Oristano 6 novembre 2021
Cari amici,
La storia è ricca di casi
di avvelenamento avvenuti tramite estratti di piante! Ci basti ricordare il
caso di Socrate, assassinato con la cicuta. Il mese corrente, Novembre, come
ben sappiamo è dedicato al culto dei morti, ovvero ai nostri progenitori che non
ci sono più; ed è proprio questo il mese che mi dà l’opportunità di parlarvi di piante e
fiori capaci di dare anche la morte, essendo in grado di uccidere anche in pochi istanti una persona. Conoscere le piante e i
fiori velenosi è dunque importante, in modo da tenerli alla larga, considerato che
purtroppo esistono alcuni esemplari vegetali proprio mortali, ovvero in grado anche di
uccidere! Alcune di queste piante sono molto note, altre meno, alcune diffuse in
abbondanza anche da noi, come l’oleandro, per esempio, ma ne esistono anche di ben
più pericolose. Ecco, vediamone insieme una decina, fra le più note.
Partiamo con il Ricino.
Il Guinness World Records elenca questa pianta come una delle più
velenose al mondo. Una superstar tossica, insomma: i suoi fagioli contengono la ricinina, un alcaloide e ricina di toxalbumina. Solo un milligrammo di ricina può porre fine
alla vita di un adulto. Eppure è la pianta dalla quale si ricava il famoso olio
di ricino, così salutare, mentre i suoi semi risultano altamente tossici. Essi,
infatti, se vengono masticati, rilasciano una sostanza molto tossica,
considerata uno dei più potenti veleni presenti in natura, e possono provocare
la morte velocemente. La sostanza velenosa come detto si chiama ricina ed è una molecola
tossica altamente letale. Questa sostanza si trova nella pellicola interna del
rivestimento del seme del ricino. La ricina può provocare la morte per asfissia
se entra in contatto con l’ugola e l’apparato respiratorio. Per chi la assume
non esiste cura o vaccino efficace.
Altra pianta molto
diffusa nelle nostre zone è l’Oleandro. Questa pianta dai fiori
bellissimi che emanano un profumo intenso, ha la capacità di creare danni
gravissimi in caso di ingestione. Se si ingerisce, infatti, anche una singola
foglia, questa è sufficiente ad uccidere un essere umano. Gli erbivori
sfortunati spesso soccombono a causa dei suoi petali gustosi ma mortali. Tutta
la pianta è tossica: rami, foglie e anche i fiori. In ogni sua parte, infatti,
sono contenuti cardenolidi, cioè glicosidi cardioattivi in grado di agire sul
ritmo cardiaco, provocando aritmie di varia intensità e gravità.
L’intossicazione da oleandro, se non viene trattata tempestivamente con
l'apposito antidoto, disponibile presso i Centri Antiveleni degli ospedali, è
potenzialmente mortale.
Lo stramonio comune (datura
stramonium), è noto anche come erba del diavolo o erba delle streghe; è una
pianta molto velenosa, anche se risulta diffusa in tutto il mondo. Cresce
spontanea nei terreni incolti e ai margini delle strade, ma è presente anche in
giardini, per il suo aspetto e i grandi fiori a campana. La pianta risulta
essere molto velenosa in ogni sua parte, per via di un altissimo contenuto di
alcaloidi. I suoi nomi volgari sono dovuti agli usi poco convenzionali che se
ne faceva in passato; lo stramonio ha, infatti, effetti allucinogeni e purtroppo
ancora oggi viene usato, in maniera impropria, specie da giovani
inconsapevoli, che ricercano proprio i suoi effetti fuori dal comune. Con l’assunzione
compaiono delirio, allucinazioni, convulsioni e nei casi più gravi coma e
morte. Tutte le parti della pianta sono velenose, in particolare i semi.
L’Aconito è anch’esso altamente velenoso; all’aspetto è certamente
una bella pianta, ma capace davvero di uccidere! Conosciuto fin dall’antichità
per la sua elevata velenosità, l’aconito anticamente veniva proficuamente utilizzato
quale utile strumento per avvelenare e uccidere i nemici. Questa pianta, soprannominata
la 'regina dei veleni', possiede infatti delle tossine che possono causare la
morte in sei ore per avvelenamento. Di gradevole aspetto, fa parte della flora alpina,
e si contraddistingue per i suoi bei fiori blu a spiga.
