giovedì, marzo 31, 2022

IL COVID E LE CONSEGUENZE DI NATURA PSICOLOGICA. DOPO OMICRON DILAGA LA “VARIANTE PSY”: UNA SINDROME BIO-PSICO-SOCIALE MOLTO CONTAGIOSA.


Oristano 31 marzo 2022

Cari amici,

Voglio chiudere il mese di marzo, con una riflessione sui danni del Covid, in particolare quelli più subdoli e meno apparenti di quelli fisici: quelli interiori, della nostra mente. Oramai due lunghi anni sono passati, e dopo speranze, ansie e illusioni, il Covid è ancora tra noi, sempre più subdolo, sempre aggressivo, pronto alle nuove mutazioni per non essere sconfitto. Eppure, ci stiamo provando a sconfiggerlo, in tutti i modi: dal lockdown iniziale alle mascherine, dal distanziamento social alla super igiene delle mani, dalla didattica a distanza allo Smart-working, ma la mappa dei contagi rivela che non dobbiamo abbassare la guardia. La situazione sanitaria, nonostante la campagna vaccinale, oscilla da momentanee situazioni sotto controllo a veloci riprese dei contagi, che creano non poco panico. Il virus, insomma, non ci appare facile da sconfiggere, in quanto continua a circolare come non mai.

Indubbiamente questa stressante pandemia ha creato una situazione di grande precarietà, con lo sviluppo di serie problematiche non solo fisiche ma anche di natura psico-somatica. Il malefico virus a quanto pare non ha nessuna voglia di arrendersi, e per sopravvivere si sta replicando con continue varianti: dalla “Delta”, alla “Omicron” con inquietante capacità, dato che altre varianti appaiono incombenti come la Deltacron (scoperta a Cipro), che pare scaturita dalla combinazione tra il Covid Delta e il Covid Omicron e le “sorellastre di Omicron”, ovvero la variante IHU in Francia e la BA.2, che terrorizza la Danimarca. E purtroppo la telenovela Covid-19 non appare arrivata alle puntate finali.

Si, amici, in questo marasma di varianti, ne sta emergendo una particolarmente insidiosa, molto diversa da quelle prima descritte che si combattono con i sistemi ben noti: vaccini, mascherine, restrizioni, tamponi, green pass, chiusure a macchia di leopardo, ridimensionamento o sospensione della mobilità dei cittadini. Questa subdola, particolare variante, che è stata denominata “Variante PSY”, risulta essere ben più contagiosa di Delta, in quanto sfugge ai tamponi e buca ogni copertura vaccinale! È più difficile da combattere per il fatto che si tratta di una versione “immateriale” del virus, che può impattare a medio e a lungo termine sia sull’organismo che sulla psiche, configurandosi come una sindrome bio-psico-sociale estremamente contagiosa, invalidante a breve, medio o lungo termine e potenzialmente letale.

La variante PSY colpisce soggetti vaccinati e non vaccinati, si manifesta con un corteo di sintomi cognitivi, emotivi e comportamentali, purtroppo non rilevabili attraverso un test molecolare, seppure riscontrabili in ambito clinico soprattutto nei pazienti che prima della pandemia non lamentavano disturbi psicologici. Inoltre, la Psy sembra colpire con particolare violenza i professionisti in prima linea contro il Covid: infermieri, medici, Oss, insegnanti e personale scolastico, psicologi e psicoterapeuti.

Ecco i sintomi che connotano il soggetto colpito questa variante: disregolazione dell’umore, con episodi di aggressività e/o di ritiro sociale; distorsione dei processi decisionali e polarizzazione del pensiero; riduzione della capacità di concentrazione, dell’apprendimento e della creatività; affaticamento, apatia, perdita del piacere (anedonia), alterazioni significative del sonno, dell’appetito e della libido. Ebbene, questa variante immateriale del Covid costituisce un pericolo maggiore per i soggetti con disturbi fisici pregressi, dato che la variante Psy può amplificare ed aggravare la condizione di persone con difficoltà psicologiche precedenti la pandemia, anche se può instaurarsi ex-novo in individui di ogni età, psicologicamente sani e funzionali prima dell'arrivo del Covid.

