Oristano 2 novembre 2021
Cari amici,
In Italia la Sardegna può
essere considerata “l'isola del sughero”. L'isola, infatti, vanta una
lunga tradizione legata alla lavorazione del sughero e fornisce i due terzi
della produzione nazionale di questa materia prima. Quando stappiamo una
bottiglia di buon vino, poco ci soffermiamo a pensare all'importanza che quel
tappo riveste, pensando, invece, a sorseggiare e gustare il contenuto. La
conservazione nel migliore dei modi del contenuto della bottiglia, però, dipende
dalla qualità del tappo utilizzato. Dietro a quel turacciolo, anche se pochi lo
pensano, c'è una lunga tradizione industriale legata alla lavorazione del
sughero, di cui il nostro Paese, in particolare la Sardegna, è un importante
produttore.
La Sardegna, amici, ogni
anno fornisce da sola i due terzi della produzione nazionale di sughero, dei
quali la quota maggiore proviene dal triangolo Luras-Tempio
Pausania-Calangianus, nella Gallura più selvaggia. Le piante di sughero, qui,
sono talmente abbondanti e gli estrattori, chiamati "li bucadori", sono
così esperti e preparati da aver reso questa zona dell'isola una vera e propria
eccellenza, riconosciuta anche fuori dai confini nazionali. Calangianus, in
particolare, viene considerato a tutti gli effetti "capitale del
sughero", annoverando circa 150 aziende artigianali del settore, fatto che
ha permesso alla località di essere inserita, sin dal 1979, nella lista dei 100
comuni più industrializzati d’Italia.
Quella del sughero,
amici, è una filiera unica al mondo, che
parte dalle foreste di querce. In Europa, oltre quelle sarde, ci sono, importantissime, quelle
portoghesi, anch’esse super produttive, il cui prodotto, dopo l’estrazione, attraverso
la maestria di validi artigiani, viene trasformato in mille prodotti, che vanno
dal tappo ai rivestimenti, dalle borse agli orologi, per arrivare all’architettura
e al design.
A ripercorrere questo
affascinante cammino ci ha pensato l’interessante mostra 'Sug_Hero -
Metaforme - Le mille vite di uno straordinario dono della natura, il
sughero", ospitata fino al 30 ottobre a Palazzo Sarcinelli, a
Conegliano (Treviso), e destinata a diventare, successivamente, una esposizione
itinerante. Questa mostra è nata con fine ben preciso: quello di portare questo
discorso in giro per l’Italia, ripetendola in altre regioni, come Piemonte e
Toscana, un modo per poter spiegare alle
nuove generazioni come si può fare industria in un modo rispettoso.
Il percorso espositivo
della mostra è stato realizzato nell'ambito del progetto 'Suber - Il tappo
di sughero tra storia, innovazione e sostenibilità made in Veneto', coordinato
da Cuoa Business School. 'Il lavoro si racconta. Botteghe e Atelier
aziendali. Itinerari di scoperta dei patrimoni d’impresa', questo il titolo.
La mostra, a ingresso libero, è stata meta di visitatori non solo europei. "Il
sughero - come ha avuto modo di sostenere l'amministratore delegato di
Amorim Cork Italia, Carlos Veloso dos Santos - è
una delle materie più sostenibili al mondo, ed è considerato uno degli esempi a
livello planetario di perfetto equilibrio tra l'uomo e la natura”.
Carlos Veloso dos Santos |
“Si parla tanto di
sostenibilità – ha ribadito Carlos Veloso dos Santos - ma
spesso non si capisce cosa si intenda. Per noi significa lasciare un mondo
simile a quello ereditato dai nostri genitori, migliore di sicuro di quello
attuale. Quindi, in questa mostra andiamo oltre la storia del tappo di sughero.
Si parte, certo, dallo scoprire, perché è qualcosa di unico, per poi raccontare
cosa può diventare, come apre nuovi orizzonti per le future generazioni".
Cari amici, sono sempre
stato convinto che il sughero sia una straordinaria risorsa naturale, mille
volte migliore delle varie materie inventate e miscelate dall’uomo. Credo che
dalla natura dovremmo imparare ancora molto, perché la gran parte dei danni che
abbiamo arrecato a questo mondo, sono derivati dalla violenza che noi abbiamo
perpetrato nei confronti di questo pianeta, che, è meglio che lo sappiamo tutti,
non è infinito e potrebbe ricevere danni assolutamente irreversibili, come ogni
giorno, purtroppo stiamo constatando. Guai all’uomo, se quanto prima non smette
di apportare violenza alla natura!
Un’ultima considerazione,
amici, perché certe mostre, certi seminari, necessari a diffondere la protezione
per la natura, in Sardegna non vengono svolti? Sul sughero, per esempio, di cose
da dire la nostra isola ne avrebbe
proprio tante!
A domani.
Mario
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