lunedì, novembre 08, 2021

VITALIZI E PRIVILEGI DELLA “MAGNIFICA CASTA”. SI CONTINUANO A COMPRIMERE LE USCITE IN PENSIONE DEI CITTADINI, MENTRE SI PROSEGUE A SCIALARE CON LA CASTA.


Oristano 8 novembre 2021

Cari amici,

Il ristoro economico destinato agli onorevoli deputati e senatori della Repubblica Italiana, ovvero ai rappresentanti del popolo nel Parlamento, nacque nel lontano 1954, quando in una seduta alla quale parteciparono tutti gli schieramenti dell’arco costituzionale dell’epoca, furono stabiliti i “compensi”, necessari a garantire, anche ai meno abbienti, di svolgere le funzioni pubbliche, senza dover dipendere economicamente da terzi e poter così esercitare il proprio mandato in modo libero e incondizionato. Da allora fiumi di denaro, usciti dalle tasche dei cittadini, sono stati destinati, in abbondanza esagerata, ai nostri rappresentanti in Parlamento.

Col passare del tempo, inoltre, alle indennità corrisposte nel periodo del mandato si sono aggiunte sia la pensione che i così detti “vitalizi”, indennità corrisposte ben oltre la dovuta “pensione”; tutte indennità totalmente difformi da quelle erogate ai tanti cittadini che hanno lavorato per una vita intera. Vediamo meglio insieme  i reali costi della nostra beneamata “casta”. Secondo quanto riportato da Openpolis sono 224 i milioni di euro che ogni anno vengono destinati dagli Uffici di Presidenza di Camera e Senato per pagare le indennità e i rimborsi per Deputati e Senatori della Repubblica.

Difficile avere un dettaglio preciso, in quanto il Parlamento si limita a pubblicare un resoconto sommario che non dà informazioni dettagliate sui singoli Parlamentari, in quanto l’erogato comprende l’indennità vera e propria, l’indennità di funzione, la diaria da utilizzare per soggiornare a Roma, i rimborsi per i trasporti, per le spese di telefonia mobile e per l’attività politica da svolgere sui territori. Inoltre, gli importi variano in base all’incarico ricoperto: presidenti e vicepresidenti di Commissioni e Assemblee, ad esempio, hanno diritto a un’indennità di funzione extra. A questo bisogna aggiungere le cosiddette spese per l’esercizio del mandato, ossia quei soldi messi a disposizione di ciascun Parlamentare per poter pagare i propri collaboratori. Sappiamo solo che la Camera ha stanziato 63.6 milioni nel triennio 2018-2020, mentre il Senato ne ha stanziati 37 per lo stesso periodo.

Amici, la classe politica italiana (più nota come casta) è fra le più ricche del mondo, se pensiamo che un calcolo abbastanza serio ha evidenziato emolumenti che arrivano tranquillamente a 17.000 euro al mese, fra retribuzioni, diarie e rimborsi (naturalmente gonfiati). Roba che fa rabbrividire e indignare le sempre più le numerose famiglie che campano ogni giorno con meno di un decimo di quello che percepiscono deputati e senatori. Ma non è mica tutto, perché, come detto, una volta cessato il mandato, intervengono le laute pensioni a loro destinate. Le pensioni medie del personale della Camera e del Senato (complessivamente 7.200 assegni) oscillano intorno ai 58-59 mila euro lordi all’anno, cioè 4.800-4.900 euro al mese. Mica roba da poco, a cui poi si aggiungono i vitalizi!

I “Vitalizi” degli ex parlamentari (851 diretti e 444 di reversibilità al Senato, 1.020 diretti e 520 di reversibilità alla Camera) dipendono dal numero di legislature svolte. Tuttavia, in media, l’importo erogato è di 70 mila euro per i vitalizi diretti e di 37 mila per quelli di reversibilità. In tutto, sono circa 2.700 vitalizi che ci costano 200 milioni di euro all’anno. Eppure i vitalizi dei parlamentari furono aboliti nel 2012, ma chissà perché vi sono ancora molti deputati e senatori che godono di questi privilegi del passato e che pesano ogni anno sulle spalle dei contribuenti. Anche di recente, pensate, la casta si è opposta al taglio dei vitalizi per i vecchi parlamentari.

Qualcuno l’ha definita un vergogna, uno schiaffo ai cittadini! Se pensiamo che il Senato ha deciso di restituire i vitalizi agli ex parlamentari seppure condannati, la ragione c'è. il Senato di recente, attraverso il Consiglio di Garanzia, ha confermato la decisione di primo grado di restituire il vitalizio all’ex senatore Roberto Formigoni, condannato per corruzione, aprendo così la strada a favore di altri onorevoli pregiudicati che ora faranno ricorso. Amici, riconfermare un privilegio, anche a quei parlamentari che NON HANNO "servito il Paese con disciplina e onore”, come previsto dalla nostra Costituzione, appare a dir poco nefasto, in particolare in un momento in cui l'Italia attraversa una pericolosa crisi economica che grava su tante famiglie oneste.

Cari amici, non ho parole per commentare ulteriormente una situazione così distorta e negativa, ma credo che anche a Voi lettori appaia, in modo chiaro ed evidente, che quella in atto è una situazione da cambiare quanto prima.

A domani.

Mario

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