Di recente, l’Ordine degli Psicologi ha diramato l’ennesimo allarme sulle gravi conseguenze della situazione pandemica sulla salute mentale della cittadinanza. Infatti, le richieste di supporto psicologico sono aumentate del 39%, una percentuale spaventosa, che non comprende una moltitudine di persone che pur necessitando d’aiuto non sanno a chi rivolgersi, o non dispongono di risorse economiche per contrastare gli effetti psicologici della variante Psy.

Amici, che la sanità pubblica in Italia non sia eccellente lo sappiamo bene, in particolare quando si parla di salute mentale, purtroppo delegata alle strutture private. Ora, di fronte a questo dramma, anzi “Psico-dramma” creato dalla pandemia, sarebbe necessario un intervento serio e risolutore. Non è un caso che la proposta di un bonus per le cure psicologiche sia stato lanciato per venire incontro alle esigenze di milioni di persone già colpite dalla variante Psy e ora completamente in balia delle onde. È tempo che la sanità pubblica si dia una serie regolata!

Cari amici, come il Coronavirus biologico, la variante Psy sembra essere altamente contagiosa tra individui, coppie, famiglie, gruppi di lavoro e organizzazioni sociali. Essa diffonde incertezza, aggressività e impulsività, alimentando solitudine, rassegnazione e cinismo, con inevitabili (e imponderabili) ricadute sul nostro futuro. Perciò è fondamentale affrontarla subito attraverso azioni politiche e programmi di sanità pubblica, con il coinvolgimento di tutti i professionisti di area psicologica.

A domani.

Mario

mercoledì, marzo 30, 2022

LE GRANDI PROPRIETÀ DELLA BARBABIETOLA ROSSA. FONTE DI PREZIOSI NUTRIENTI E FIBRE, È RICCA IN PARTICOLARE DI ANTIOSSIDANTI E FERRO.


Oristano 30 marzo 2022

Cari amici,

La barbabietola rossa (o rapa rossa) è un ortaggio che meriterebbe un posto d’onore sulle nostre tavole per i preziosi elementi di cui la natura l’ha dotata, sostanze benefiche che possono dare al nostro organismo molteplici benefici. Povera di grassi, ricca di vitamine, minerali e di potenti antiossidanti, la barbabietola è un vero toccasana per la nostra salute.

La barbabietola (Beta vulgaris L.) è una pianta angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae. Di barbabietole ne esistono diversi tipi: da zucchero, da orto e anche da foraggio, queste ultime destinate all'alimentazione del bestiame. La barbabietola può essere consumata tutta: sono commestibili sia la radice che le foglie; le foglie hanno un sapore amarognolo, mentre la radice è abbastanza dolce. Variamente colorata, la barbabietola si presenta sia di colore rosso che bianco o dorato. Per via del suo contenuto di  zucchero, la barbabietola è deliziosa consumata cruda, ma solitamente viene servita cotta o conservata in salamoia.

La barbabietola era già nota nel mondo greco, Teofrasto ne parla col nome di τεῦτλον (tèutlon), mentre nel mondo romano ne parlano sia Plinio il Vecchio che Columella. In quei tempi questo ortaggio veniva usato non solo come cibo ma anche come medicinale. Successivamente, nel XV secolo, la sua coltivazione si diffuse nei Monasteri, utilizzata per le sue foglie, ma in seguito si diffuse anche il consumo della radice (specialmente la variante rossa). Con la scoperta della produzione di zucchero ricavato dalla barbabietola, andò in declino lo zucchero di canna. Oggi i principali produttori commerciali sono Stati Uniti, Russia, Francia, Polonia e Germania.

