Oristano 22 novembre 2021
Cari amici,
Che l’evasione fiscale in
Italia ci sia sempre stata, anche in modo massiccio, lo sappiamo bene tutti.
Questo portò, fin dalla fine del secolo scorso a tentare di frenare l’evasione
mettendo dei limiti all’uso dei pagamenti “per contanti”. Un tetto fu
introdotto dal settimo governo Andreotti nel 1991e prevedeva (allora eravamo in
lire) un limite di 20 milioni, corrispondenti oggi a circa 10 mila euro. Ebbene,
ciò nonostante, non si può certo dire che la limitazione abbia fatto diminuire
l’evasione fiscale, anzi si dice addirittura il contrario. L’uso del contante,
come strumento di pagamento, infatti, è ancora assolutamente prevalente in
Italia, tanto da rappresentare l’85,9% in volume e 68,4% in valore, contro un
uso delle carte che si attesta al 12,9% in volume e al 28,6% in valore”.
Ciò nonostante, nel tempo
furono stabilite ulteriori limitazioni ai pagamenti fatti in contanti. Con la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge numero 157 del 2019, furono stabiliti
dei limiti scaglionati nel tempo, limiti
che, a partire dal 1° gennaio 2022, hanno portato a vietare i
trasferimenti di danaro contante pari o superiori a 1.000 euro. Per cifre
superiori sarà necessario usare esclusivamente strumenti di pagamento tracciabili
(ad esempio, bancomat, carta di credito, assegni, bonifici). Si, amici, la
normativa su richiamata è stata ora confermata dal Ministero dell’Economia e
delle Finanze, che ha ufficializzato che per i contanti la soglia dei
pagamenti varia da quella attuale, pari a 1.999,99 euro, alla nuova di 999,99
euro che entrerà in vigore dal prossimo gennaio.
La nuova soglia dei
contanti, di un centesimo inferiore a mille euro, dovrà essere applicata per
qualsiasi tipo di pagamento, cioè di passaggio di denaro tra persone fisiche o
giuridiche. Questo significa che non solo l’acquisto di un bene o la
prestazione di un professionista, ma anche una donazione o un prestito a un
figlio per una cifra di almeno 1.000 euro dovrà essere giustificato ed
effettuato con un tipo di pagamento tracciabile, come ad esempio un bonifico. Il
rispetto della norma è importante, perché può costare una sanzione: pagare
999,99 euro in contanti dal primo giorno del 2022 è lecito, pagare 1.000 euro,
cioè un centesimo in più, no.
Tuttavia, come precisa
AdnKronos, nulla cambia per quanto riguarda prelievi e versamenti in banca,
poiché non si tratta di trasferimenti di denaro tra due soggetti diversi
ma di movimenti che interessano una sola persona. Per capirci, sarà
perfettamente lecito andare in banca a ritirare 1.500 euro. Quello che non
verrà consentito è di utilizzarli tutti insieme per fare un solo pagamento.
Potranno essere tenuti in casa per essere spesi un po’ alla volta entro la
soglia stabilita. Lo stesso vale per i versamenti. Poniamo il caso di chi ha
ricevuto in contanti per la propria attività 500 euro, poi 400 euro e poi
ancora 600 euro. In totale, 1.500 euro che possono essere versati insieme sul
proprio conto corrente. Non viola le regole sull’uso dei contanti nemmeno chi
fa un pagamento misto: cioè se per pagare un servizio che costa 1.800 euro consegno
al professionista 900 euro in contanti e 900 euro con un assegno, o con la
carta di credito o con un bonifico. L’importante è che la somma in contanti
resti sempre al di sotto del limite di 999,99 euro.
Per chi viola le regole sono
previste delle sanzioni. La nuova soglia di pagamenti in contanti deve essere
rispettata non solo da chi paga ma anche da chi riceve il denaro: entrambi
possono essere puniti nel caso in cui venga superato il limite di 999,99 euro.
La legge prevede che con l’abbassamento del limite dei contanti diminuisca
anche la sanzione minima. In sostanza: dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021,
la soglia per i pagamenti in cash è di 1999,99 euro, mentre la sanzione minima
applicabile in caso di trasgressione (minima, non fissa) è di 2.000 euro. Ora,
con il limite a 999,99 euro dal 1° gennaio 2022 la sanzione minima scenderà a
1.000 euro, fino ad un massimo di euro 50.000.
La predetta regola, però, varia in modo più forte per i professionisti o per chiunque non segnali le irregolarità
alle direzioni territoriali di Bankitalia: in tal caso, la sanzione resta
fissata da 3.000 a 15.000 euro, quindi con una soglia minima pari al triplo
rispetto a quella prevista per chi commette la violazione. Restano in vigore le
obbligatorie segnalazioni che le banche, gli istituti di credito, Poste
Italiane, etc. continueranno ad inviare all’Unità di Informazione Finanziaria
presso la Banca d’Italia (UIF) delle operazioni in contante (es. prelievi) pari
o superiori a 10.000 euro complessivi mensili, anche se realizzate attraverso
più operazioni.
Cari amici, in Europa i limiti
all’uso del contante esistono in 12 Paesi, con Francia, Portogallo, Grecia e
Spagna tra i più severi; nei primi due il massimale è fissato a 1.000 euro, nel
terzo a 1.500 ed in Spagna a 2.500 euro. Tra i Paesi più permissivi, troviamo
Polonia, Croazia e Repubblica Ceca, che hanno limiti di 15 e 14 mila euro. Fa
eccezione la Germania, che non applica limiti, seppure possieda la più ricca
economia del continente europeo.
Paese che vai…modo di pagare che
trovi…
A domani.
Mario
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