempo, nessuna rinuncia e
tranquillità”.
Ce lo auguriamo tutti! A
domani.
Mario
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