Tornando alle barbabietole di varietà “rossa”, queste hanno un valore nutrizionale eccezionale: sono un’ottima fonte di sali minerali e vitamine; composte principalmente da acqua, si distinguono per una buona presenza di sodio, calcio, potassio, magnesio, fosforo e in particolare ferro. Per quanto riguarda le vitamine sono presenti la vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Nel tubero e nelle foglie sono contenuti antiossidanti e flavonoidi. Infine, la barbabietola è ricca di fibre ed esercita quindi effetti favorevoli sulla funzione intestinale, aiutando a prevenire la costipazione e a ridurre i livelli di colesterolo.

Secondo alcuni studi, le barbabietole rosse sono state classificate come una delle 10 verdure antiossidanti più potenti, nonché una delle fonti più ricche di glutammina, un aminoacido essenziale per la salute e la corretta funzione del tratto intestinale. Altri studi hanno esaminato l’effetto del succo di barbabietola sulla riduzione della pressione sanguigna, importante per evitare malattie cardiache e ictus. Inoltre, alcune ricerche sostengono che i cibi ricchi di nitrati come la barbabietola possono aiutare nella sopravvivenza agli infarti.

Tra le sue eccellenti qualità le barbabietole rosse hanno una quantità significativa di ferro, che aiuta a prevenire l’anemia e aumenta la rigenerazione dei globuli rossi. Questa benefica fonte incredibile di ferro risulta particolarmente preziosa per l’organismo; essendo presente il ferro vegetale è consigliabile, per il suo migliore assorbimento, abbinarlo alla vitamina C, contenuta per esempio nel succo di limone, perché in questo modo aiuta ad assimilare meglio questo minerale. Il sistema migliore è farne un frullato, o magari una benefica salsina, come la ricetta che ora riporto per Voi, che può essere consumata in diversi modi. Eccola.

SALSA VEGETALE A BASE DI BARBABIETOLA ROSSA.

INGREDIENTI: 2 barbabietole rosse precotte (circa 150 gr), 100 ml di olio extravergine di oliva, un pizzico di sale, 50ml di latte di soia, un cucchiaio raso di succo di limone (per gli amanti degli aromi, si possono aggiungere 5 foglie di basilico o di menta).

Preparazione. Tagliate le barbabietole a cubetti e mettetele dentro un recipiente con i bordi alti; versateci sopra i 100 ml di olio EVO, il sale e i 50 ml di latte di soia, oltre al succo di limone. Chi preferisce può aggiungere, sminuzzate, le foglie di Basilico o menta. Con il frullatore a immersione, muovendolo dal basso verso l’alto e viceversa (per incamerare più aria), frullate il composto fino ad ottenere una crema della giusta densità. Sappiate anche che la salsa, una volta preparata, può essere consumata subito, oppure può anche essere conservata per alcuni giorni in frigorifero.

Amici, una volta che la salsa è pronta potete consumarla in tanti modi: spalmata sulle fette di pane tostato, usata per preparare delle tartine o per insaporire delle fette di brasato, oppure per accompagnare delle verdure fresche, tipo pinzimonio! Volete essere ancora più sfiziosi? Usatela anche per condire della pasta preparata all’ultimo minuto, magari delle conchigliette che si riempiono di salsa! Buon appetito!

Cari amici, provare per credere! La prossima volta vi regalo una ricetta che lega la rapa rossa al risotto!

A domani.

Mario

 

martedì, marzo 29, 2022

UNO DEI FRUTTI AVVELENATI DELLA PANDEMIA: IL “DOOMSCROLLING”, OVVERO LA DIPENDENZA PSICO-PATOLOGICA DALLE CATTIVE NOTIZIE.