Ed ecco la cicuta
maggiore (Conium maculatum L., 1753). Essa è una pianta erbacea della
famiglia Apiaceae, comunemente chiamata cicuta, nota anche perché nella storia
della Grecia antica fu usata per causare la morte per avvelenamento del
filosofo Socrate, il quale, accettando l’ingiusta condanna, l'assunse in forma
di infuso. Tutta la pianta è notevolmente velenosa e può portare alla morte, data
la presenza di almeno cinque diversi alcaloidi: la coniina, la conidrina, la
pseudoconidrina, la metilconicina e la coniceina. La coniina, una neurotossina,
è l'alcaloide più attivo, e agisce a livello delle sinapsi neuromuscolari.
Anche la Ginestra
comune è una specie officinale molto tossica. Essa contiene, soprattutto
nel fiore e nei semi, un alcaloide, la citisina, che solo in piccolissime dosi
ha effetti diuretici e purgativi, altrimenti crea danni importanti, che possono arrivare fino alla morte, considerata
la sua alta tossicità. Tutta la pianta è tossica, in particolare foglie, semi e
fiori, e l’intossicazione avviene per ingestione, causando nausea, vomito e
ipotensione, delirio e allucinazioni.
Ed ecco il Tasso (Taxus
baccata). Pianta che è conosciuta anche come albero della morte, in quanto
tutta la pianta, escluso l’arillo (molto appetito dagli uccelli) risulta molto
tossica, contenendo una sostanza mortale, la tassina (da cui deriva il nome
volgare); è un alcaloide che ha effetti narcotici e paralizzanti sull’uomo e su
molti animali anche domestici. Anche le foglie mature del tasso sono
particolarmente ricche di tassina e quindi velenose. Quelli che sembrano i
frutti (gli arilli) sono in realtà delle escrescenze carnose che ricoprono il vero
seme. Inizialmente verdi, ma carnosi e rossi a maturità, gli arilli contengono
un solo seme, duro e molto velenoso.
Anche la Atropa
belladonna, un'erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Solanacee,
ha proprietà velenose note fin dai tempi antichi. Deve il suo nome alla sua
velenosità e all'impiego cosmetico che se ne fa e se ne è fatto nel corso della
storia. Atropa, infatti, per l’atropina contenuta e belladonna in quanto nel
periodo rinascimentale le donne usavano minuscole parti della pianta, che una
volta ingerite, proprio grazie alla presenza di atropina, sono in grado di far
dilatare gli occhi, rendendo più bello lo sguardo. Le bacche della belladonna
sono molto belle, nere, lucide e molto invitanti. Peccato che siano decisamente
molto velenose! Una filastrocca inglese recita che l'ingestione della
belladonna rende caldo come una lepre, cieco come un pipistrello, secco come un
osso, rosso come una barbabietola, matto come un gallina, ovvero tutti i
sintomi dell'avvelenamento da belladonna!
La Mancinella. La
pianta è originaria del Nord America, e i suoi frutti venivano chiamati da
Cristoforo Colombo “Le mele della morte” pur non essendo la parte più velenosa
della Mancinella. È facile quindi immaginare perché essa viene considerata come
una delle piante più pericolose al mondo. Essa è un vero e proprio contenitore
di tossine: la linfa contiene Forbolo e altre sostanze estremamente irritanti
per la pelle responsabili di gravi dermatiti, reazioni allergiche, vesciche e
danni corneali. Inalare i fumi del legno di mancinella è altrettanto pericoloso
e potrebbe causare gravi problemi agli occhi, mentre l’ingerimento dei frutti
potrebbe portare all’occlusione delle vie respiratorie. La pianta è così
pericolosa che si sconsiglia di sostarci sotto in caso di pioggia, perché anche
solo venendo a contatto con le gocce cadute dall’albero si potrebbero avere
problemi alla pelle.
Infine, anch’essa regina
tra le piante più velenose, c’è la Ageratina altissima. Nota anche come
“Eupatorium rugosum“, l’Ageratina altissima una pianta originaria del Nord-America, che
tra le sue vittime annovera anche la madre del Presidente Abramo Lincoln. È a causa
dell’ingestione di questa pianta da parte delle mucche che si diffuse, nell’800,
la malattia del latte. Essa, infatti, riusciva a infettare il latte delle
mucche che se ne cibavano, intossicando, così gli ignari consumatori. Tutte le
parti della pianta sono velenose. Quando la tossina killer chiamata “tremetolo”
entra nell’organismo dell’uomo causa nausea e vomito, spasmi e morte.
Cari amici, oggi vi ho
fatto conoscere 10 piante considerate fra le più velenose al mondo, e credo
che tutti dovremo prestare loro la massima attenzione, per evitarne i possibili effetti
alquanto negativi! Ne abbiamo già tanti, purtroppo, di problemi anche molto seri…
A domani.
Mario
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