Oristano 28 novembre 2021
Cari amici,
Gli entusiasti in realtà sono
tanti, ma restano sul tappeto tutta una serie di dubbi, sul fatto che il
Covid-19 possa essere curato con le pillole, come l’influenza. Solo Sogni per
ora. Ma vediamo i diversi pareri che circolano in queste ore, nelle quali tra l’altro
le infezioni stanno aumentando, le varianti appaiono sempre più pericolose e non si prevede certo un Natale ed un Fine
Anno di serenità e tranquillità.
Intanto le società Merck
e Ridgeback, produttrici del farmaco anti Covid in pillole, hanno fatto
domanda alla FDA degli USA per avere l’autorizzazione alla somministrazione
della pillola nel trattamento di Covid-19 da lieve a moderato negli adulti a
rischio di progressione verso forme gravi e di ricovero in ospedale. La
richiesta sarà discussa dagli esperti dell’Ente americano il prossimo 30
novembre, durante la riunione del Comitato consultivo FDA sui farmaci
antimicrobici. La lista dei Paesi acquirenti intanto aumenta di giorno in
giorno e va dalla Francia (50.000 dosi) all’Indonesia (tra 600.000 e 1
milione), passando per Malesia (150.000), Filippine (300.000), Corea del Sud e
Tailandia 200.000.
Nel frattempo il Regno
Unito si è già espresso in modo
favorevole per l’utilizzo del farmaco, primo Paese al mondo a concedergli il
via libera (con prelazione di 480.000 dosi). Merck prevede di produrre 10
milioni di cicli di Molnupiravir (questo il nome del farmaco) entro fine
2021, e almeno 20 milioni nel 2022. Un ruolo da battistrada nella corsa a “fare
scorta” di molnupiravir è degli Stati Uniti, che eserciterà due delle sue
opzioni per acquistare un totale di 1,4 milioni di cicli aggiuntivi del farmaco
orale, per circa 1 miliardo di dollari, se al prodotto verrà concessa
l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) o l’approvazione da parte della sua
autorità regolatoria. Esercitando queste opzioni, il governo USA si è impegnato
ad acquistare complessivamente circa 3,1 milioni di cicli di molnupiravir, per
circa 2,2 miliardi di dollari. Al governo americano resta ancora la possibilità
di acquistare oltre 2 milioni di cicli addizionali, attraverso ulteriori
opzioni previste dal contratto.
Insomma, si è scatenata una vera corsa al
vaccino, ma i dubbi sulla sua reale efficacia restano forti. A pochi giorni
dall'autorizzazione concessa nel Regno Unito per l’uso del nuovo medicinale
antivirale orale (sviluppato anche da Merck Sharp & Dohme), un autorevole
virologo su Science ha messo in dubbio la scelta. William
Haseltine, un virologo che ha lavorato all'Università di Harvard, noto
per il suo lavoro sull'HIV e il progetto sul genoma umano, sostiene che l'uso
di molnupiravir potrebbe scatenare nuove varianti più letali di SARS-CoV-2.
"Stiamo mettendo in
circolazione un farmaco che è un potente mutageno in un momento in cui siamo
profondamente preoccupati per le nuove varianti – ha
detto William Haseltine - non riesco a immaginare di fare qualcosa di
più pericoloso". Anche Aris Katzourakis, virologo presso
l'Università di Oxford, sul molnupiravir, ha detto: "Non credo che
siamo nella posizione di trattenere un farmaco salvavita per un rischio che può
o non può accadere".
Secondo i funzionari di
Merck e Ridgeback, i risultati di uno studio clinico hanno messo in luce che la
somministrazione del farmaco a pazienti affetti da Covid-19 all'inizio della
malattia, ha ridotto del 50% (percentuale poi ridotta al 30%) il rischio di
ospedalizzazione e morte. La capacità del farmaco di mutare l'RNA, però, ha
sollevato timori persistenti che possa indurre mutazioni nel materiale genetico
di un paziente; in sintesi che il farmaco potrebbe causare cancro o difetti
alla nascita. Gli studi finora, però, non hanno confermato tali timori. Se i
pazienti COVID-19 si sentono meglio dopo un paio di giorni e smettono di
prendere molnupiravir, Haseltine teme che i mutanti virali sopravviveranno e
forse si diffonderanno ad altri.
Cari amici, seppure non esperto
in materia, sono convinto che questo virus è di una pericolosità altissima,
capace di mutare in continuazione per cercare di schivare i farmaci che lo
combattono. Io per ora credo che dobbiamo continuare con i vaccini, mantenere l’uso
della mascherina evitando gli assembramenti e utilizzando i presìdi consigliati
fin dall’inizio, ovvero sanificazione e lavaggio delle mani. Credo anche che
debba essere consigliata la terza dose per tutti, da fare dopo i 5 mesi dalla
seconda. E che Dio ce la mandi buona!
A domani.
Mario
1 commento:
Davvero? Allora ecco perché mai c'è una censura totale sul trattamento del Covid-19 con ivermectiva, potassio, iodio, vitamine C e D e altri medicinali di uso comune ( https://ivmstatus.com/): i soldi! Ivermectina è di uso comune ed è senza brevetto, la nuova medicina è simile all'ivermectina ma ha il brevetto, quindi soldi! Poi se crepa qualcuno chi se ne frega, le ditte farmaceutiche nei loro contratti per il Covid-19 sono state rese immuni dalle cause legali!
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