Oristano 29 marzo 2022

Cari amici,

Che la pandemia scatenata dal Covid, in essere purtroppo da oltre due anni, abbia creato danni terribili, alcuni anche difficili dia quantificare, è ormai una certezza. Danni non solo fisici, dunque, ma che hanno interessato anche la nostra sfera psicologica, creando ansie, perdita di sonno, paure per il futuro e quant’altro. Una di queste terribili conseguenze è stata definita con una parola poco nota, mutuata certamente dall’inglese: “DOOMSCROLLING”, il cui significato, tradotto liberamente, indica “la ricerca compulsiva di cattive notizie online”.

La nuova parola, composta dai termini inglesi DOOM (sciagura) e SCROLLING (scorrendo), evidenzia quel comportamento manifestato dall’individuo che è costantemente alla ricerca compulsiva di cattive notizie online. Questo particolare comportamento era stato già osservato dagli esperti a partire dal 2018, presente prevalentemente in soggetti ansiosi, depressi e/o tecno-dipendenti, ma che, con l’arrivo del coronavirus, si sta diffondendo più che mai tra gli utilizzatori di Smartphone, Tablet e Pc.

Si, amici, ormai sono milioni le persone che, ossessionate dalla pandemia, controllano di continuo i dati sui contagi, sia su Pc che su tablet e Smartphone, soffermandosi, in preda all’ansia, sulle notizie più allarmanti e drammatiche e diventando spesso veicoli inconsapevoli della diffusione di fake-news sensazionalistiche e fuorvianti, riguardo la reale situazione pandemica. Il Doomscrolling, dunque, costituisce un nuovo tipo di dipendenza, un “impulso insopprimibile” al pari del gioco d’azzardo, della dipendenza da Internet e delle altre, moderne diavolerie elettroniche.

Setacciare compulsivamente e ossessivamente la rete, alla ricerca delle cattive notizie fornite dai media, può condizionare l’umore e la capacità di concentrazione in modo significativo, influire sulla qualità del sonno, sullo stile alimentare e può incidere negativamente anche sulle relazioni sociali, aumentando l’aggressività e l’isolamento. Gli studiosi sono convinti che le origini di questo anomalo comportamento derivano dal bisogno dell’individuo di cercare di conoscere a fondo l’evolversi degli avvenimenti negativi, nell’intento di avere, poi, le migliori chances per controllarli. Indubbiamente una strategia fallace, una sorta di controllo illusorio e tutt’altro che sensato, un comportamento che, se reiterato a lungo e con eccessiva frequenza, può creare nell’individuo gravi disfunzioni, come ansia, depressione, manie e spunti ipocondriaci.

L’irruzione traumatica del Covid sulla scena mondiale, la confusione legata alle misure di contenimento dei contagi, l’infinita conta dei morti, la discussa campagna vaccinale e il caos delle politiche anti-pandemia hanno determinato sin da subito un’alluvione inarrestabile di notizie, un fenomeno mediatico che ha contribuito a favorire ulteriormente il Doomscrolling ingigantendolo. Questa violenta, bulimica comunicazione di notizie spaventose da parte dei media, che giorno dopo giorno aumentava il bisogno ansioso di dettagli sempre più marcati, non faceva altro che aumentare il disagio psicologico ed esistenziale degli individui.

Amici, l’utilizzo incontrollato dei media, in particolare nei soggetti ansioso-depressivi, può creare situazioni tali da suggerire l’urgenza di interventi medici mirati al controllo di “dipendenze” anche importanti. Dipendenze che, come ben sappiamo, spesso sono difficili se non impossibili da interrompere. Uno dei primi suggerimenti è quello di combattere il Doomscrolling consigliando l’interruzione volontaria della consultazione abituale di siti e social d’informazione sensazionalistica, anche se la possibilità di successo dei tentativi di disintossicazione appaiono scarsi. Potrebbe risultare utile suggerire anche di limitare la ricerca di cattive notizie in alcune ore della giornata, investendo il tempo così risparmiato per fare ricerche utili per il lavoro o la casa.

