lunedì, novembre 15, 2021

PLASTICA, LA PESTE DEL MILLENNIO. TUTTI DOBBIAMO CONTENERE, RICICLANDO, L’INVASIONE DELLA PLASTICA. COMINCIANDO DALLE BOTTIGLIE.


Oristano 15 novembre 2021

Cari amici,

Il mondo è letteralmente sommerso dalla plastica. Miliardi e miliardi di bottiglie di plastica hanno da tempo invaso la nostra vita quotidiana, tanto che non c’è bevanda che non venga distribuita anche in questo formato. Eppure tutti noi conosciamo bene i danni che le bottiglie di plastica che maneggiamo causano all’ambiente. Perché, allora, ci costa tanta fatica, predisporne lo smaltimento, lasciando che finiscano nelle discariche che i fiumi, poi, riversano in mare? Perché non abbiamo mai pensato a riutilizzarle dopo il primo uso? Su ciascuno di noi grava una grande responsabilità ambientale, perché le risorse del mondo non sono infinite, e non possiamo lasciare alle nuove generazioni un mondo inquinato e poco vivibile.

Forse non ci siamo mai chiesti quante bottiglie di plastica consuma l’umanità! Un’infinità, se pensiamo che le stime parlano di 1 milione di esemplari venduti nel mondo ogni singolo minuto! Di queste solo una piccola percentuale, si stima un 10%, viene riciclata, e il restante 90% finisce in discarica, dispersa nell’ambiente o bruciata. Soprattutto nei Paesi asiatici, dove non solo le discariche sono perlopiù a cielo aperto, ma anche dove vengono esportati i rifiuti prodotti dall’Occidente.

In questo modo, esposta al vento e alle intemperie, la plastica si frantuma, iniziando a inquinare aree verdi e corsi d’acqua. Il rapporto pubblicato dal WWF nel 2019 evidenzia che ben 100 milioni di tonnellate di plastica vengono disperse nell’ambiente ogni singolo anno. Un dato che potrebbe calare di ben il 40% se smettessimo tutti di usare la plastica monouso, bottigliette incluse. Tutti dovremo cercare di porre rimedio, se consideriamo che ogni cittadino italiano produce, in media, ben 5 chili di rifiuti in plastica ogni settimana. Quantità mostruose, che in gran parte finiscono nel mare e, a questi ritmi, si stima che entro il 2050 ci saranno nel mare più rifiuti in plastica che pesci.

Un quadro davvero allarmante, amici, perché l’inquinamento marino con la plastica sta distruggendo un ecosistema  senza il quale l’uomo è destinato a perire. Ad oggi, i ricercatori hanno rinvenuto frammenti di plastica in almeno 700 specie animali, dopo le analisi sui corpi rinvenuti in spiaggia, nei boschi o in altri habitat naturali. Fra i più colpiti vi sono balene, capodogli, delfini e tartarughe, ma anche animali terrestri come uccelli, tassi, cervi e molti altri ancora. Nella maggior parte dei casi, questi animali vanno incontro alla morte, in quanto la plastica accumulata nei loro stomaci non permette più di digerire le sostanze nutritive o, ancora, determina pericolose ostruzioni.

Amici, la plastica, purtroppo, ha una lentissima degradabilità, per cui, una volta abbandonata in modo scorretto nell’ambiente, richiede anche 1.000 anni per degradarsi. Non è un caso, ad esempio, che oltre l’80 per cento dei rifiuti che inquinano il nostro Mar Mediterraneo derivino dalla plastica delle bottiglie e dei sacchetti. Forse siamo arrivati vicini al punto di ‘non ritorno’. Credo pertanto che sia giunto il momento di fare uno sforzo collettivo, tutti insieme,  per poter salvare il nostro Pianeta. Bastano azioni semplici e quotidiane, come acquistare una borraccia, scegliere acqua minerale in vetro o meglio ancora l’acqua del rubinetto e prestare attenzione alla raccolta differenziata! E non è tutto amici, perché la plastica, correttamente smaltita, ridiventa materia prima.

Una volta raccolta correttamente, la plastica usata inizia un nuovo circuito virtuoso. Arrivati nel centro di raccolta i rifiuti plastici vengono tutti vagliati per le successive destinazioni; gli imballaggi, come le shopper o le bottiglie di plastica, vengono inseriti in un impianto di suddivisione e selezionamento, per essere poi preparati al riciclo; un riciclo creativo che consente di ricavare dalle bottiglie di plastica scaglie in PET usate per realizzare sia nuove bottiglie d’acqua che dei prodotti per l’edilizia. Dalle shopper e dagli imballaggi hanno, invece, origine scaglie e granuli utilissimi per produrre vasi per fiori e altri manufatti per l’arredo; questi oggetti rientrano sul mercato sotto forma di oggetti completamente nuovi o di imballaggi che somigliano ai prodotti di partenza e hanno la medesima funzione.

Cari amici, credo che nessuno di noi può chiamarsi fuori da questa responsabilità. Riciclare la plastica è davvero della massima importanza, un'attività da praticare quotidianamente nella propria vita quotidiana, perché differenziare correttamente i rifiuti non è un optional ma un dovere, è l’apporto di ciascuno di noi per la salvaguardia del futuro dell’ambiente, inquinando meno e recuperando i materiali per una nuova vita.

A domani.

Mario

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