sabato, novembre 13, 2021

GIOVANI E INQUINAMENTO: IL PIANETA È DA TEMPO MALATO, MA DELL’INQUINAMENTO DIGITALE I GIOVANI SONO LA PARTE PIU' ATTIVA.


Oristano 13 novembre 2021

Cari amici,

La lotta al cambiamento climatico passa anche dal web. Internet rimane, infatti, una delle principali fonti di inquinamento: si stima che nel 2020 sarà responsabile del 45% delle emissioni dell’intero settore delle ICT (l’Information & Communications Technologies). Ogni nostra attività in rete, infatti, implica complesse elaborazioni di dati da parte di server e data center che consumano ingenti quantità di energia. Basti pensare che il semplice invio di una e-mail con un allegato consuma quanto una lampadina accesa per una giornata intera, mentre guardare un’ora di video da uno smartphone equivale al consumo annuale di un frigorifero.

Il problema, amici, è serio e le colpe non stanno certamente solo sulle spalle della vecchia generazione ma anche su quelle delle nuove generazioni, che nella loro grande voglia di protesta, fanno finta di “scordare” che loro sono parte piena e attiva dell’inquinamento prodotto che sta avvelenando il mondo. I semplici gesti quotidiani di smanettare il cellulare, guardare dei video, scambiare foto, inviare mail, entrare in videoconferenza sul computer, sono gesti che, sommati insieme, hanno un importante impatto sul clima. A cominciare dalla semplice apertura di una pagina internet.

Il settore tecnologico rappresenta attualmente il 2% delle emissioni globali di gas serra. Potrebbe raggiungere il 14% entro il 2040 se le industrie che producono tecnologia (come computer e telefonini) continueranno a crescere senza controllo. Le numerose riunioni effettuate dai grandi Stati per affrontare il problema, Unione europea compresa, cercano di mettere sul tappeto possibili soluzioni, come quella per raggiungere la neutralità carbonica nel 2050. Ma a che prezzo? I critici ritengono che gli obiettivi prefissati siano praticamente irraggiungibili, vista la forte concorrenza in corso di Paesi come la Cina, l'India o gli Stati Uniti.

L’impressionante quantità di energia necessaria ad alimentare le infrastrutture per l’utilizzo di internet porta ad un maggiore inquinamento digitale. Tutto l’ecosistema che ruota attorno alla rete (compresi i dispositivi utilizzati per navigare) causa il 3,7% del totale delle emissioni di gas serra del nostro pianeta: più di quelle causate dall’industria aerea. I soli data center in cui sono archiviate le nostre mail, i nostri post sui social network, i dati di qualunque banca, azienda o istituzione (e molto altro ancora) consumano qualcosa come 200 terawattora l’anno, poco meno dell’1% di tutta l’energia consumata a livello globale.

La domanda che sorge spontanea è: “Come possiamo ridurre l’impronta ecologica del digitale?”. La strada da seguire è stretta e tortuosa. A partire dalle società che operano su internet, che dovrebbero usare più parcamente musica, filmati (video promozionali che partono in automatico) e non esagerare con l’alta definizione, riducendo notevolmente il traffico dati e quindi l’energia necessaria ad alimentare la piattaforma. Ancora più importante però è aumentare il ciclo di vita dei nostri dispositivi tecnologici. Cambiare smartphone ogni tre anni invece che ogni due avrebbe un enorme impatto positivo sul pianeta, perché permetterebbe di risparmiare i minerali preziosi destinati alla sua produzione e tutta l’energia necessaria a produrlo e distribuirlo nel mondo.

Lo stesso vale ovviamente anche per i personal computer: sostituire il computer ogni sei anni –contro una media odierna di soli quattro– consentirebbe di preservare 190 chilogrammi di emissioni di CO2 a testa. Ognuno di questi singoli comportamenti può sembrare ininfluente, ma se li adottiamo tutti assieme può fare la differenza. Nello stesso modo in cui può sembrare cosa da poco usare meno la nostra automobile o fare ognuno la propria raccolta differenziata. Quindi, per salvaguardare l’ambiente, sarebbe utile adottare alcune pratiche accorte: usare i link invece degli allegati, spedire meno foto inutili su WhatsApp, non usare sempre l’alta definizione su Netflix, disabilitare i video su YouTube, cambiare smartphone e Pc con meno frequenza.

Cari amici, oggi mi rivolgo soprattutto ai giovani, dicendo loro che la smettano di continuare a sgridare la generazione precedente, come causa di tutti i mali! Se è pur vero che le colpe dei loro padri esistono, non si sentano esenti: sono loro a doverci dimostrare che sono pronti a fare i necessari sacrifici, se davvero tutti insieme vogliamo salvare il pianeta. E più il tempo passa, più adottare i necessari comportamenti risparmiosi diventa urgente. Anno dopo anno, infatti, il rapporto tra tecnologia e inquinamento non fa che peggiorare. Entro il 2025, le emissioni causate dal digitale raddoppieranno, raggiungendo quota 7%. Si stima che attorno al 2040 raggiungeranno il 14% delle emissioni globali, poco meno dell’energia consumata dagli interi Stati Uniti d’America. Se vogliamo evitare che il nostro utilizzo di internet contribuisca ulteriormente alla crisi climatica, la strada da seguire è necessariamente quella della sobrietà digitale. I giovani siano e si sentano anche loro fortemente responsabili!

A domani.

Mario

 

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