Cari amici, le patologie che creano dipendenza, come ad esempio il gioco d’azzardo, risultano ben difficili da curare; anche le problematiche create dal Doomscrolling non sono da meno, riuscendo a peggiorare la qualità del proprio stile di vita. Ogni dipendenza, infatti, si configura come un tentativo disfunzionale di compensazione di mancanze (reali o percepite) in ambito affettivo, familiare e professionale; riuscire a limitare o annullare questa dannosa patologia significherà, probabilmente, guadagnare una migliore condizione psicologica e relazionale del soggetto.

A domani.

Mario

lunedì, marzo 28, 2022

L'ECCESSIVO CONSUMO (E SPRECO) DELLE RISORSE DELLA TERRA È AI LIMITI: UNA TERRA NON BASTA PIÙ, CE NE VORREBBERO ALMENO DUE!


Oristano 28 marzo 2022

Cari amici,

Le statistiche più recenti parlano chiaro: all’uomo una sola Terra non basta più! Quanto può produrre la terra in un anno viene consumato in 7-8 mesi anziché in 12. Si, in otto mesi abbiamo esaurito cibo, acqua e gli spazi che la natura benevolmente ci offre nel corso di un anno. Stiamo consumando più di quanto il pianeta terra può rigenerare! Il problema non è certo né semplice né facile da risolvere, ma certamente bisogna agire in fretta, se vogliamo salvare il pianeta e, ovviamente, l’uomo che lo abita.

Il pianeta terra è da molto tempo alquanto sofferente, e le forze naturali che possiede non bastano più a compensare gli enormi disastri che l’uomo sta continuando a combinare. Secondo gli scienziati, un pianeta non basta più per soddisfare i nostri stili di vita insostenibili: abbiamo abbondantemente superato il limite massimo con il quale le risorse naturali possono soddisfare, senza entrare in riserva, i bisogni della popolazione presente sulla terra, che continua, tra l’altro, a crescere.

Lo studio effettuato dal “The Global Footprint network” ha quantificato le risorse utilizzate nel pianeta dai suoi abitanti (analizzati più di 200 Paesi dal 1961 fino ad oggi), arrivando a calcolare quant’è la grandezza di terra necessaria per assorbire tutti i rifiuti, come per esempio le emissioni di carbonio, ma anche la superficie terrestre di cui abbiamo bisogno per produrre cibo e le altre risorse necessarie ai nostri stili di vita. I risultati sono allarmanti: oggi stiamo consumando più risorse naturali di quanto 1,7 terre possono produrre! Insomma, per continuare con gli stessi ritmi una terra sola non basta, ce ne vorrebbero già due!

Si, amici, andando avanti a questi ritmi, nel 2050 consumeremo 3 volte la capacità ecologica della Terra. Se nel futuro prossimo tutti mangeranno tanto cibo e tante pietanze pregiate, a cominciare da carne e pesce, come fanno gli europei, allora ci vorranno tre Terre! Perciò sarà necessaria una produzione alimentare tripla di quella possibile nel nostro caro, vecchio e sovraffollato "pianeta blu", per nutrire i suoi abitanti. E siccome i pianeti non si possono clonare, l’unica soluzione è mangiare meno per sfamare tutti, una riedizione amara e allarmata del vecchio detto «lavorare meno, lavorare tutti».

Lo dicono gli ultimi rapporti della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per agricoltura e alimentazione. Continuando di questo passo, lo spettro della fame, vecchio quanto l’umanità, sta risorgendo. Le cifre parlano chiaro e fanno paura. Solo l’11 per cento della superficie della Terra è utilizzabile per la produzione agroalimentare. Cioè, un’area grande poco più di cinque volte l’Italia, per sfamare tutto il mondo. E di qui al 2050 la popolazione mondiale salirà presumibilmente a 9,3 miliardi di persone. Insomma, non potremo più continuare con le abitudini di oggi.

