Oristano 29 novembre 2021
Cari amici,
Una volta terminata l’attività
lavorativa, in tanti pensiamo che giunti all’età della pensione sia necessario
rilassarsi, smettere di muoversi, di correre di affannarsi come si è fatto per
tanti anni. Il nostro pensiero è rivolto al relax, alle lettura del giornale, di
qualche libro ed alle chiacchierate con gli amici. In realtà la sedentarietà
che molti sognano non risulta essere salutare! Il nostro organismo è fatto per
continuare a muoversi, ha necessità di essere tenuto in costante allenamento,
ovviamente nei giusti modi.
Ci siamo mai chiesti qual
è l’impatto che può avere l’attività fisica sul cervello? Quanto una
passeggiata, una corsa in bicicletta o un allenamento in palestra possano
davvero proteggere il nostro cervello? Forse no, ma dobbiamo prendere atto che
la risposta a questa domanda è affermativa! Si, amici, la senilità va vissuta
praticando un doppio, costante allenamento: quello del corpo e quello della
mente; eppure molti di noi sono portati a pensare che sia il nostro cervello che il
resto del nostro corpo, arrivati ad una certa età, debbano essere messi a
riposo. Niente di più sbagliato! La salute del nostro cervello la si ottiene
tenendolo allenato, sempre curioso di scoprire cose nuove, impegnato nella lettura e possibilmente nella
scrittura; ma a questo allenamento dobbiamo aggiungere l’allenamento del corpo,
mediante l’esercizio fisico.
La dottoressa Wendy
Suzuki, una neuroscienziata che dirige un laboratorio alla New York
University, con il quale ha vinto numerosi riconoscimenti per i suoi studi, tra
cui il Troland Research Award dell’Accademia Nazionale di Scienze, sostiene che
l'esercizio fisico sia la cosa più giusta per conservare in perfetta forma il
nostro organismo, in quanto capace di influenzare positivamente, “trasformandolo”, il nostro cervello. Lei sostiene che Il cervello è la struttura più complessa del
nostro corpo; l'ippocampo è la parte del cervello che permette di formare e
conservare i ricordi, mentre la corteccia prefrontale è la parte del cervello
responsabile del processo decisionale, della messa a fuoco, dell'attenzione e
della personalità.
La dott.ssa Suzuki ha scoperto
lo straordinario modo in cui l’esercizio fisico influisce sul nostro cervello mentre
lavorava a un progetto legato alla memoria. Lavorando senza sosta tutti i
giorni si era però allontanata dalla consueta vita sociale, e ciò, si rese
conto, la stava rendendo infelice e perfino obesa. A quel punto decise di cambiare
la propria vita e di iniziare a fare le lezioni non più in aula ma in palestra.
La ricercatrice iniziò subito ad avvertire grandi miglioramenti sull'umore e
sui livelli di energia dopo ogni lezione, cosa che la spinse a continuare, accorgendosi
di essere più motivata.
Accompagnando le lezioni
con l’esercizio fisico, si accorse di essere diventata più sana e forte, visti anche gli evidenti benefici ottenuti in altri settori della sua vita. Si sentiva più
concentrata nel lavoro e anche la memoria di lungo termine sembrava migliorata.
A quel punto cominciò a studiare gli effetti dell'esercizio fisico sul cervello
ed entrò in un'area di ricerca sempre più vasta. Scoprì così che ogni singolo
allenamento aumentava immediatamente i livelli di dopamina, serotonina e
noradrenalina, ormoni che provocano il miglioramento dell'umore; inoltre, ogni
singolo allenamento serviva ad aumentare significativamente la concentrazione e
l'attenzione subito dopo. Questi effetti potevano durare fino a due ore.
Il risultato fu un netto
miglioramento dei riflessi, ma anche altri furono i vantaggi immediati
dell'esercizio fisico, in particolare i benefici di lunga durata, rinvenienti
da un costante e regolare esercizio fisico. Questo perché un'attività fisica
costante può cambiare l'anatomia, la fisiologia e il funzionamento del
cervello. Ad esempio, l'esercizio fisico provoca la creazione di nuove cellule
cerebrali (neuroni) nell'ippocampo! Questo contribuisce a migliorare la memoria
a lungo termine, oltre i livelli di attenzione e concentrazione, con l’espandersi
della corteccia prefrontale.
Il risultato più sorprendente
dello studio della dottoressa Wendy
Suzuki fu che le due aree del cervello prima
citate, l'ippocampo e la corteccia prefrontale, dimostrarono di essere le più
sensibili alle malattie degenerative come la demenza e il morbo di Alzheimer. L'esercizio
fisico non ci rende immuni da queste malattie, ma ne ritarda e riduce gli
effetti. L'attività fisica, dunque, aiuta a costruire un cervello forte, in
grado di combattere i sintomi per lungo tempo.
Amici, certamente interessanti gli studi di questa neuroscienziata, ma sono certo che la domanda
che tutti ci poniamo è: qual è la quantità minima di esercizio fisico che dovremo
fare per ottenere questi interessanti benefici? La regola generale è che sia
necessario un allenamento effettuato almeno tre o quattro volte la settimana,
con un minimo di 30 minuti ogni volta. È essenziale fare esercizio aerobico, in
quanto è necessario raggiungere un aumento del battito cardiaco e anche una
certa sudorazione!
Cari amici, la senilità
(io nato nella prima metà del secolo scorso odio chiamarla vecchiaia) va vissuta
sempre con curiosità e ironia. Continuare ad allenare con letture e con lo
scrivere il cervello, è più positivo se ci aggiungiamo anche la giusta dose di
movimento. Uscire tutti i giorni per una passeggiata, prendere più spesso le
scale anziché l'ascensore, muoversi in casa mentre la teniamo in ordine e
tenere pulito il giardino, sono cose importanti da fare tutti i giorni. Crede
che i due allenamenti mente/corpo massimizzeranno i benefici che possiamo ottenere,
fornendoci la migliore protezione possibile. Invecchiare bene, dipende molto da
noi!
A domani.
Mario
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