Oristano 8 marzo 2022
Cari amici,
Oggi è la festa dedicata alle donne! Ho tante volte detto e ribadito che le donne andrebbero rispettate 365 giorni all'anno, non solo in un simbolico giorno! Anche il post di oggi parla di loro, del loro impegno e della loro dedizione. Spesso ignoriamo anche i loro problemi, compresi quelli di salute. Ecco, il post di oggi parla di un possibile rimedio per un male che spesso le colpisce. Un virtuale, grande abbraccio a tutte le donne del mondo!
Chi l’avrebbe mai detto
che una umilissima piantina infestante, presente anche nelle nostre campagne,
contenesse dei componenti capaci di combattere efficacemente il cancro al seno!
La pianta di cui voglio parlarvi oggi è L'Arabetta comune (Arabidopsis
thaliana (L.) Heynh.), una piccola pianta annuale o biennale appartenente alla
Famiglia delle Brassicacee. Di dimensioni modeste (ha un’altezza compresa tra i
10 e i 50 cm.), ha un fusto eretto coperto da peli ramificati. Le foglie sono
semplici, di forma ellittica o ovale, con le infiorescenze poste a grappoli alle
estremità del fusto o dei rami. I fiori sono ermafroditi, di norma con quattro
petali bianchi. Il frutto è una siliqua, posta al centro del fiore, che contiene
due cavità nelle quali alloggiano i numerosi semi ovoidali (circa 30 per
siliqua) che a maturazione assumono un colore arancio. L’Arabidopsis thaliana,
nativa dell'Europa e dell'Asia Centrale, si è poi diffusa nelle zone a clima
temperato dei cinque continenti; in Italia è una comune infestante, diffusa in
tutto il territorio.
Ebbene, amici, questa poco
considerata piantina è, invece, molto apprezzata dalla Comunità scientifica, che nei laboratori di ricerca, la studia e la considera un vero “organismo modello”
per le scienze vegetali. Si, un organismo modello per la genetica e la biologia
molecolare e cellulare delle piante, per diverse ragioni. In particolare, per le
dimensioni relativamente contenute del suo genoma (circa 125 milioni di paia di
nucleotidi, in soli cinque cromosomi), che l'hanno resa pianta ideale per la
creazione di mappe genetiche e per il sequenziamento del genoma, il primo ad
essere stato completato, nel 2000, nel regno vegetale. Da allora il punto
focale della ricerca è stato quello di scoprire qual era la funzione di ognuno
dei circa 26.500 geni contenuti.
Uno recente studio
condotto da un team di scienziati del Regno Unito ha permesso di scoprire le
incredibili proprietà possedute dalla Arabidopsis thaliana. Il team di
ricerca ha infatti scoperto che le foglie della Arabidopsis thaliana sono in grado
di bloccare la crescita delle cellule tumorali del cancro al seno! Nel team Alessandra
Devoto, Professore Ordinario in Biologia Molecolare vegetale alla Royal
Holloway, Università di Londra, in collaborazione con Amanda Harvey
della Brunel University di Londra e il professor Nicholas Smirnoff
dell’Università di Exeter. Essi hanno voluto verificare in laboratorio se
l’esposizione alle foglie di questa pianta potesse fermare la crescita delle
cellule di cancro al seno.
Le foglie della pianta erano
state precedentemente trattate con l’ormone vegetale jasmonate (una
sostanza che si trova nel gelsomino, che si è scoperto aumenta le risposte
delle piante allo stress) e successivamente incubate con cellule di cancro al seno. Si è
potuto così notare che le cellule tumorali, a contatto con questa pianta,
smettevano di crescere e, altro importante dettaglio, le cellule normali
rimanevano inalterate. Risultato molto significativo, in quanto l’uso della
pianta nel trattamento del cancro al seno potrebbe potenzialmente richiedere un
tempo di recupero più rapido e minori effetti secondari per le pazienti
sottoposte a tale trattamento.
È dal 2006 che la
professoressa Devoto conduce questa ricerca, convinta che anche le piante
apparentemente non interessanti ai fini medici, possano avere, invece, una
certa utilità nei confronti del cancro. I risultati ottenuti dopo tanti anni di
lavoro sono stati da poco pubblicati sulla rivista New Phytologist.
“Sono davvero entusiasta di aver scoperto l’incredibile impatto che questa
pianta senza pretese ha sulle cellule di cancro al seno. Ciò dimostra che anche
le piante con un “pedigree” non medicinale possono funzionare per il
trattamento del cancro” ha dichiarato Alessandra Devoto.
Cari amici, gli
scienziati hanno dunque scoperto che in certe, modeste “Piante Cenerentola”,
sono presenti certi validi principi attivi capaci di debellare alcune
nostre terribili malattie come il cancro al seno. Quest’ultima importante
scoperta consentirà certamente lo sviluppo di ulteriori nuovi farmaci, capaci
di apportare dei cambiamenti positivi nei futuri trattamenti chemioterapici del
cancro al seno, malattia tanto temuta dalle donne. Personalmente sono sempre stato convinto che la natura che ci
circonda è così perfetta che, spesso, nasconde le sue straordinarie virtù nelle
piante più umili! Un bell’esempio per noi umani, se imparassimo ad amarla e
rispettarla…
A domani.
Mario
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