Se non cambiamo velocemente queste errate abitudini, è certo che ci sarà il disastro: su 9,3 miliardi di esseri umani, un terzo sarà colpito dalla fame. Mangiare carne piace sempre più nel mondo ricco o nuovo-ricco: in Cina, rispetto al 1995, la domanda di carne è raddoppiata, lo stesso trend investe brasiliani, indiani e altri popoli con una capacità economica in ascesa. L' emergenza, amici, ha diversi volti: non solo il deserto che avanza in Africa, ma anche la carenza d' acqua in California, senza, però, che a Los Angeles ci si convinca a mangiare meno filetto o sushi! Il pesce commestibile, pensate, potrebbe addirittura sparire dai mari entro 40 anni.

Cari amici, la domanda che ci poniamo in tanti, forte e chiara, è la seguente: Come possiamo cambiare tutto questo? Indubbiamente la prima risposta è la scelta di una alimentazione più sostenibile, anche se da sola non basta. Le scelte alimentari infatti devono evolversi, perché la produzione alimentare, come viene svolta oggi, non è più sostenibile e non sarà comunque in grado di sostenere il consumo attuale di una popolazione mondiale in crescita. Fondamentale sarà il cambio nelle pratiche di produzione, che dovranno utilizzare le nuove tecnologie, certo più sostenibili, che devono armonizzarsi con i cambiamenti nei modelli di consumo. Altro problema basilare è evitare lo spreco di cibo: ho avuto occasione di scrivere più volte che lo spreco alimentare contribuisce pesantemente sul consumo delle risorse del nostro pianeta, già ai limiti. Spero che il mondo riesca a prendere coscienza e rinsavisca, altrimenti sarà davvero la fine!

A domani.

Mario

 

domenica, marzo 27, 2022

LA MELA NERA: È UN RARO E PARTICOLARE FRUTTO CHE ARRIVA DAL TIBET. È LA PIÙ CARA AL MONDO, ARRIVA FINO A 20 DOLLARI PER OGNI ESEMPLARE!


Oristano 27 marzo 2022

Cari amici,

Le mele sono davvero un frutto prelibato: sano e nutriente, sempre disponibile sui mercati in una curiosa e variopinta serie di colori e sapori. Piccole, medie, grandi, verdi rosse, gialle con tante sfumature di colore! Fino ad oggi, però, difficilmente sui mercati abbiamo potuto osservare mele dalla buccia scurissima: ovvero “le mele nere”! Eppure, questa varietà esiste! La mela nera, conosciuta anche come black diamond Apple, è piccola, succosa (soprattutto molto costosa) e appartiene alla famiglia delle Red Delicious Cinesi; proviene da una cittadina tibetana a circa 3.100 metri di altitudine, e ne vengono prodotte poche tonnellate all’anno, cosa questa che contribuisce a far lievitare il suo prezzo, che va dai 7 ai 20 dollari a frutto.

Questa varietà di mela nera, che appartiene alla famiglia delle Hua Niu, è coltivata a Nyingchi, piccola città tra le montagne del Tibet e, come detto, può essere davvero definita “limited edition”. A chi la osserva per la prima volta colpisce in modo particolare il suo colore molto scuro, una tonalità di viola tendente al nero. Gli alberi che la producono crescono a oltre 3.000 metri di altitudine, all’ombra della catena dell’Himalaya, posizione questa che la rende soggetta a condizioni meteorologiche particolari ed escursioni termiche estreme tra il giorno e la notte.

In questa zona geografica il frutto di questi alberi riceve un'eccessiva luce ultravioletta durante il giorno, mentre la temperatura si riduce drasticamente di notte; esposizione che colpisce in modo particolare la buccia delle mele che sviluppano, forse a difesa, un colore naturale scuro e profondo. La sua rarità è legata a molti fattori. Il primo è che gli alberi della varietà Hua Niu impiegano più o meno otto anni, prima che inizino a fruttificare, contro i tre dei meli tradizionali; inoltre, la produzione è contenuta, sia perché i frutti resistono solo un paio di mesi sia perché la zona geografica è, come ben si può capire, davvero proibitiva.

Le condizioni difficili prima elencate fanno sì che queste mele non sono facilmente disponibili sul mercato, tanto che, secondo una stima, circa il 70 per cento del raccolto annuale di black diamond non viene commercializzato. Lo scarso prodotto che arriva sul mercato giocoforza raggiunge prezzi da capogiro, per cui gustare una mela nera significa essere disposti a pagarla anche 20 dollari l’una! Un frutto, dunque, che costa carissimo, anche se di positivo c’è che non vengono usati prodotti di sintesi chimica per contrastare l’azione di eventuali insetti nocivi, considerando che a oltre 3.000 metri d’altezza non ci sono parassiti capaci di intaccare i frutti.

Ma vediamo ora, insieme, il valore nutrizionale di questo frutto, e il suo sapore. Le mele nere sono dolcemente croccanti, ma un po’ acidule; gli esperti consigliano di conservarle in luoghi freschi e bui per avere poi un buon sapore tendete allo zuccherino. Quanto al valore nutrizionale, questo risulta molto distante da quello delle mele tradizionali. Mentre le mele che noi mangiamo solitamente hanno un buon quantitativo di fibra nella buccia e contengono un flavonoide chiamato epicatechina, che aiuta a ridurre la pressione sanguigna, le mele nere, invece, non hanno queste sostanze benefiche.

Cari amici, indubbiamente la Black Diamond è una mela davvero rara, e proprio per questo appare giustificato il suo prezzo (è commercializzata solo nei supermercati di fascia alta in Asia, prevalentemente in Cina, a un prezzo che va dai 7 ai 20 dollari per singolo frutto). Con ironia potremmo dire che “se è vero che il nero sta bene su tutto, anche la nostra mela nera non poteva sfuggire al noto assioma”. La curiosità, lo sappiamo, spinge l’uomo a scoprire sempre nuove emozioni e sensazioni, e questo giustifica anche il fatto di voler provare (a caro prezzo) il gusto e la bontà di questa rara mela, vero piccolo gioiello della natura, che riesce a vivere anche nelle condizioni più estreme!

A domani.

Mario

sabato, marzo 26, 2022

LA CINA E LA SUA SCELTA STRATEGICA PER LA CONQUISTA DEL MONDO. ANALIZZIAMO A FONDO IL REALE SIGNIFICATO DEL PROGETTO "LA NUOVA VIA DELLA SETA”.


Oristano 26 marzo 2022

Cari amici,

Per noi occidentali a parlare per primo di “Via della seta” fu Marco Polo, anche se in precedenza, fin da epoca romana, questo lunghissimo itinerario che attraversava tutta l’Asia, dalla sua estremità più orientale fino ad arrivare al continente europeo, era sommariamente noto. Per centinaia e centinaia di anni, i mercanti cinesi che commerciavano con l’Occidente, in primis con l’Europa, dovevano faticosamente percorrere l’impervia e difficile antica Via della Seta. Una via che si snodava per circa 8.000 chilometri, fatta di pianure senza fine, alte montagne, passi pericolosi da attraversare, su cammelli e con i carri trainati da cavalli, dall’Oceano Pacifico fino al Mar Mediterraneo.

I mercanti cinesi non avevano paura di affrontare le grandi difficoltà del viaggio, che prevedevano anche di trascorrere anni lontano da casa, fatti di fatica, cattivo tempo e banditi sempre in agguato. Questi coraggiosi mercanti affrontavano questi rischi caparbiamente, nell’intento di riuscire ad ottenere grandi guadagni. Come prima accennato, questa via incuriosiva anche gli europei, che provarono a percorrerla al contrario, come fece Marco Polo, partito con una spedizione veneziana giovanissimo (quando partì aveva 17 anni, ma quando tornò ne aveva più di 40), e riuscendo ad arrivare fino in Cina. Il racconto della sua lunga visita in questo Paese fu descritto nel libro Il Milione, che restò a lungo per gli europei la base della conoscenza della civiltà cinese.

Ebbene. ora che di acqua ne è passata tanta sotto i ponti, e la Cina è diventata la seconda potenza economica del pianeta dopo gli Stati Uniti, il governo cinese sta cercando di dare vita ad una “Nuova via della seta”, ben diversa, però, da quella antica via di comunicazione. La realtà odierna è che la Cina commercia ormai con tutti i Paesi del mondo e la “Nuova Via della Seta” ha l’obiettivo di creare collegamenti non solo tra Cina ed Europa, ma anche con l’Africa e il resto dell’Asia. In sintesi, quello cinese è un grande progetto, fatto di investimenti e di cooperazione economica, che coinvolge decine di Paesi, due oceani e diversi mari, oltre 3 miliardi di persone e un terzo della ricchezza mondiale. Con quale preciso scopo? Indubbiamente quello di conquistare economicamente il mondo!

L’impegno per realizzare questa nuova via è già in atto: per far viaggiare le merci e la tecnologia cinese attraverso questa moderna strada (marittima e terrestre), la Cina sta costruendo nuovi porti, nuove strade, nuove ferrovie, utilizzando le più avanzate conoscenze della tecnica, oltre a stipulare accordi commerciali con i diversi Paesi. la Cina, insomma, ha l’obiettivo di arrivare a rivestire il ruolo di prima potenza economica mondiale. Per arrivare al risultato che la Cina si propone, però, è necessario cercare di leggere bene “tra le righe”, in quanto la proposta Nuova Via della Seta non è solamente una “migliore via di comunicazione”, ma una vera e propria piattaforma finanziaria, infrastrutturale e tecnologica, che consentirà alla Cina di imporre il suo modello di globalizzazione, alternativo a quello dell'Occidente!

Si, amici, mentre l’America e la Russia puntano ancora sulla loro forza militare per continuare a restare le principali potenze del pianeta, la Cina intende seguire la strada opposta: farlo attraverso il dominio economico. Per questo Pechino sta cercando di attirare nella sua sfera di influenza interi continenti: dall’Europa all’Africa, perfino il Sud America. Per rendersene conto basta andare a vedere gli ultimi accordi raggiunti per il controllo delle vie di comunicazione, marittime e terrestri, tra cui, come sappiamo, l’accordo fatto con l’Italia, per la concessione dei porti italiani.

È probabile che la strada che la Cina sta percorrendo non viene vista nella sua concreta realtà: quella di creare un modello di globalizzazione completamente alternativo a quello occidentale! L’America di Biden pare averlo capito bene, tanto che ha ammonito gli Stati Europei di usare grande attenzione nella stipula degli accordi. La Cina vuole creare un nuovo ordine economico internazionale, con al centro soldi, infrastrutture e tecnologie cinesi. Per cercare di contrastare il disegno cinese gli Stati Uniti e l’Europa hanno recentemente lanciato due programmi alternativi. Biden lo scorso giugno nel corso del G7 in Cornovaglia ha presentato il Build Back Better World, mentre Ursula von der Leyen il Piano europeo Global Gateway. Tuttavia, queste iniziative sono state praticamente ignorate dall’opinione pubblica occidentale.

Cari amici, il futuro, vista anche l’attuale situazione bellica in corso tra Russia e Ucraina, appare alquanto nebuloso. La Cina sta ad osservare, e pare giocare come al gatto col topo, perché è intenzionata a diventare economicamente il leader mondiale numero uno. Non dimentichiamo che la Cina è un gigante di quasi 1 miliardo e mezzo di abitanti, guidato con mano ferma da un regime che non solo ha in testa un suo preciso piano di dominio mondiale ma che pone ancora la politica al di sopra dell’economia e della finanza.

A domani.

Mario